Nel Ridesharing il maggior costo per viaggio è il conducente. Nella stragrande maggioranza delle corse in taxi o Uber si trovano almeno due patentati. Uno in più di quello che servirebbe.
Immaginate un futuro del ridesharing in cui un’auto a noleggio sia più conveniente di un Uber. Un’auto a noleggio on demand, porta a porta. Negli USA la chiamano già ODDcar: On demand Door to Door. In pratica? Un’auto teleguidata da un autista remoto.
Ecco come funziona
Chiami un’auto proprio come se fosse un Uber, o un Taxi. In pochi minuti, un’auto vuota si avvicina al marciapiede. Invece di sederti sul sedile posteriore, prendi il volante e guidi tu. Una volta a destinazione, l’auto riparte da sola verso altri clienti.
Come si fa a portare l’auto vuota da e verso il pilota? I veicoli autonomi risponderanno a questa domanda nel futuro del ridesharing, ma in un decennio o più. Nel frattempo, dovremo fare affidamento sul controllo remoto, altrimenti noto come teleoperazione.
L’industria dei veicoli autonomi ha sviluppato capacità di teleoperazioni da anni, ma sono state utilizzate come un sistema di sicurezza. Di recente sono stati fatti test su servizi simili con auto teleguidata da un conducente remoto, ve ne ho parlato qui.
Se promuoviamo la teleoperazione come mezzo principale per il funzionamento dei veicoli avremo un percorso più veloce, più sicuro, più economico e più accettabile per i veicoli senza conducente sulle strade pubbliche.
Perché la ODD car è importante nel futuro del ridesharing
L’auto a noleggio on-demand e porta a porta non è una cosa facile. Si tratta di portare una intera nuova classe di veicoli sulle strade pubbliche. Il futuro del ridesharing prevede l’eliminazione del conducente: un giorno chiameremo un taxi, verrà a prenderci ovunque e ci porterà ovunque. Da solo, senza altri umani nell’abitacolo a parte noi. Accadrà grazie ai veicoli autonomi, in grado di muoversi totalmente da soli.
I veicoli autonomi abbasseranno i costi del servizio, quindi il prezzo. E alla fine trasformeranno il mercato. E se potessimo cogliere i benefici dell’autonomia in pochi anni invece che in decenni?
Il potenziale dell’organizzazione
Un veicolo attivo su una rete di rideshare trascorre più della metà del suo tempo in viaggio. Trascorre il 30-40% del suo tempo senza un passeggero. In pratica, un autista è impegnato al 100% del tempo, ma guadagna solo il 60%, cioè quanto gli viene dal tempo in cui ha effettivamente un passeggero.
Nel futuro del ridesharing, con una ODDcar, un’auto guidata a distanza, l’autista pagato è remoto ed è impegnato solo quando il veicolo si sta riposizionando tra una corsa e l’altra. Se ipotizziamo che almeno il 20% del tempo di un’auto venga speso per riposizionarsi, un conducente remoto può supportare fino a 5 volte il numero di veicoli rispetto ai conducenti di rideshare tradizionali.
Ovviamente serviranno garanzie. Immagino che tutte le operazioni di guida a distanza saranno eseguite in strutture dedicate in condizioni controllate, dove la sobrietà del conducente remoto e le sue prestazioni saranno monitorate attentamente. Inoltre, dovrebbero esserci tecnologie che “leghino” in modo sicuro un operatore a un veicolo mentre è in funzione, creando una chiara identificazione di custodia e responsabilità. Se un conducente remoto farà un incidente mentre porta l’auto da un cliente, qualcuno dovrà pagare.
Parliamo di soldi
Come sarebbe il futuro del ridesharing in termini di costi, se adottassimo l’auto teleguidata? Facciamo due conti.
Per portare un’auto su strada per un giorno, ci sono costi reali. Alcuni di questi costi sono pagati dalla rete di rideshare, altri dal conducente del rideshare. I costi principali rientrano in una delle cinque categorie seguenti.
Categoria | Descrizione | % del costo |
Guadagno netto del conducente | Il guadagno del conducente escluse le spese che deve sostenere | 70% |
Carburante | Benzina o gasolio (di GPL o elettrico se ne riparla poi) | 5% |
Assicurazione | Coperture varie, sia per il conducente che per il passeggero | 10% |
Manutenzione | Costi distribuiti sulle ore di utilizzo | 10% |
Altri | Vari ed eventuali, anche non previsti | 5% |
Supponiamo ora che il costo per inserire un’auto in condivisione sulla rete per un’ora sia di 25 euro. Una cifra inventata, serve solo per ragionarci su. Questi 25 euro sarebbero divisi in questo modo:
Categoria | Prezzo |
Guadagno netto del conducente | 17.50€ |
Carburante | 1. 25€ |
Assicurazione | 2. 50€ |
Manutenzione | 2.50€ |
Altri | 1.25€ |
TOTALE | 25€ |
Come si trasformano queste voci nel futuro del ridesharing, con un sistema basato sull’auto ODD teleguidata? E con un’auto del tutto autonoma?
Categoria | Ridesharing | Auto ODD | Veicolo autonomo |
Guadagno netto del conducente | 17.50€ | 3.50€ | 0 |
Carburante | 1.25€ | 1.25€ | 1.25€ |
Assicurazione | 2.50€ | 2.50€ | 1.25€ |
Manutenzione | 2.50€ | 3.50€ | 6.25€ |
Altri | 2.50€ | 1.25€ | 2.50€ |
TOTALE | 25€ | 13.25€ | 10€ |
Risparmio | -48% | -60% |
Qualche dettaglio sui dati
La linea più importante è la prima, in cui i guadagni netti del conducente scendono da 17,50€ a 3,50€ e poi a 0. Il passaggio da 17,50€ a 3,50€ proviene dal rapporto di leva ipotizzato sull’utilizzo. Come detto, un conducente remoto può guidare fino a 5 auto teleguidate (solo per portarle verso un cliente, poi fa tutto lui).
I costi di manutenzione aumentano da sinistra a destra man mano che abbiamo veicoli più evoluti e complessi. E indica anche che allo stato attuale i veicoli completamente autonomi saranno piuttosto costosi. Per l’auto a noleggio ODD, presumo un extra di 1,25€ alla voce “altri” per la trasmissione video 4G necessaria a supportare le teleoperazioni. Nel futuro del ridesharing Il 5G ridurrà ulteriormente i costi e migliorerà le prestazioni di queste auto a noleggio.
A conti fatti, le auto ODD promettono un risparmio sui costi di assicurazione rispetto al rideshare. Ho comunque ipotizzato prudentemente che i costi sarebbero costanti. Ho invece immaginato che i costi assicurativi si ridurranno quando i veicoli autonomi, capaci di garantire più sicurezza, saranno ad un grado tale di evoluzione da essere impiegati su strada.
Infine, ho mantenuto il carburante costante in tutte le categorie (l’elettrificazione andrebbe solo a vantaggio delle ultime due colonne).
Quali sono i vantaggi
Il grande vantaggio è questo: nel passaggio dal Rideshare all’auto teleguidata, i costi unitari diminuiscono di un enorme 48%. Quando si passerà eventualmente dall’auto teleguidata a noleggio ai veicoli autonomi, si otterrà una riduzione incrementale del 12%. L’80% del cambiamento di passo economico promesso dal futuro del ridesharing viene proprio dall’auto teleguidata.
Inoltre, il vantaggio in termini di costo di un’auto teleguidata aumenta con la durata del viaggio. Più lungo è il viaggio, più pronunciato sarà il risparmio sui costi. Le auto ODD possono dominare il futuro del ridesharing nei tragitti di 20-60 minuti (penso ai viaggi in aeroporto, o ai pendolari) e permettere viaggi più lunghi, attualmente troppo costosi per un taxi (multi-destinazione, commissioni, gite di un giorno, viaggi interurbani).
Un mercato dalle enormi potenzialità, per dirla in breve. E dell’incognita Covid vogliamo parlare? La pandemia ha trasformato il ridesharing in un vettore di diffusione del virus. Riducendo al minimo il numero di persone che condividono l’aria in un veicolo contemporaneamente, l’auto ODD può essere un elemento vincente dei trasporti sicuri. L’auto teleguidata elimina il contatto da uomo a uomo tra passeggeri e conducenti. Non risolvono tutti i rischi (serve sanificazione del veicolo tra un viaggio e l’altro, per esempio), ma migliorano il quadro.
Qual è lo stato delle tecnologie di teleoperazione?
La costruzione di un sistema efficace di teleoperazioni (e in generale del futuro del ridesharing) si scontra oggi sulle vulnerabilità delle reti di connettività. Perchè i problemi relativi alla latenza aumentano notevolmente con la velocità. Per questo la teleoperazione è più naturalmente adatta per applicazioni a velocità più bassa. Anche andando fino a 40km orari (fino a 25 mph) sulle strade suburbane locali si può sfruttare un bacino di mercato considerevole.
Di quali tecnologie abbiamo bisogno per farlo?
Nessuno può dirlo con certezza, perché non esiste una definizione chiara di cosa sia “abbastanza sicuro”. Servirà rivedere anche i codici della strada. Detto questo, proviamo a immaginare il primo veicolo senza conducente autorizzato a circolare su strade pubbliche su larga scala. Probabilmente sarà un veicolo con velocità molto limitata, senza passeggeri (in una prima fase porterà solo merci) e un essere umano dedicato ogni momento, una sorta di assistente fisico remoto durante il funzionamento.
Suonano come cose maledettamente vicine. I veicoli totalmente autonomi invece no. Quelli attuali vanno a scatti e sono semplicemente inquietanti. Occhio: c’è differenza tra la sicurezza e la comodità d’uso. Nel futuro del ridesharing ci sarà un periodo (forse ampio) in cui la tecnologia autonoma sarà sicurissima, ma lenta da fare pena. E renderà un disastro qualsiasi esperienza d’uso.
Al contrario, un’auto teleguidata a noleggio userà la sua tecnologia senza conducente solo quando sarà vuota e dovrà essere riposizionata. In queste condizioni, può ottimizzare il percorso e la velocità senza riguardo per la fretta dei passeggeri. Non appena il conducente entrerà nell’abitacolo ritornerà ad essere un veicolo sicuro, familiare, capace e veloce come un’auto normale. L’auto ODD è un modo meravigliosamente rassicurante per abituarci ai veicoli senza conducente. E dico di più: per me un modello del genere (cioè attivo solo per riposizionare il veicolo) sarà la migliore opzione per un bel po’, anche quando ci saranno in giro i veicoli autonomi.
Aspetti lavorativi nel futuro del ridesharing
Essere un guidatore remoto può essere un lavoro migliore che essere un guidatore del rideshare attuale. I conducenti remoti saranno probabilmente impiegati direttamente. I guadagni saranno più prevedibili e i conducenti remoti non avranno le spese e l’incertezza di possedere e mantenere un veicolo. Senza contare che la guida a distanza è più sicura e confortevole. Nessun rischio di lesioni personali, né (soprattutto) dal traffico né da interazioni sgradevoli con i passeggeri. I conducenti remoti non sono a rischio di furto o vandalismo. E, naturalmente, niente rischio di malattie aeree altamente trasmissibili.
Ok. State pensando che un’azienda potrebbe licenziare tutti i conducenti locali e assumerli, che so, a basso costo in uno stato lontano. Una serie di piccoli conducenti remoti cinesini che portano la mia auto a Napoli mentre sono comodamente seduti in una stanzetta di Guangzhou.
Non sarà così. Nel futuro del ridesharing ci sono molti motivi per cui il lavoro locale verrebbe preferito. Non si tratta di parlare in un call center. Bisogna avere una patente nazionale, e la familiarità con le abitudini di guida locali. E poi la velocità delle operazioni sarà fondamentale: per evitare latenze. Infine, considerato che la voce del costo dei conducenti ridurrà il suo peso, sarà quasi ininfluente ottenere vantaggi da un lavoratore offshore. Anzi.
In conclusione
Si, per me il modello di autonoleggio con auto teleguidata sarà la prima applicazione della tecnologia senza conducente su larga scala nel futuro del ridesharing. E lo sarà molto prima che i veicoli autonomi prendano il sopravvento. Sarà di più rapida adozione, più sicuro e anche più economico, un mix tra un taxi e un’auto a noleggio. In tanti pensano che il grande cambiamento economico arriverà solo quando riusciremo a far guidare l’auto da sola. Io no.
L’idea che l’auto teleguidata prenderà piede molto prima dei veicoli autonomi è più di una previsione. E ci obbliga ad agire. Se gli ultimi cinque anni ci hanno insegnato qualcosa, è che l’autonomia dei veicoli non è un evento improvviso: si svilupperà in momenti successivi, per un lungo periodo di tempo e ogni incremento sarà conquistato con il sudore.
In quest’ottica, stiamo investendo nei giusti percorsi tecnologici? Stiamo inseguendo i giusti quadri normativi, stiamo costruendo i veicoli giusti?