Qualcuno studia un futuro in cui le centrali elettriche sono alimentate dall’energia del Sole, ma racchiusa in un dispositivo più piccolo e sicuro. Qualcun altro ci sta lavorando. Qualcun altro ancora, infine, dice di averlo quasi realizzato. Potrebbe essere realtà già nel 2030 secondo Tokamak Energy, un’azienda britannica che ha recentemente presentato le prime immagini del suo progetto di centrale a fusione nucleare per uso commerciale.
Il sole in scatola
La centrale a fusione nucleare di Tokamak Energy potrebbe generare abbastanza energia per alimentare 50.000 case in modo sicuro e sostenibile. Il primo impianto pilota basato sul suo reattore tokamak ST-E1 sarà pronto per l’inizio degli anni ’30: e potrebbe aprire la strada a centrali commerciali da 500 megawatt in tutto il mondo.
Piccolo recap sul funzionamento di questa tecnologia. Il processo di fusione nucleare avviene quando due isotopi dell’idrogeno, deuterio e trizio, si fondono a temperature più elevate di quelle presenti nel nucleo del Sole, creando elio e rilasciando energia. Questa energia può essere utilizzata per produrre elettricità e calore. Il plasma generato viene confinato da potentissimi magneti all’interno di un dispositivo ad anello chiamato tokamak.
I vantaggi di una centrale a fusione nucleare? Enormi.
La fusione nucleare è estremamente efficiente perché produce molta, molta più energia per chilo di carburante rispetto ai combustibili fossili come carbone, petrolio e gas. Soprattutto, a differenza di quelle a fissione, una centrale a fusione nucleare non produce rifiuti radioattivi e richiede meno spazio per l’installazione delle centrali.
Una centrale a fusione nucleare, in sostanza, produce energia pulita. Può essere costruita vicino ai grandi centri abitati e alle aree industriali, fornendo energia pulita e sicura, senza emissioni nocive. Può essere collegata a turbine tradizionali per produrre elettricità e calore.
I campi di applicazione? Praticamente tutti: dalla lavorazione dei metalli alla desalinizzazione dell’acqua, passando per la produzione di idrogeno.
Tutto in una sfera
L’azienda britannica ha passato anni a sviluppare un tokamak sferico compatto. E nel 2021 ha raggiunto una temperatura di plasma di 100 milioni di gradi Celsius con il suo ST40. Il segreto? Un design sferico unico che ne evidenzia l’efficienza e la scalabilità.
I prossimi passi: il successore dell’ST40, lo ST80-HTS, sarà avviato presso il Culham Campus dell’UK Atomic Energy Authority nel 2026. A seguire, dal 2030, la messa in funzione dello ST-E1 e della prima centrale a fusione nucleare commerciale.
Nei decenni successivi, forse, ci chiederemo come abbiamo fatto a vivere senza.