I livelli di vitamina D circolanti nel sangue possono essere un migliore predittore dei rischi futuri per la salute negli anziani. Queste le conclusioni di uno studio presentato all’e-ECE 2020.
I dati sviluppati da un team guidato dalla dott.ssa Leen Antonio suggeriscono che i precursori biologici della vitamina D (vitamina D 25) che circolano nel sangue sono predittori più accurati della stessa vitamina D totale spesso misurata. Dalla loro presenza, è possibile prevedere più efficacemente rischi futuri per la salute.
Poiché la carenza di vitamina D è associata a più gravi condizioni di salute con l’avanzare dell’età, questo studio suggerisce che ulteriori indagini sui livelli di vitamina D e il loro legame con la cattiva salute possono essere un’area promettente per ulteriori ricerche.
Perchè la vitamina D è così importante
La carenza di vitamina D è comune in Europa, soprattutto negli anziani. È stata associato a un rischio più elevato di sviluppare molte malattie legate all’invecchiamento. Malattie cardiovascolari, cancro e osteoporosi. Ce ne sono diverse forme, o metaboliti, nel corpo, ma è la quantità totale di questi metaboliti che di solito viene utilizzata più spesso per valutare lo stato della vitamina D delle persone. Il proormone, la 25-diidrossivitamina D viene convertito in 1,25-diidrossivitamina D, che è considerata la forma attiva della vitamina D nel nostro corpo. Più del 99% di tutti i metaboliti della vitamina D nel nostro sangue sono legati alle proteine, quindi solo una piccolissima frazione è libera di essere biologicamente attiva. Pertanto le forme libere e attive possono essere un migliore predittore della salute attuale e futura.
La ricerca
La dottoressa Leen Antonio degli Ospedali universitari di Leuven in Belgio e un team di colleghi hanno studiato se i metaboliti liberi della vitamina D fossero migliori predittori di salute.
Per farlo hanno utilizzato i dati dello studio europeo sull’invecchiamento maschile. Si tratta di dati raccolti da 1.970 uomini di età compresa tra 40 e 79 anni, tra il 2003 e il 2005. I livelli dei metaboliti totali e liberi di questa vitamina sono stati confrontati con il loro stato di salute attuale, aggiustando per fattori potenzialmente confusivi tra cui età, indice di massa corporea, fumo e salute dichiarata. I livelli totali dei metaboliti della vitamina D sia liberi che legati erano associati a un rischio più elevato di morte. Tuttavia, solo la 25-idrossivitamina D libera era predittiva di futuri problemi di salute e non la 1,25-diidrossivitamina D libera.
Questi dati confermano ulteriormente che la carenza di vitamina D è associata a un impatto negativo sulla salute generale e può essere predittiva di un rischio di morte più elevato
Leen Antonio
Perchè accade questo?
Si tratta di uno studio osservazionale. Questo comporta che le relazioni causali e i meccanismi sottostanti rimangono indeterminati. Inoltre, non è stato possibile ottenere informazioni specifiche sulle cause di morte degli uomini nello studio, il che potrebbe essere un fattore di confusione.
La maggior parte degli studi si concentra sull’associazione tra i livelli totali di 25-idrossivitamina D e la malattia e la mortalità legate all’età. Poiché la 1,25-diidrossivitamina D è la forma attiva nel nostro corpo, era possibile che potesse essere un predittore più forte per malattia e mortalità.
I nostri dati ora suggeriscono che i livelli di 25-idrossivitamina D totale e libera sono la misura migliore del rischio futuro per la salute negli uomini
Leen Antonio