Tutti sanno cos'è il cervello, ma non tutti sanno cos'è il microbioma. Si tratta del complesso di virus, batteri e funghi che svolgono un ruolo cruciale per la nostra salute e le nostre funzioni cognitive. Una intera popolazione di collaboratori che vivono nel nostro corpo, per dirla in breve.
Conosciuto anche come microbiota, secondo la scienza per molto tempo questo 'esercito' ha avuto sede nel tratto gastrointestinale. Da poco sappiamo che si trova anche nella pelle. Sempre secondo la scienza, per molto tempo si è ritenuto che diverse aree del corpo ne fossero prive: ad esempio l'occhio e il grembo. I recenti avanzamenti diagnostici hanno permesso da poco di identificare un microbioma della placenta ed uno dell'occhio, entrambi presenti in persone sane. A questo punto è lecito aspettarsi altre scoperte a breve.
Siamo certi, ad esempio, che il cervello sia un'area sterile e libera da batteri, o ha un microbioma? Questo l'oggetto dell'incredibile intervento alla conferenza della Società USA di Neuroscienze nello scorso novembre 2018. Un team di ricerca della University of Alabama–Birmingham (UAB), guidato dalla dottoressa Rosalinda Roberts, ha mostrato immagini al microscopio in alta risoluzione del cervello di topi ed esseri umani. Queste immagini mostrano chiaramente dei batteri all'interno degli astrociti, le cellule che interagiscono con i neuroni nel cervello.


Come tanti gruppi autori di scoperte sbalorditive, anche questo non stava cercando affatto batteri nel cervello. Il fatto che il cervello sia un'area sterile era acclarato in tutto il mondo scientifico.
La ricercatrice Courtney Walker stava confrontando al microscopio immagini del cervello di persone in salute con quelle di persone affette da schizofrenia, per valutarne le eventuali differenze strutturali, quando si è imbattuta nella scoperta. Dopo la prima sorpresa, l'analisi è stata allargata a tutti i cervelli umani che il laboratorio aveva in analisi. Tutti e 34 presentavano batteri.
Le prime indagini
Per stabilire se la loro presenza fosse frutto di una contaminazione intervenuta dopo la morte, la dottoressa Roberts e il suo team hanno studiato il cervello di topi in vita e subito dopo la morte. Con sorpresa, anche lì sono stati trovati dei batteri.
Forse la contaminazione era intervenuta nella preparazione dei campioni di cervello da analizzare? Anche analisi in ambienti sterili hanno fornito indizi in una sola direzione.
L'analisi approfondita
A questo punto il team ha usato il sequenziamento dell'RNA per identificare di che tipo fossero i batteri presenti nel cervello di topi e uomini. Tutti sono Firmicuti, Proteobatteri e Batteroidi presenti comunemente nell'intestino. Come hanno fatto a finire nel cervello?
Queste prime, sbalorditive osservazioni hanno lasciato aperte molte domande: questi batteri sono di tipo "cooperativo" o patologico? La quantità e la composizione del microbioma del cervello cambia col tempo? Da dove arrivano questi batteri? Domande che troveranno forse risposta in relazione con la recente scoperta di un sistema immunitario del cervello. Tutti questi cambiamenti porteranno all'esplosione di quello che oggi è un campo scientifico ancora emergente: la psiconeuroimmunologia.
È diventato arcaico come le convinzioni del 1300 credere che i batteri siano solo un nemico da combattere. Da tempo sappiamo di ospitare intere città, nazioni, pianeti nel nostro corpo: popolazioni sterminate di organismi che vivono con noi, "lavorano" con noi e ci aiutano in molti casi.