Ormai lo sanno anche i sassi: il polistirene sta uccidendoci tutti e devastando l'ambiente. È un derivato del petrolio, non è rinnovabile, non è biodegradabile, occorrono migliaia di anni perchè si disgreghi. E per non farsi mancare niente elimina anche la fauna, che ne ingerisce le particelle.
Logico che il futuro si presenti tutt'altro che roseo: entro 30 anni il 99% degli uccelli su questo pianeta avrà in corpo della plastica.
Buono, no? Eppure l'uomo continua a gettare al vento più di 14 milioni (QUATTORDICI MILIONI) di tonnellate all'anno. Non è semplice trovare alternative.
Il sistema industriale mondiale dovrà fare giganteschi sforzi, o soccombere alle spese eccessive delle ricadute che il mondo avrà a causa di inquinamento e cambiamenti climatici.
Alcune aziende, seppur in un quadro di scelte disomogenee, stanno provando a ridurre il loro impatto ambientale. In tema di oggetti per il corpo ci sono ad esempio alcune soluzioni piuttosto efficaci ed innovative. La designer Mi Zhou ha lanciato Soapack, una collezione di shampoo sostenibili che hanno un packaging fatto proprio di sapone.

Spesso i prodotti per la cura personale sono venduti in confezioni di plastica che non serviranno dopo pochi giorni, dalle creme viso ai gel per capelli.
Soapack risolve il problema: le sue confezioni sono fatte di sapone, così possono sciogliersi dopo aver terminato il loro contenuto.

Ogni bottiglia di Soapack è fatta in sapone a base di olio vegetale miscelato con pigmenti minerali, piante e fiori. Lavorate con modalità simili a quelle della ceramica, le confezioni sono poi realizzate a partire da stampi, e infine ricoperte di cera d'api per impermeabilizzarle.
Il design è ispirato alle classiche confezioni di profumi del secolo scorso, con colori pastello e forme sinuose: le trovo di una bellezza impareggiabile, e potrebbero rivoluzionare tutta l'industria del settore.
Fonte: Mi Zhou Design