Il marchio internazionale di design Carlo Ratti Associati ha sviluppato il prototipo di un piccolo bar sperimentale.
Il chiosco, chiamato ‘Feel the peel’ eroga premute d’arancia con una particolarità: utilizza le bucce rimaste come materiale per stampare in 3D i bicchieri riciclabili in cui è servito il succo.
Il prototipo è realizzato in collaborazione con l’Eni.
Come è fatto Feel the Peel
Un chiosco allegro ed elegante, con una grande premitrice sormontata da una cupola che funge da porta arance: può contenerne fino a 1500. Alla sua base troneggia una stampante 3D.
Come funziona?
Una volta piazzato l’ordine, la macchina inizia a sciorinare i suoi favolosi meccanismi: le arance scivolano dolcemente verso la premitrice, regalano il loro succo e finiscono attraverso un tubo accumulando le loro bucce sul fondo della struttura.
In questo contenitore tutte le bucce di arancia vengono seccate, tritate e poi miscelate con acido polilattico per diventare una bioplastica. Un breve passaggio ad alta temperatura e il materiale, ridotto in forma di filamento, è pronto a realizzare in 3D i bicchieri da riempire con il delizioso succo appena premuto.
Uno studio piuttosto chiaro su come anche le più piccole abitudini della nostra vita possano entrare in un circolo virtuoso: quello di un’economia senza rifiuti, che ricicla e riusa.
Il principio dell’economia circolare è sempre più al centro del dibattito. “Abbiamo provato a mostrare la circolarità in un modo tangibile,” dice Carlo Ratti, “sviluppando una macchina che ci aiuta a capire come possano essere riutilizzate le arance. I prossimi modelli di ‘Feel the Peel’ Potrebbero includere nuove funzioni, anche la stampa di tessuti”.
Feel the Peel ha fatto il suo esordio questa estate a Rimini, ma sarà installato anche al summit della Singularity University Summit a Milano nei giorni 8 e 9 ottobre.