Il Giappone si avvicina ad affrontare un nuovo super tifone che qualcuno definisce già “la tempesta più forte del mondo”. Causerà problemi perfino alla Coppa del Mondo di Rugby e al Gran Premio di F1, nonostante non dovrebbe nemmeno toccare terra.
Un violento tifone come Hagibis porta sempre paura e preoccupazione, ma dal prossimo anno eventi come questi potrebbero perfino rappresentare un’opportunità: nuove turbine non devieranno il corso dei tifoni, ma ne sfrutteranno l’ingredibile energia. E magari daranno una mano a risolvere la perenne “crisi” energetica giapponese.
Cos’è il super Tifone Hagibis?
Le domande sono sempre le stesse: un tifone che cos’è? E un uragano? “Tifone” o “Uragano” sono semplicemente altri nomi usati per definire la stessa cosa: cicloni tropicali. Poco dopo l’avvento del tifone Faxai, che ha funestato Tokio e ucciso tre persone, il Super Tifone Hagibis è tre volte più forte, di categoria 5, e si prepara a colpire duramente.
Valutato come il peggior tifone dai tempi di Ida, che nel 1958 lasciò dietro di sé una scia di ben 1269 morti, Hagibis ha sorpreso tutti i meteorologi rafforzandosi fino allo status di Super Tifone in sole 18 ore. Questo gli ha fruttato il suo nome: Hagibis significa “velocità” in filippino, e veloci sono anche i suoi venti. Oltre 270km orari. Ecco la sua foto più recente. E qui puoi seguirne l’evoluzione.
Possiamo catturarne l’energia?
Può l’incredibile energia prodotta da un Super Tifone come Hagibis essere adoperata per alimentare le case dei 127 milioni di giapponesi? È la domanda da un miliardo di euro: un solo anno di cicloni tropicali sviluppa energia equivalente a circa la metà della capacità elettrica mondiale.
Il Ministro giapponese di Infrastrutture, trasporti e turismo valuta che l’energia di un solo grande tifone equivalga a 50 anni di energia prodotta dalla nazione. È questo l’obiettivo di Magnus VAWT, il sistema che dovrebbe iniziare a raccogliere energia dai tifoni a partire dal 2020. Anche da quelli di categoria 5 come Hagibis.
Cos’è Magnus VAWT?
Una startup nipponica chiamata Challenergy ha creato una Turbina chiamata VAWT (Magnus Vertical Axis Wind Turbine) che potrebbe sfruttare a meraviglia questo tipo di tempesta. Magnus VAWT ha un disegno differente rispetto alle turbine tradizionale: incorpora dei cilindri rotanti che, un po’ come i cilindri delle preghiere tibetane, ruotano spinti dal vento alimentando un generatore.
I primi test nella prefettura di Nanjo, vicino Okinawa, hanno dato esito positivo con venti fino a 225 chilometri orari.
Cosa ha di più rispetto alle turbine tradizionali?
Anzitutto non ha le eliche, che sono molto efficienti in diversi scenari, ma in caso di Tifoni possono diventare mortali, rompendosi e volando in giro come proiettili taglienti.
Con una capacità eolica più importanti della stessa industria nucleare, il Giappone ha ancora troppe poche turbine, e il governo poco prima di Fukushima puntava ad ottenere un misero 1.7% di energia entro 10 anni. Imperdonabile non puntare decisamente su questa forma di energia pulita, oggi che il mondo si interroga sulla riduzione delle emissioni.
Al posto giusto nel momento giusto
Filippine, Giappone e Cina sono i primi posti dove puntare per questa tipologia di turbine: vengono regolarmente colpite da cicloni tropicali che si formano ogni anno tra maggio e ottobre.
Non a caso i primi impianti Magnus VAWT saranno installati proprio nelle Filippine, in una delle 7000 isolette che compongono l’arcipelago e che costituiscono un ideale terreno di test. L’anno venturo saranno ben 50 le turbine (di piccole dimensioni), ciascuna con 10 kilowatt di capacità.
Subito dopo gli ennesimi, definitivi test (quelli fatti fino ad ora hanno dato esito assolutamente positivo) sarà la volta di una distribuzione di massa nel paese del Sol Levante.