I ricercatori dell'Università di Utrecht e del centro medico Erasmus hanno sviluppato un anticorpo umano che, secondo loro, offre il potenziale per la prevenzione e il trattamento del coronavirus COVID-19. Si chiama 47d11.
È importante non dare false speranze, ma la scoperta è promettente, afferma il leader della ricerca Berend-Jan Bosch sul sito web dell'Università di Utrecht.
Il primo anticorpo al mondo contro il coronavirus
Sostengono che l'anticorpo "neutralizza" il virus e "offre il potenziale per prevenire e / o trattare COVID-19, e forse anche altre future malattie emergenti nell'uomo causate da virus del sottogenere Sarbecovirus".
"Per quanto ne sappiamo, questo è il primo anticorpo al mondo che blocca questa infezione", ha spiegato Grosveld alla rivista. "Trovare qualcosa del genere è molto raro", ha detto.
La ricerca è attualmente in peer review prima di poter essere pubblicata sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.
I ricercatori cercano anche la collaborazione di un'azienda farmaceutica in grado di produrre l'anticorpo su larga scala come medicinale.
"Prima di poter essere commercializzato, l'anticorpo deve attraversare una fase di sviluppo estesa ed essere testato per le proprietà tossicologiche", ha detto il professor Frank Grosveld.
Per curare e anche per diagnosticare
"Oltre allo sviluppo come medicinale, vogliamo usare l'anticorpo per impostare un test diagnostico: uno che tutti possono fare da casa, in modo che le persone possano facilmente scoprire se hanno un'infezione o meno," dice Grosveld.
Grosveld afferma che l'assunzione di un medicinale basato su questo anticorpo contro il coronavirus ferma l'infezione e dà al paziente il tempo di recuperare le condizioni di salute.
Certo, non c'è cura migliore di quella preventiva, e tanti lavorano ad un vaccino contro il coronavirus. "Lo sviluppo di un vaccino può arrivare a richiedere fino a due anni," rileva il ricercatore. "Il nostro farmaco può arrivare molto prima, perfino tra un mese. È più costoso da produrre, ma di più rapida disponibilità". L’anticorpo 47D11 tra circa un mese sarà sperimentabile sui pazienti.
Cautela
Il virologo Ab Osterhaus, coinvolto nella ricerca, ha dichiarato al Telegraaf che l'ottimismo su un farmaco va mitigato. Per qualche ragione l'anticorpo contro il coronavirus potrebbe non portare sicuramente a un farmaco. "Non pensiamo che si possa realizzare qualche chilo di questo medicinale e salvare il mondo con uno schiocco di dita".