A tre anni Darko Mandich si sentí male vedendo una carcassa di animale da un macellaio. Si rese conto che c'era qualcosa di sbagliato nell'uccidere animali per il cibo.
Fu dura diventare vegano, perché per la sua famiglia, in Croazia, la carne era parte integrante della vita quotidiana e sua nonna aveva anche un ristorante e un frantoio. Oggi una nuova avventura con il miele lo riconcilia con il mondo.
Come imprenditore, Mandich voleva coniugare affari e azioni positive per il pianeta. Tornato in Serbia dopo la guerra civile, ha studiato economia a Belgrado ed è stato contattato da una delle più grandi aziende alimentari del paese per apprendere nel campo del miele.
Era il 2012, un periodo in cui credeva che più miele significasse più api.

Con l'esperienza, però, ha capito che non era così.
Non esistono solo api da miele: ce ne sono di altre, e l'industria del miele che vuole soddisfare la domanda in costante aumento non è salutare
Darko Mandich, MeliBio
L'anno scorso ha iniziato a leggere studi sulle relazioni tra miele e api autoctone selvatiche. "Mi sono reso conto che l'industria del miele non stava facendo del bene alle api", ricorda.
E così ha creato MeliBio, una startup che mira a creare miele senza le api. Non è un'alternativa al miele , dice Mandich: è proprio miele. Solo, non è fatto da api. Affermazione piuttosto forte, perfino per un sistema come quello USA che ha dinamiche e sistemi di controllo completamente diversi da quelli italiani (anche se la qualifica di "miele" è ovunque riconosciuta come un prodotto delle api. Sarà dura per Mandich chiamare "miele" ciò che universalmente per tutti miele non è).
La produzione di miele è un problema per le api
Alcune precisazioni puntuali e necessarie, giunte attraverso la fanpage da tanti apicoltori italiani indignati da questa notizia, e dalla prospettiva che qualcuno definisca "miele" un prodotto che non ha a che fare in alcun modo con le api:
1 - In Italia non c'è apicoltura intensiva;
2 - In Italia non sono mai stati condotti studi sulla competizione tra api mellifere e altri impollinatori;
3 - Studi analoghi condotti in Europa hanno evidenziato tra api mellifere e altri impollinatori una competizione negativa, neutra e neutra-positiva, dunque non solo negativa.
"Questa sembra una cosa controintuitiva, poiché produrre miele significa moltiplicare le api. Ma l'ape mellifera è solo una delle 20.000 specie di api. La domanda umana ha visto addomesticare e moltiplicare la sottospecie di api mellifere. Per questo, quando vengono introdotte in habitat nuovi, cacciano via le specie native selvatiche. Se continuerà così, le api autoctone si estingueranno e le api mellifere saranno l'unica specie rimasta."
Questo, spiega Mandich, sarebbe un disastro per il pianeta.
Perché le api da miele, in generale, non sono granché nell'impollinare. Sono pigre e molto specifiche, dice Mandich, e se ci fossero soltanto loro in giro la natura non farebbe un grosso affare.
D'altra parte il miele lo è. È un grosso affare. Una sostanza incredibile, non esiste un prodotto simile. Il miele è stato trovato nelle piramidi egizie, vecchio di migliaia di anni e ancora buono da mangiare.
È un dolcificante importantissimo. Ha un indice glicemico più basso, qualità antidepressivi, anti infiammatorie ed energetiche. Il 50% delle persone consuma il miele su base settimanale, direttamente o tramite altri prodotti. Sarà un'industria da 15 miliardi di dollari entro il 2025.
Vale la pena o no ricorrere alla scienza per produrre vero miele senza l'impatto negativo sulle api o sul pianeta?

MeliBio
La startup è stata lanciata l'anno scorso, quando Mandich si è trasferito a San Francisco con la moglie. La molla è scattata dopo l'incontrato lo scienziato, chef e giardiniere Aaron Schaller. "Cinque minuti dopo aver parlato di api e miele", ricorda, "entrambi abbiamo capito che avremmo lavorato insieme".
E così la coppia ha co-fondato MeliBio. Hanno sviluppato una tecnologia proprietaria che collega la botanica alla biologia sintetica. Il prodotto di MeliBio non è composto da diversi ingredienti surrogati, dice Mandich: è semplicemente miele bio-fermentato con gli stessi composti del miele convenzionale. "Il nostro obiettivo finale è ottenere una parità del 100% col miele in tutti i parametri di gusto, consistenza e benefici", afferma Mandich.

Il segreto: la fermentazione microbica
La sfida più grande è come progettare, impostare e scalare una tecnologia che, essenzialmente, sostituirebbe le api. Il miele sarebbe identico a quello delle api, e sarebbe solo un punto di partenza. Con gli stessi criteri si potrebbe potenziare dosando i principi naturali in esso contenuti.
Con 15 aziende che hanno già firmato una lettera di intenti per utilizzare il "miele" bio-fermentato, MeliBio verrà lanciato verso la fine del 2021. Inizialmente, gestirà un modello B2B, ma più avanti esploderà la creazione di diverse varietà di prodotto e inizierà a vendere anche al dettaglio.
Mandich ammette che il primo prodotto non sarà più economico del miele normale, ma spera di ridurne il prezzo quando la produzione entrerà a regime.
Un obiettivo possibile, se si tiene conto che l'apicoltura tradizionale ha comunque costi e dispersioni.
Saranno tempi entusiasmanti per MeliBio, azienda il cui nome è una combinazione di due parole che dovrebbero sempre andare insieme. "Meli" come Melissae, la dea greca del miele, e "bio" come biologia.