La Terra è stata totalmente stravolta quando i suoi poli magnetici si sono invertiti 42.000 anni fa.
Gli scienziati conoscono questo fenomeno dell’inversione dei poli magnetici fin dalla fine degli anni ’60. I poli magnetici della Terra non sono statici: sono generati da correnti elettriche dal nucleo esterno liquido del pianeta, costantemente in movimento.
Negli ultimi tempi, il polo nord magnetico della Terra ha vagato un bel po’ lungo tratti di Russia settentrionale.
Una catastrofe sottovalutata
Gli scienziati non pensavano che l’ultima inversione dei poli magnetici avesse avuto un impatto ambientale importante. Certo, il campo magnetico del pianeta si indebolì, consentendo a più raggi cosmici di penetrare nell’atmosfera, ma si credeva che la vita vegetale e animale non fosse stata fortemente influenzata.
Un nuovo studio suggerisce un fenomeno più drammatico: durante l’inversione dei poli magnetici i raggi cosmici aggiuntivi potrebbero aver ridotto le concentrazioni di ozono, portando a molte più radiazioni ultraviolette nell’atmosfera.
I cambiamenti climatici potrebbero aver ampliato la calotta glaciale sul Nord America e asciugato l’Australia, provocando l’estinzione di molte grandi specie di mammiferi. Una tempesta solare, nel frattempo, potrebbe aver spinto gli antichi umani a cercare rifugio nelle caverne, e ad estinguersi per la scarsità di risorse.
La fine dei giorni
“Potrebbe essere stato un momento incredibilmente spaventoso, quasi come la fine dei giorni”, ha detto Chris Turney, geologo presso l’Università del New South Wales, in un video che descrive la nuova ricerca.
Gli scienziati non hanno elaborato una teoria definitiva sul perché i Neanderthal siano scomparsi. Alcune ricerche suggeriscono che la loro estinzione sia avvenuta naturalmente, poiché i Neanderthal si sono incrociati con gli umani moderni o la popolazione è diventata troppo piccola per cacciare, accoppiarsi e allevare figli. Altri scienziati hanno ipotizzato che i Neanderthal possano essere stati in competizione per le risorse quando gli esseri umani moderni hanno iniziato a popolare l’Europa.
Probabilmente però non è una coincidenza che i Neanderthal si siano estinti in concomitanza con una importante inversione dei poli magnetici terrestri, suggerisce lo studio di Turney.
“È da poco che sul tema hanno iniziato a confrontarsi diverse aree disciplinari,” dice il coautore dello studio Alan Cooper. “E tutte convergono sul probabile impatto dell’evento chiave di 42.000 anni fa.
Cos’è l’inversione dei poli terrestri?
L’inversione dei poli terrestri è un processo che avviene nell’arco di migliaia di anni. I poli nord e sud si scambiano di posto e avviene anche l’inversione dei poli magnetici. Questo provoca un cambiamento del clima terrestre e della distribuzione di animali e piante.
Antichi alberi e grotte contengono indizi di una inversione dei poli magnetici e del disastro climatico
Per scoprire cosa è successo ai poli terrestri (e al clima terrestre) 42.000 anni fa, gli scienziati hanno chiesto ad un neozelandese che all’epoca ha assistito all’evento: un antico albero kauri. Gli anelli dell’albero fungono da registrazione dei livelli di radiocarbonio (un isotopo radioattivo) nell’atmosfera. Questi anelli hanno mostrato la prova dell’aumento del radiocarbonio nel momento in cui i campi magnetici sono cambiati, un evento noto come “escursione di Laschamps”.
L’evento dell’inversione dei poli magnetici non è unico nella storia del nostro pianeta. Il British Geological Survey stima che capovolgimenti simili si verificano ogni milione di anni.
Durante questa inversione dei poli, lo scudo magnetico che protegge il nostro pianeta dal vento solare si indebolisce. I poli magnetici nord e sud della Terra, da non confondere con i punti geografici più a nord e più a sud del pianeta, si scambiano di posto.
L’escursione di Laschamp
L’esempio più recente di questo capovolgimento magnetico è avvenuto probabilmente in un arco di 1.000 anni.
“In quel processo di inversione dei poli il campo magnetico terrestre di fatto è quasi scomparso”, ha detto Turney. “Il pianeta è stato bersagliato da tutte queste particelle ad alta energia provenienti dallo spazio”.
Se il sole avesse emesso livelli molto elevati di radiazioni in una tempesta solare durante quel periodo, i Neanderthal potrebbero aver dovuto cercare disperatamente un riparo.
La prima crema solare
In effetti, l’escursione di Laschamps ha coinciso con un aumento dell’uso di grotte in Europa e nel sud-est asiatico. In particolare, i ricercatori hanno trovato nelle grotte impronte di mani di ocra rossa che risalgono a circa 40.000 anni fa.
Secondo il nuovo studio, questo pigmento potrebbe essere servito come un’antica forma di crema solare.
Le impronte di mani con ocra rossa nella grotta El Castillo in Spagna potrebbero rappresentare proprio l’uso di questa antica protezione solare.
Inversione dei poli magnetici ed estinzione dei Neanderthal: servono più dati
Non tutti i ricercatori sono convinti dall’analisi di Turney e Cooper. Chris Stringer, antropologo del Natural History Museum di Londra, ha detto a The Guardian che sebbene l’escursione a Laschamps possa aver contribuito alla scomparsa dei Neanderthal, è difficile sapere esattamente quando si sono estinti.
“Sono sopravvissuti più a lungo e si estendevano più ampiamente rispetto alla sola Europa, e abbiamo dati molto scarsi sui tempi della loro scomparsa finale in zone dell’Asia”, ha detto Stringer.
James Channell, un geologo dell’Università della Florida, ha detto a NPR che i carotaggi di ghiaccio risalenti a 42.000 anni fa non indicano una crisi climatica globale. Tuttavia, ha aggiunto, “sembra esserci un collegamento” tra l’estinzione di grandi mammiferi e l’indebolimento del campo magnetico terrestre.
Ad ogni modo, il nuovo studio offre un suggerimento su cosa potrebbe accadere se ci fosse una nuova inversione dei poli magnetici.
Una nuova inversione dei poli magnetici potrebbe essere imminente?
Gli scienziati sanno che il campo magnetico terrestre si è indebolito di circa il 9% negli ultimi 170 anni. Anche il polo nord magnetico si è spostato più rapidamente dagli anni ’90, a una velocità compresa tra i 50 e i 64 chilometri all’anno.
“Questo ha alimentato i timori che una nuova inversione dei poli magnetici possa essere imminente”, hanno scritto i ricercatori. Un tale evento potrebbe potenzialmente mettere fuori uso reti elettriche e satellitari. Tra gli effetti nefasti dell’eventuale inversione dei poli terrestri, anche una (molto) maggiore esposizione a malattie come il cancro.
La maggior parte delle ricerche concorda però sul fatto che qualsiasi possibile inversione magnetica sarebbe nelle sue fasi iniziali. Il campo magnetico terrestre è ancora molto più forte dell’ultima inversione dei poli magnetici. In sintesi: inversione campo magnetico? Non ora, baby.