La pandemia ha decisamente aumentato le sperequazioni. C’è chi ha realizzato guadagni da capogiro, come Amazon (più 25 miliardi di euro, praticamente il PIL dell’Honduras), e chi ha chiuso o è fallito. I piccoli negozi di vicinato sono in assoluto i più colpiti da questa crisi.
Per riscoprirli abbracciando al contempo la sostenibilità ambientale si fa avanti un’azienda che realizza vere e proprie reti commerciali basate sui negozi e le attività di vicinato. Si chiama XTribe, è nata nel 2012 e da allora ha perfezionato il suo geomarketplace proprietario.

XTribe, attività di vicinato in sinergia
L’app Xtribe permette a punti vendita, professionisti e privati di vendere prodotti e servizi. Gli utenti iscritti possono a loro volta sia vendere che utilizzare il baratto come forma di acquisto, con un focus speciale sulla lotta agli sprechi e il rilancio delle attività di vicinato.
“Il nostro obiettivo principale,” dice Mattia Sistigu, co-fondatore di XTribe, “era quello di far scendere le persone nelle strade del quartiere e fare anche affari, abbandonando le dinamiche tipiche dell’e-commerce, ridando valore alle relazioni umane e incentivando il commercio e le attività di vicinato”.
Con Xtribe siamo riusciti fin dalle prime battute ad incentivare il commercio nei negozi o nelle attività di vicinato. Con la nostra App puoi scoprire che l’oggetto del desiderio o il servizio di cui vogliamo godere non si trova necessariamente oltreoceano. Per averlo non bisogna scomodare corrieri, trasporti e così via: basta recarsi nel negozio o nell’attività sotto casa o magari incontrarsi con un xtriber in un bar e fare due chiacchiere. Questo aspetto ha convinto tutti fin dal principio.
Mattia Sistigu, co-founder XTribe
Bypassare il delivery
La logica operativa di XTribe punta tutto sulla condivisione di intenti e sulla vicinanza. Attività di vicinanza, commercio di quartiere e sostenibilità ambientale hanno tutte un filo rosso, quello della prossimità. Gli utenti possono passare facilmente dall’online all’offline, riscoprendo i posti più vicini ed entrando direttamente in contatto con loro.

Xtribe (https://www.xtribe.com/), infatti, consente di vedere i prodotti e servizi disponibili nelle immediate vicinanze. Due capisaldi: la geolocalizzazione, che indica chi e cosa sta vendendo, barattando o noleggiando, e la chat interna. Con quella, tutte le attività di vicinato e gli utenti interessati possono tenersi in contatto e concordare un incontro, o un ritiro in punto vendita. In questo modo l’acquisto avverrà con la certezza che il prodotto è realmente e immediatamente disponibile.
Se attraverso un’app una persona ha la possibilità di trovare un prodotto a poche decine o centinaia di metri di distanza, la prospettiva cambia. Potrà uscire di casa, raggiungere il punto vendita e acquistare esattamente ciò che vuole, sicura di trovare al 100% quello che cerca. Tutto questo significa ‘portare’ una persona in un piccolo punto vendita ed evitare che si affidi a una spedizione, o faccia diversi chilometri per raggiungere un grande centro commerciale. Una dinamica che, moltiplicata per migliaia di persone, ha un impatto tangibile sia sul commercio locale che sull’ambiente.
Non solo vendita, ma anche baratto e noleggio
XTribe ha tre differenti modalità con un solo denominatore comune: abbattere ogni tipologia di spreco. Oltre a riportare il focus del commercio offline, aiuta a riscoprire modalità “green” di transazione.
Il 25% delle operazioni all’interno dell’app, infatti, viene conclusa attraverso l’attività del baratto. Da non sottovalutare anche l’importanza crescente del noleggio che consente di servirsi di un bene per soddisfare un’esigenza circoscritta nel tempo, con il vantaggio di non acquistare ciò che non è strettamente necessario e che non verrà utilizzato più volte. Una modalità che evita sprechi di risorse e permette di dare nuova vita a oggetti che, una volta comprati per soddisfare una determinata esigenza, resterebbero inutilizzati in un cassetto.
Una buona soluzione per recuperare le attività di vicinato, adatta perlopiù ai piccoli centri, si direbbe. E invece.
“Il modello Xtribe è veramente versatile,” dice Sistigu, “e con le giuste tarature si può adattare bene anche ad altre culture e mondi diversi dal nostro. Per ora, per esempio, siamo siamo già sbarcati a New York. Poi chissà: noi non vogliamo imporci dei limiti.”