Molti esperti di salute pubblica riuniti in un’associazione USA senza fini di lucro, la CCFC, hanno scritto oggi una lettera a Mark Zuckerberg. Perchè? Per sollecitare Facebook ad abbandonare i suoi piani per una nuova versione di Instagram destinata ai bambini sotto i 13 anni. Una piattaforma che a loro avviso “metterebbe i giovani utenti a grande rischio”. Concordo con loro.
La piattaforma, che nelle intenzioni di Facebook non includerà pubblicità, è progettata per i bambini al di sotto dell’età minima per Instagram, che è 13 anni. L’azienda di Menlo Park afferma anche di essere alla ricerca di nuovi metodi, incluso l’uso dell’intelligenza artificiale, per confermare che gli utenti siano tutti oltre quella soglia d’età.
Perchè proprio 13 anni?
Questa limitazione di età è un prodotto di una legge americana del 1998 chiamata Children’s Online Privacy and Protection Act (COPPA). Questa legge stabilisce requisiti più rigorosi e potenziali responsabilità finanziarie per le piattaforme online che raccolgono informazioni personali sugli utenti sotto i 13 anni senza il consenso dei genitori. Gli esperti temono che i social media rappresentino ulteriori minacce anche per i bambini piccoli.
“L’attenzione di Instagram sulla condivisione di foto e sull’aspetto rende la piattaforma particolarmente inadatta per i bambini che si trovano in fasi cruciali dello sviluppo del proprio senso di sé”, hanno scritto a Facebook i rappresentanti di questa organizzazione. “Bambini e adolescenti (in particolare le ragazze) associano foto di sé eccessivamente sessualizzate e modificate a maggiore attenzione e popolarità tra i loro coetanei.”
Gli esperti di salute pubblica e i gruppi a tutela dell’infanzia che hanno firmato la lettera sostengono anche che i social media creati per i bambini potrebbero violare la privacy dei giovani e creare un’infinità di potenziali danni, tra i quali anche l’aumento del rischio di depressione.
Instagram per bambini in un quadro già rischioso
“Durante la pandemia, ho sentito innumerevoli storie di genitori di bambini in età elementare su interazioni drammatiche e problematiche che si verificano sui social media. Situazioni per cui i bambini non erano pronti”, dice Jenny Radesky, professore di pediatria presso l’Università del Michigan. “Un Instagram per bambini è l’ultima cosa di cui hanno bisogno.”
La lettera arriva in un periodo di sforzi dei giganti della tecnologia per creare app e strumenti incentrati sui bambini. Il rischio è queste app creino dipendenza (precoce) e siano dannose per la salute mentale e l’autostima dei giovani.
Facebook: “è un modo per tenerli lontani dalla piattaforma principale”
Le iniziative per creare piattaforme “for kids” sono anche uno sforzo per limitare il fenomeno che vede i ragazzini con meno di 13 anni entrare lo stesso sui social con credenziali false. È uno dei temi principali della difesa che Facebook fa delle sue scelte. Per questo a casa Zuckerberg gettano acqua sul fuoco. “La realtà è che i bambini sono già online”, dice la portavoce di Facebook Stephanie Otway. “Vogliono entrare in contatto con la loro famiglia e i loro amici, divertirsi e imparare, e noi vogliamo aiutarli a farlo in un modo che sia sicuro e appropriato all’età “.
Un catalogo per pedofili
La prospettiva che adulti malintenzionati interagiscano con i bambini su Instagram è particolarmente preoccupante. Il mese scorso, Instagram ha aggiunto nuove funzionalità per limitare i messaggi diretti tra adolescenti e adulti che non li seguono. Niente di trascendentale. L’azienda ha rilanciato sul suo blog, dicendo che sta studiando come rendere più difficile per gli adulti con “comportamenti potenzialmente sospetti” interagire con i giovani.
Io ci vedo solo problemi. E non sarebbero i primi, peraltro. Le aziende BigTech hanno già tentato in passato di raggiungere un pubblico di bambini, con risultati catastrofici. Nel 2017 la stessa Facebook lanciò una versione di Messenger per bambini. Solo due anni dopo l’azienda affrontò e risolse un bug che permetteva ai bambini di entrare in chat di gruppo con estranei non approvati da genitori. Oggi, Facebook dichiara di avere più di 7 milioni di bambini attivi mensilmente su Messenger Kids.
Anche YouTube riscontra problemi con la sua app per i più piccoli, YouTube Kids, lanciata nel 2015. Sono diversi i video inappropriati che di volta in volta riescono a “bucare” i controlli. Le accuse alla piattaforma sono quelle di mostrare ai bambini contenuti scadenti, zeppi di prodotti (posizionati nei video, non in forma diretta di pubblicità) e con scarsa moderazione.