Lo studente di design industriale Minwook Paeng ha creato un terzo occhio robotico fissato sulla fronte. Riconosce gli ostacoli quando i veri occhi di chi lo indossa sono incollati allo smartphone.
La speciale "protesi" apre automaticamente la palpebra di plastica quando la testa è inclinata verso il basso ed emette un ronzio di avvertimento se viene rilevato un pericolo fino a un metro più avanti. Non riesco a smettere di ridere, ma continuo per voi.
Il terzo occhio consente agli utenti di navigare nelle loro vite mentre inviano messaggi o scorrono Instagram, senza interruzioni da ostacoli del mondo reale.
Una ehm, bella prova di design
Prima di organizzare una spedizione punitiva (mi porrei alla vostra testa) devo dirvi che il terzo occhio è stato sviluppato da Paeng come parte della sua laurea in Ingegneria dell'Innovazione e Design presso il Royal College of Art e l'Imperial College di Londra. Ed è un progetto serio, tecnologico, ma dalle intenzioni (per fortuna) satiriche, sottolineando una tendenza che in futuro dovremo approfondire: gli esseri umani si stanno evolvendo in "phono sapiens". Ne usciremo fuori prima di trasformarci?
Usando gli smartphone e una cattiva postura, le vertebre del collo si sporgono in avanti dandoci la 'sindrome del collo di tartaruga' e i mignoli su cui poggiamo i nostri telefoni si piegano col tempo. Se non cambiamo supporti, questi piccoli cambiamenti da uso di smartphone si accumuleranno e tra qualche generazione creeranno una nuova forma di umanità.
Minwook Paeng
Come è fatto il terzo occhio robotico

Costruito utilizzando la piattaforma elettronica open source Arduino , il dispositivo è costituito da un corpo in plastica traslucida fissato direttamente alla fronte utilizzando un sottile cuscinetto in gel. L'alloggiamento del terzo occhio ospita un altoparlante e un giroscopio, un sensore che rileva l'orientamento del telefono e ruota automaticamente lo schermo.
In questo caso, il giroscopio serve a rilevare quando la testa dell'utente è inclinata verso il basso e apre la palpebra di plastica per rivelare un sensore sonar.
Il componente nero che sembra una pupilla è un sensore a ultrasuoni per rilevare la distanza. Quando un ostacolo si trova davanti all'utente, il sensore a ultrasuoni lo rileva e lo informa tramite un cicalino collegato.
Minwook Paeng
Il vero "terzo occhio" non è l'oggetto di Paeng, ma il progetto stesso
Nell'ambito di certe tradizioni religiose/esoteriche, il "terzo occhio" (noto anche come l'occhio interiore) è ritenuto un organo capace di percepire realtà invisibili situate oltre la visione ordinaria. Il progetto di Paeng ha un approccio simile: non cerca di negare o denigrare le nostre pessime abitudini con lo smartphone (io in primis). Le accetta come una realtà inevitabile e alla fine spera di rendere in questo modo evidente l'assurdità di dare la priorità agli schermi rispetto alle interazioni della vita reale.
Lo smartphone è penetrato nella vita moderna così profondamente che è impossibile negare l'evoluzione del phono sapiens. Spero che l'atto di sottolineare ironicamente quello che stiamo facendo con i nostri smartphone possa aiutare le persone a prendersi del tempo per rifletterci.
Minwook Paeng