Nella città di Seversk il gigante russo dell’energia nucleare Rosatom ha iniziato la costruzione di BREST-OD-300, un’unità di potenza alimentata con un innovativo reattore a neutroni veloci.
“La riuscita attuazione di questo progetto consentirà al nostro Paese di diventare il primo proprietario al mondo di questa tecnologia nucleare,” dice il Direttore Generale di Rosatom Alexey Likhachev.
Quella a neutroni veloci è una tecnologia che soddisfa pienamente i principi dello sviluppo sostenibile. Lo fa in termini di ambiente, accessibilità, affidabilità ed uso efficiente delle risorse.
Alexey Likhachev
Neutroni veloci: l’energia nucleare al livello successivo?
Ok, io la notizia ve l’ho data. La Russia ha sviluppato una nuova tecnologia nucleare, sissignore. Prima che quella vocina nella vostra testa, “Chernobyl – Chernobyl – Chernobyl – Chernobyl” si prenda tutta la vostra attenzione, fatevi dire di più.
Secondo il presidente dell’Istituto Kurchatov Mikhail Kovalchuk, il progetto russo (per ora un’unità sperimentale da 300 MWe) mira a portare l’energia nucleare a un nuovo livello.
Ma come funziona questo tipo di reattore a neutroni veloci? E che vantaggi e svantaggi porta con sé?
Come funziona il nucleare a neutroni veloci
Il reattore funzionerà con un combustibile misto di nitruro di uranio-plutonio (combustibile MNUP), sviluppato appositamente per l’impianto. La centrale farà parte integrante del Pilot Demonstration Energy Complex (PDEC), un gruppo di tre strutture uniche interconnesse, che serviranno a dimostrare tutto il ciclo.
Ci saranno un impianto di produzione di combustibile nucleare (per la fabbricazione e la rifabbricazione), l’unità di potenza a neutroni veloci BREST-OD-300 e l’impianto per il ritrattamento del combustibile radioattivo.
Il vantaggio dei reattori a neutroni veloci è la loro capacità di usare in modo efficiente i sottoprodotti secondari del ciclo del combustibile (in particolare il plutonio) per la produzione di energia.
Oltre ad avere un alto fattore di rigenerazione, i reattori a neutroni veloci possono produrre più carburante potenziale di quello che consumano, e anche bruciare (cioè utilizzare nel processo di generazione di energia) elementi transuranici altamente attivi, chiamati attinidi.
Niente pericoli di fusione?
Sembrerebbe di no. Il design del reattore raffreddato a piombo si basa sui principi della cosiddetta “sicurezza naturale”, che consente di abbandonare la trappola di fusione.
Con il lancio di BREST, la Rosatom e l’intera industria nucleare mondiale stanno andando avanti. Le tecnologie nucleari sviluppate da organizzazioni e istituti di ricerca russi stanno guidando il settore energetico mondiale.
Rafael Grossi, capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica
Il reattore a neutroni veloci BREST-OD-300 dovrebbe iniziare a funzionare nel 2026. Entro il 2023 sarà costruito l’impianto di produzione di carburante ed entro il 2024 il modulo di ritrattamento del combustibile irradiato.
Sentite ancora quella vocina? Io sì. Il passato è sempre duro da dimenticare.