Nel suo sesto report, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha sottolineato che l’influenza umana nel riscaldamento globale è “inequivocabile”.
Innalzamento dei mari: tra le altre cose, è praticamente certo che il fenomeno continuerà a crescere nel 21° secolo. Fare in modo che le persone si preoccupino di queste conseguenze, però, è tutta un’altra questione: un team di ricercatori canadesi e americani sta usando l’intelligenza artificiale per mostrare a scettici e “distratti” gli effetti delle inondazioni che vedremo nel prossimo futuro.
Innalzamento dei mari: aprite gli occhi e reagite
Il lavoro, spiegano i ricercatori, ha lo scopo di combattere l’inazione. “È stato scoperto che la visualizzazione degli effetti del cambiamento climatico e specie dell’innalzamento dei mari aiuta a superare il distanziamento. Si tratta di un fenomeno psicologico che fa percepire questo pericolo come temporalmente e spazialmente distante e incerto. E quindi non fa reagire”, hanno scritto .
Le immagini di eventi meteorologici estremi e dei loro impatti sono particolarmente suscettibili di innescare cambiamenti comportamentali. Ricerche precedenti hanno dimostrato che la simulazione di prospettive in prima persona sull’innalzamento dei mari può contribuire a ridurre il distanziamento.
ClimateGAN ci mostra le dimensioni del problema
I ricercatori hanno creato un modello chiamato ClimateGAN (sapete cosa sono le GAN, vero?) che “sfrutta sia i dati simulati che quelli reali per generare immagini realistiche”. Di cosa? Del disastro che ci aspetta finchè non ci muoviamo a cambiare direzione. ClimateGAN sfrutta prima un modello Masker, che prevede come sarebbe un’immagine sott’acqua. Quindi, utilizza un modello Painter (a sua volta utilizzando GauGAN, un modello di deep learning di Nvidia Research) per generare le trame dell’acqua appropriate in base all’immagine di input e alla previsione del modello masker. Faccio prima a mostrarvelo: ecco.

Per addestrare l’intelligenza artificiale, gli autori hanno raccolto in totale 6740 immagini: 5540 scene non allagate per addestrare il modello Masker, e 1200 per il modello Painter. Ora mettono a disposizione di altri ricercatori questo lavoro, per perfezionare ancora di più questi modelli.
Che attualmente hanno delle limitazioni, notano i ricercatori.
Un Google Street View che mostri il mondo flagellato
Quali sono queste limitazioni? “Un’estensione intuitiva del nostro modello sarebbe quella di rendere le inondazioni dovute ad innalzamento dei mari a qualsiasi altezza scelta. Abbiamo problemi a farlo, perchè non esiste un insieme di dati di mappe stradali a diverse altezze.”
L’obiettivo sarebbe quello di mostrare vari effetti per altrettanti scenari, così da far capire ancora di più la correlazione diretta tra il fare qualcosa contro il riscaldamento climatico (e il conseguente innalzamento dei mari) e il non fare niente. Sperando che serva a dare la scossa a un po’ di gente, perfino a quella che nega ancora il fenomeno nonostante siano 150 anni che ne siamo a conoscenza.
Il codice per ClimateGAN, insieme ai dati simulati, è disponibile su GitHub.