Domenica Rubino dirige il Washington Center for Weight Management and Research di Arlington, in Virginia ed aiuta la gente a perdere peso. Non tutta, però. Per sua ammissione, c’è un mucchio di pazienti letteralmente schiacciati dall’obesità, che fino a ieri non riusciva ad aiutare in alcun modo.
Persone che pur tentando diete di ogni tipo, esercizi, interventi chirurgici finiscono sempre per riprendere peso. Alcuni hanno problemi legati ad obesità grave, come diabete, ipertensione, artrite.
Da poco, tutta questa gente ha di nuovo una speranza. C’è una nuova classe di farmaci contro l’obesità che sta colpendo nel segno, perchè agisce direttamente sull’asse cervello-intestino che regola l’appetito.

Wegovy contro l’obesità: funziona…
“Siamo finalmente in grado di aiutare a perdere peso anche le persone che subiscono le maggiori complicazioni dell’obesità”, dice la Rubino.
Del farmaco che fa gridare tutti al miracolo, la semaglutide, vi ho parlato sei mesi fa. È stato approvato nel giugno 2021 con il nome “Wegovy” per il trattamento di persone con un indice di massa corporea compreso nell’intervallo di obesità o appena al di sotto, ma con problemi di salute legati al peso.
Uno studio pubblicato lo scorso anno sul New England Journal of Medicine ha scoperto che, in media, chi ha assunto semaglutide ha perso il 14,9% del suo peso corporeo iniziale rispetto al 2,4% del gruppo placebo.
Sono risultati eccezionali, il doppio di quelli ottenuti dai precedenti farmaci anti obesità. Alla riduzione di peso si accompagnano benefici nella pressione sanguigna, nella glicemia e nei grassi saturi.

…ma ha una grossa controindicazione
Robert Kushner della Northwestern University, uno dei principali ricercatori dello studio, sottolinea che il farmaco è un nuovo paradigma per il trattamento ormonale dell’obesità.
Perchè ormonale? Perchè “imita” un ormone intestinale chiamato GLP-1 (glucagone-like peptide-1) che agisce su tre fronti. Sul pancreas aumenta la produzione di insulina. Sullo stomaco per rallentare lo svuotamento. Sul cervello per ridurre l’appetito e segnalare la sazietà. I pazienti mangiano di meno e non sono disturbati dalla fame, reale o “nervosa”.
L’inconveniente è uno, ma è notevole: questi farmaci vanno usati per tutta la vita, proprio come quelli per il diabete, altrimenti i benefici vanno perduti. Uno studio del 2021 condotto dalla stessa Rubino mostra i pazienti riprendono peso se interrompono l’assunzione del farmaco.
Questo può farci capire anche che l’obesità grave non è una condizione transitoria legata principalmente a fattori comportamentali e ambientali, come molti la vedono. Piuttosto, secondo diversi studi, si tratta di una malattia cronica e recidivante, che sconvolge molteplici sistemi fisiologici.

Dubbi importanti
La prospettiva di una vita di iniezioni settimanali per mantenere la perdita di peso solleva molte domande, specie sulla sicurezza: tutto ciò che altera funzioni fondamentali come il metabolismo e l’equilibrio energetico può avere notevoli effetti collaterali.
Certo, nello studio sul farmaco è emerso che solo il 4,5% dei pazienti trattati ha accusato sindromi gastrointestinali, e i ricercatori dicono che preso a basso dosaggio questo farmaco ha un buon profilo di sicurezza. La dose da prendere per perdere peso, però, è più grande: e assunta per decenni potrebbe presentare problemi ancora non noti.
Un altro problema? Senza dubbio il costo. Parliamo di oltre 1300 euro al mese: la domanda è molto alta, ma nei paesi con una sanità di tipo privato è praticamente un incubo. Come dire: l’obesità è causa di molti mali, ma è anche conseguenza.