I visori AR sono appena nati (Apple è ancora “in utero”), e già rischiano l’estinzione: le lenti a contatto stanno per posizionare i display di realtà aumentata direttamente nell’occhio. Ricordate Mojo Vision? Poco prima del Covid (gennaio 2020, ne parlammo qui) presentò il primissimo prototipo del suo dispositivo. Oggi lo stesso CEO di Mojo Vision Drew Perkins si è offerto volontario per provare la prima versione funzionante.
Un futuro possibile (non certo) e remoto (non prossimo) potrebbe contemplare dispositivi minuscoli impiantati nel nostro corpo e capaci di trasmettere immagini direttamente alla corteccia visiva. Fino ad allora, il fattore di forma più piccolo che possiamo immaginare è quello delle lenti a contatto. E Mojo è l’azienda più vicina a renderle una realtà.
Mojo Vision, i display nelle lenti a contatto fanno strada
Nel suo settimo anno di sviluppo, Mojo è riuscito a mettere un quantità incredibile di cose nello spazio minuscolo di un paio di lenti a contatto. Per cominciare, hanno il più piccolo e denso display al mondo in grado di mostrare contenuti dinamici: un MicroLED monocromatico verde “grande” meno di 0,5 mm (0,02 pollici) di diametro, con una risoluzione di 14.000 pixel per pollice. Hanno un processore ARM Core M0, una radio da 5 GHz in grado di comunicare a bassissima latenza.
Che altro? Accelerometri, giroscopi e magnetometri per tracciare i movimenti oculari con estrema precisione, e mantenendo sempre stabile l’immagine proiettata davanti all’occhio. Hanno una micro-batteria di livello medico, abbastanza grande da funzionare tutto il giorno (nella versione finale) e un sistema di ricarica wireless.
Non serviranno comandi vocali, smartphone o altro: per usare le lenti a contatto di Mojo Vision basteranno le mani, tracciata attraverso i movimenti oculari.
Incredibile, ma vedo
Segnate la data: il 23 giugno nei laboratori di Mojo Vision in California un uomo ha indossato per la prima volta al mondo delle lenti a contatto di realtà aumentata. E’ il CEO dell’azienda, come detto, e ha commentato in modo piuttosto laconico.
Dopo aver completato i test preclinici e mitigato i potenziali rischi per la sicurezza, ho indossato Mojo Lens. Con mia grande gioia, ho scoperto che potevo interagire con una bussola per trovare la mia direzione, visualizzare immagini e usare un teleprompter sullo schermo per leggere una citazione. Ho sperimentato in prima persona il futuro con l’Invisible Computing… è stato stimolante. Vedere il futuro mi ha letteralmente tolto le parole.
Drew Perkins sul blog aziendale
E adesso?
Mojo Vision farà testare le lenti a contatto a sempre più personem fino alla versione per il mercato che richiederà l’approvazione dalla FDA americana. E nel frattempo, studia tutte le possibili app da utilizzare per esaltare le funzioni di questo dispositivo.
Quante potranno essere? Tantissime. Un navigatore sempre “a vista”. La possibilità di leggere senza avere un gobbo davanti. Un assistente sempre attivo ed invisibile agli altri, per ottenere informazioni senza più essere legati a monitor o display di smartphone. Mille altre applicazioni possibili, comprese quelle che potranno migliorare le attività quotidiane di tanti ipovedenti.
Certo, non credo sarà pronto entro un anno, forse neanche due. Ma da qualche parte tra il 2025 e il 2030 potremmo ritrovarci qualcosa in grado di dare parecchio filo da torcere ai dispositivi attuali.
E nuovi problemi agli esseri umani.