Un team cinese di scienziati ha clonato un lupo artico per la prima volta al mondo. Il risultato potrà rafforzare le ricerche per evitare l'estinzione di numerose specie, e garantire la biodiversità.
Difficile ma importante
La clonazione di animali ha una lunga storia alle spalle: questo cucciolo di lupo artico arriva dopo sole 25 altre specie, a ben 26 anni dal primo successo. Lo ricorderete tutti, clamoroso e "fortunato": nel 1996 la pecora Dolly fu clonata dall cellula di un animale adulto dopo ben 277 tentativi falliti.
Dalle cellule della pelle di Maya, lupo artico del parco a tema Harbin Polarland raccolte nel 2020, una beagle "mamma surrogata" ha dato alla luce un lupo artico clonato e sano.
A riuscire nella nuova impresa (Maya "2.0" è frutto dell'impianto di 85 embrioni) è stata la Sinogene Biotechnology, una società biotecnologica con sede a Pechino.


Due gocce d'acqua
"Dopo due anni di scrupolosi sforzi, il lupo artico è stato clonato con successo", esulta Mi Jidong, direttore generale di Sinogene, nella recente conferenza stampa di presentazione dei risultati. “È il primo caso di questo genere al mondo”.
Al 19 settembre Maya aveva 100 giorni ed era in buona salute. Ora si trova con la madre surrogata in un laboratorio Sinogene, ma si trasferirà ad Harbin Polarland, dove potrebbe dover vivere per tutta la vita, a causa della mancanza di socializzazione precoce con altri lupi.
Inevitabile, perché pur avendo lo stesso genoma del lupo originale, Maya 2.0 non ha vissuto con altri lupi, ma con un cane.
Oggi il lupo artico, e domani?
Il lupo artico non è una specie in via di estinzione (per sua fortuna abita in regioni remote, lontane dagli umani). Certo, in futuro il cambiamento climatico potrebbe rendere più difficile per questa specie trovare cibo, il che potrebbe metterla a rischio.
Intanto, però, le conoscenze acquisite dalla creazione di Maya potrebbero aiutare i ricercatori a creare cloni sani di altri mammiferi in via di estinzione o addirittura già estinti. Altri team stanno attualmente lavorando per resuscitare sia l'estinta tigre della Tasmania che, cosa ancor più ambiziosa, il mammut lanoso (ne ho parlato qui).
Niente male in piena sesta estinzione di massa, e per giunta con il nostro zampino.
Garantire che la Terra rimanga un pianeta ricco di biodiversità è la chiave per la sopravvivenza della nostra stessa specie: la prima clonazione di un lupo artico potrebbe aiutarci a fare la nostra parte per "riparare" i danni.