La ricerca di soluzioni ai cambiamenti climatici rivela un insospettabile alleato che conosco molto da vicino. Il grande Luciano De Crescenzo diceva “Napoli è l’ultima speranza per l’umanità”. Forse dovreste prendere alla lettera questa frase.
Cool City Project, a Napoli parte l’atlante del raffreddamento
Un team congiunto di studenti italiani e americani sta provando a realizzare con la scansione laser LIDAR un censimento ed una mappa degli antichi acquedotti e dei sistemi idrici della città di Napoli. L’obiettivo è capire come questo modello può difendere le città moderne dal surriscaldamento globale. Il progetto si chiama Cool City Project, e qui potete saperne di più.
Intervistato da NBC News, Nick De Pace (architetto e professore alla Rhode Island School of Design) ricorda che Napoli è detta anche “il paese del Sole”. Non è un fatto positivo, in questo caso:
È una città densamente abitata in un’area che affronta un riscaldamento geotermico. Ed in un’era di cambiamenti climatici.
Ha ragione. Modestamente, non ci facciamo mancare niente.
Affrontare le alte temperature
Gli antichi romani erano all’avanguardia in molti settori: non faceva eccezione quello della pianificazione urbana, compresa quella relativa ad acquedotti e sistemi idrici.
Di questo importantissimo reticolo, Napoli ha ereditato diverse strutture e corsi d’acqua presenti ancora oggi.
“Quell’acqua non è rifiuto”, dice De Pace. “Se potessimo tenerla in una rete sotterranea senza indirizzarla nelle fognature, sarebbe il sistema di raffreddamento perfetto”.
E non sarebbe male partire proprio da Napoli, che ha avuto sempre qualche difficoltà a far fronte alle alte temperatura, date alcune importanti carenze infrastrutturali. Entro la metà di questo secolo, poi, le stime dicono che la città sarà sottoposta ogni anno a due o tre mesi di caldo estremo.

Che calore!
Napoli ancora una volta come paradigma del pianeta. Le città di oggi sono particolarmente a rischio caldo estremo a causa di un fenomeno noto come “effetto isola di calore urbano”. Un’isola di calore urbano è giustappunto un’area metropolitana o urbana molto più calda delle vicine aree rurali a causa dell’attività umana.
La causa principale? È l’aumento di temperatura al suolo, dovuto alla stagnazione di calore e alla riflessione dei raggi solari “intrappolati” nella fitta trama di palazzi e strutture urbane.
La differenza di temperatura è in genere più evidente quando i venti sono più debolo, ed è maggiore di notte che durante il giorno. Una circostanza terribile, perché colpisce le persone in un momento di grande vulnerabilità, facendo vittime al suo passaggio.

Napoli per noi
Cool City Project guarda al sottosuolo di Napoli. Un ventre che ha ospitato, lungo la Storia, fiumi d’acqua e di persone (perseguitati cristiani, famiglie in fuga dalla peste, cittadini al riparo dai bombardamenti).
Da queste viscere può germogliare il seme di un futuro nel quale il calore sia solo una cosa buona, come un caffè servito con un sorriso. Permettete un pensiero poetico!