Non nego che ci sia la (remota) possibilità che a qualcuno di voi piaccia piegare il bucato, ma mi sentirei di dire che non è tra i passatempi più gettonati del mondo.
Sarà per questo che i ricercatori dell’AUTOLAB della UC Berkeley hanno sviluppato Speedfolding? Si tratta di un nuovo metodo robotico per piegare il bucato a velocità record (per un robot).
Sfruttando la visione artificiale, una rete neurale chiamata BiMaMa-Net (BiManual Manipulation Network) e un paio di bracci robotici industriali, SpeedFolding può piegare 30-40 capi di bucato in un’ora. Parlo di capi posizionati alla rinfusa: il robot li “esamina” per un paio di minuti e poi parte all’attacco.
Sembra lento ma…
Sebbene questo ritmo non suoni impressionante rispetto a quello di un essere umano, sappiate che i precedenti metodi robotici di piegatura del bucato raggiungevano solo 3-6 piegature all’ora. Esatto: il lavoro di Yahav Avigal e colleghi di UC Berkeley e Karlsruhe Institute of Technology hanno praticamente decuplicato la rapidità di un robot.
Lo studio
A parte i risultati in termini di velocità, vale la pena leggere il documento (ve lo linko qui) per apprezzare il modo in cui i ricercatori descrivono il problema della piegatura del bucato in termini tecnici.
“Piegare gli indumenti in modo affidabile ed efficiente è una sfida di vecchia data nella manipolazione robotica”, scrivono. Le cause? La “dinamica complessa” e lo “spazio di configurazione dimensionale elevato degli indumenti”.
Traduco io: i capi di bucato si stropicciano facilmente e possono essere ovunque. Per risolvere il problema i ricercatori hanno escogitato un “sistema bimanuale” che può stirare un indumento stropicciato, quindi piegarlo lungo le linee di piegatura preferite fornite dai ricercatori.
Praticamente Marie Kondo, ma senza frangetta.
Il bucato si piega con due mani
Ci sembra un’ovvietà, ma nella robotica nulla è scontato. I precedenti metodi robotici di piegatura degli indumenti si sono “focalizzati principalmente sulla manipolazione a braccio singolo”, secondo gli autori. Il che, immagino, potrebbe spiegare il drammatico aumento della velocità di SpeedFolding, che ne usa due.
Non c’è metodo migliore di quello umano, insomma? Non lo so. Ma so che la rete neurale BiMaMa-Net ha appreso la sua capacità di piegare i vestiti dopo aver studiato 4.300 esempi umani e assistiti da macchine. Qualcosa vorrà dire.
Speedfolding oggi
Il robot industriale “guidato” da questa nuova intelligenza artificiale può piegare un singolo capo di bucato da qualsiasi posizione casuale in meno di 120 secondi (in media) con una percentuale di successo del mercato 93%. Soprattutto, SpeedFolding può applicare ciò che ha imparato a vestiti di materiale, forma o colore diversi rispetto ai vestiti con cui si è allenato.
Fondamentalmente, il sistema deve esaminare lo stato iniziale dell’indumento (usando una telecamera dall’alto) e calcolare dove afferrarlo con le sue due braccia per avviare il corretto processo di piegatura.
Possibili impieghi? Per ora, gli autori del documento menzionano “produzione tessile e logistica, lavanderia industriale e domestica, assistenza sanitaria e ospitalità”.
A quando i robot che piegano il bucato a casa?
Ditemi voi. I ricercatori hanno usato un robot industriale ABB YuMi con le punte delle dita a pinza “estese da piccoli denti stampati in 3D per migliorare la presa”. Un robot dall’aspetto molto simile (YuMI IRB 14000) costa 60.000 euro.
Direi che il sogno di far piegare il bucato da SpeedFolding anche a casa non saranno alla portata della famiglia media, per ora. Ma, ehi, sapete come funziona: se oggi costa un botto, domani potrebbe diventare di massa.
Non disperate, amici pigri rispetto alla piegatura! Scommetto che questa parte di automazione non spaventa né scandalizza nessuno.