Il dipartimento Amazon che gestisce gli assistenti vocali potrebbe accumulare perdite per 10 miliardi di dollari entro la fine di quest’anno. Il team di Alexa, un tempo forte di 10.000 membri, è diventato un candidato privilegiato per i tagli che anche l’azienda di Bezos ha deciso di avviare.
Alexa, una grande promessa…
Amazon Echo ha debuttato nel 2014 ed è stato il primo vero successo dell’azienda come produttore di hardware. Sebbene le prime versioni di assistenti vocali risalissero ad anni prima (Siri ha debuttato nel 2011 sugli iPhone), lo smart speaker è entrato nelle case solo con Echo di Amazon. E ha fatto il botto: dal suo debutto nel 2018, i dispositivi abilitati ad Alexa hanno superato i 100 milioni di vendite.
La strategia di Amazon è stata quasi di stampo militare: l’azienda ha venduto il dispositivo Echo al prezzo di costo per indurre le persone ad usarlo per aumentare le vendite della piattaforma, ma l’altoparlante intelligente non è mai diventato il motore di vendita significativo che l’azienda aveva sperato. E ci credo: ascoltare Alexa che descrive per 3 minuti un detersivo prima di chiedermi se ordinarlo è un’esperienza utente agghiacciante.
…Non mantenuta.
Credo che il grosso equivoco sia nato perchè, come detto, le vendite iniziali di Echo hanno superato le aspettative all’interno dell’azienda. Dopo questo exploit, Amazon (e non solo) ha iniziato a pensare agli assistenti vocali come ad una nuova piattaforma. Ha creato un app store, Alexa Skills, sperando di innescare la stessa selvaggia innovazione che Apple ottenne aprendo il suo App Store nel 2008.
Ha lanciato prodotti di ogni sorta (TV, lampadine, forni a microonde) con Alexa integrato, sperando di rendere l’assistente onnipresente in tutte le case delle persone.
Eppure, proprio l’esistenza di una piattaforma è stato tra i peggiori punti deboli del gruppo di Bezos. Amazon non controlla un sistema operativo (come Microsoft o Apple) e non ha una piattaforma mobile (come Google o Apple). Gli stessi tablet di Amazon hanno solo una versione modificata di Android.
Una radiosveglia potenziata
I dati interni di Amazon e i sondaggi sugli utenti hanno iniziato a mostrare una realtà diversa. I comandi vocali sono ottimi solo per una gamma ristretta di attività: impostare un timer, riprodurre musica, sapere che tempo fa. È vero o no? La maggior parte delle persone non fa molto oltre a questo. Alcune persone smettono addirittura di usare il prodotto dopo poche settimane.
In altri termini, Amazon ha invaso il mercato con un enorme esercito di radiosveglie potenziate. Un paradosso che ha in sé un messaggio: questa tecnologia ha avuto davvero successo, e gli utenti la trovano davvero utile. Solo, la ritengono utile per non molte cose, e le grandi aziende non hanno trovato il modo di fare veri profitti con Alexa, né con altri dispositivi simili.
Anche Google ha ridotto gli investimenti sul suo Assistente, per concentrarsi sugli smartphone. E vogliamo parlare di Cortana o Bixby (rido)? Sono praticamente stecchiti.
Alexa, come andrà a finire?
L’unica azienda che non soffre del problema è Apple, con Siri. Questo perché Apple ha scelto una strada diversa: vende a caro prezzo i dispositivi. La filosofia di Bezos era “vogliamo fare soldi quando le persone usano i nostri dispositivi, non quando li acquistano”. E sperando di attirare gli utenti con un prezzo basso, ha trasformato Echo e Alexa in un gadget di base: economico e insignificante.
Niente di catastrofico, intendiamoci: ma se volete sapere qualcosa in più del futuro di questo settore di Amazon, sappiate che una “radiosveglia potenziata” non può perdere 10 miliardi di dollari all’anno, né dare lavoro a 10.000 persone.