Quest'anno consegna all'Italia non molti traguardi, ma uno è importante e va menzionato: l'Italia è il primo paese europeo per tasso di riciclo dei rifiuti urbani e speciali. A quanto pare, le strategie per incoraggiare i cittadini a riciclare i rifiuti in modo adeguato hanno fatto enormi passi avanti negli ultimi dieci anni, e le prospettive future sono ottime.
Campioni d'Europa
Secondo uno studio condotto da Assoambiente, l'associazione che rappresenta le imprese che gestiscono servizi ambientali e quelle dell'economia circolare, l'Italia è il paese con il tasso di riciclo dei rifiuti più alto in Europa, pari all'83,2%. È un dato nettamente superiore alla media europea del 39,2% : elevatissimo anche rispetto a paesi grandi e sviluppati come Spagna, Francia e Germania, che hanno tassi rispettivamente del 60,5%, 54,4% e 44%. Se ci concentriamo invece sul tasso di circolarità dei matieriali (la percentuale di materiale che viene poi reinserito nell'economia) siamo secondi assoluti, solo 0,6% in meno della Francia (che segna un 22,2%) e comunque molto sopra la media europea del 12,8%.
Due magnifiche notizie al prezzo di una: prima, abbiamo un primato di cui andare davvero fieri. Seconda, sappiamo già dove lavorare per migliorare: nel reimpiego dei materiali riciclati.

Riciclo dei rifiuti, le regioni più virtuose
In Italia c'è una grande disparità tra le regioni in termini di riciclo. Secondo i dati dell'ISTAT, il tasso di riciclo è aumentato in tutte le regioni tranne Trento e Valle d'Aosta, che hanno registrato una diminuzione rispettivamente dello 0,9% e 0,6%. Tuttavia, Trento ha ancora la percentuale più alta di raccolta differenziata, al 76,7%. Seguono il Veneto (76,1%), la Sardegna (74,5%) e la Lombardia (73,3%). Nonostante una leggera diminuzione rispetto al 2019, Trento resta in cima alla classifica.
Il lavoro ancora da fare
Nonostante il più alto tasso di riciclo dei rifiuti e una buona circolarità, c'è ancora da fare per affidarsi completamente all'economia circolare. Una delle sfide principali è aumentare il numero di impianti di recupero e distribuirli in modo più equo in tutto il Paese. Al momento, l'Italia ne ha circa 6.500, principalmente di piccole e medie dimensioni e concentrati soprattutto al centro-nord. Per fare un raffronto, la Germania ne ha circa 10.000.
Inoltre, e qui c'è un piccolo assurdo, circa 4,2 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e industriali vengono esportati e recuperati all'estero. Noi li ricicliamo e li vendiamo (a poco), altri li recuperano e ci guadagnano. Il Governo dovrebbe aumentare il volume di rifiuti recuperati in Italia e creare posti di lavoro incentivando gli investimenti negli impianti, puntando anche sulle rinnovabili per far lavorare questi impianti e abbattere i costi dell'energia.
È importante continuare a promuovere la raccolta differenziata per preservare l'ambiente e ridurre l'impatto dei rifiuti sull'ecosistema. Prossimo obiettivo: campioni del mondo, eh?