Sappiamo tutti quanto la plastica sia un problema per l’ambiente, ma potrebbe presto arrivare una soluzione interessante. I ricercatori della Boise State University, Allison Christy e Scott Phillips, hanno sviluppato un nuovo tipo di plastica del tutto riciclabile realizzata con la stessa materia prima della Super Colla. Potrebbe dare una grossa mano a risolvere la crisi globale dei rifiuti.
Serve davvero tanto
I dati sono sconcertanti: dei quasi 6 miliardi di tonnellate di rifiuti di plastica prodotti a livello globale, meno del 10% viene riciclato. C’è bisogno di un’alternativa, e pure in fretta.
Nei primi test di questo materiale, il polietilene cianoacrilato PECA ha mostrato di avere proprietà simili a quelle dei polimeri convenzionali e di rimanere stabile anche in ambienti caldi e umidi. I ricercatori hanno dimostrato come le lunghe catene polimeriche del PECA possano essere “spezzate” termicamente a 210 °C, ottenendo monomeri che possono essere distillati e trasformati in un prodotto pulito per essere riutilizzati.
Risultato? Il PECA può essere riciclato fino al 93%: per questo i ricercatori sperano che, se prodotto su larga scala, possa sostituire le plastiche tradizionali. E lo sperano anche altri “concorrenti in gara”.
La corsa mondiale a una plastica riciclabile
A parte il polietilene cianoacrilato, diversi laboratori del mondo lavorano allo sviluppo di nuovi tipi di plastica biodegradabile e possibilmente riciclabile al 100%. Tra i materiali “papabili” ci sono il polietilene furanoato (PEF), il polietilene tereftalato glicole (PETG), l’acido polilattico (PLA), il polibutilene succinato (PBS) e altri.
Tutte soluzioni promettenti, ma la loro adozione nell’industria è ancora limitata da problemi di redditività e scalabilità. La ricerca e lo sviluppo in questo settore, però, renderanno queste plastiche riciclabili e biodegradabili più accessibili nel prossimo futuro.
La produzione di PECA non è ancora su scala industriale e c’è ancora molto lavoro da fare, ma i benefici potenziali di questo nuovo materiale di Christy e Phillips presentato su Science Advances (eccovi il link) è un passo significativo nella giusta direzione.