Tenere in mano joystick, mouse e tastiere per giocare potrebbe diventare un ricordo, grazie a Google e al suo Project Gameface. L'obiettivo dell'azienda è di rendere il gaming accessibile e coinvolgente a un pubblico ancora più vasto, eliminando del tutto i controller fisici.
Il futuro del gaming è scritto sulla nostra faccia?
Nell'ultimo evento Google, I/O 2023, tutti si sono concentrati su Bard e sulle altre promesse dell'intelligenza artificiale. Molti meno hanno fatto caso all'annuncio di questo Project Gameface, ma due parole le merita.
Gameface è pensato anzitutto per persone che hanno problemi di motilità, come quelle affette da distrofia muscolare. Date un'occhiata qui.
Senza controller, senza mani e senza limiti
La tecnologia alla base del progetto usa una comune webcam, che inquadra il volto dell'utente. Grazie a avanzati modelli di machine learning, il sistema è in grado di riconoscere e tracciare 468 punti unici sul volto, interpretando con precisione movimenti della testa ed espressioni facciali intenzionali, che vengono tradotti in azioni all'interno del gioco.
E, per essere il più inclusivo possibile, Project Gameface consente anche di regolare il "controller facciale", così da essere utilizzabile anche da chi può compiere solo movimenti molto lievi del viso.

Possibili applicazioni
Project Gameface potrebbe avere un impatto significativo sull'industria dei videogiochi e sulla loro progettazione, considerando sempre più le esigenze di accessibilità e inclusione. L'implementazione di questo tipo di tecnologia potrebbe rendere il gaming più coinvolgente e gratificante per un numero maggiore di persone, indipendentemente dalle loro abilità motorie.
A dirla tutta, l'uso di gesti facciali e movimenti del capo come controller potrebbe aprire nuovi scenari anche per i "tradizionali" videogiocatori, ampliando le loro possibilità di gioco.
Controller facciale, in sintesi
Con un semplice sorriso o un'occhiata, Project Gameface potrebbe aprire le porte del gaming a un pubblico molto più ampio, e ampliarne l'orizzonte al pubblico già presente.
Chissà se fa per me: la mia parte boomer non fa che immaginare schiere di ragazzi pieni di tic facciali, e questo mi lascia perplesso.
Ad ogni modo, se volete saperne di più trovate qui su GitHub il progetto.