Il primo “assalto” dell’intelligenza artificiale in campo medico ha un nome ufficiale: INS018_055. Questo inedito farmaco, uscito direttamente dal calderone della Insilico Medicine, ha appena superato con successo la Fase 1 delle sperimentazioni cliniche e si prepara a entrare nella Fase 2. Ebbene sì, un pezzo di codice informatico ha partorito un farmaco, un potenziale baluardo contro la fibrosi polmonare idiopatica, una malattia polmonare cronica che insidia le vite di tanti, troppi pazienti.
L’AI alle prese con il delicato ingranaggio della scoperta del farmaco
“La creazione di un nuovo farmaco è un po’ come risolvere un puzzle”, dichiara Alex Zhavoronkov, il CEO di Insilico Medicine. Prima di tutto, si cerca di individuare un “bersaglio”, ovvero un meccanismo biologico che, funzionando in maniera scorretta, contribuisce all’insorgenza della malattia. Successivamente, si sviluppa una molecola in grado di interagire con questo bersaglio, bloccando la progressione della malattia e limitando il più possibile i danni al paziente. Ma l’AI è pronta a cambiare le regole del gioco.
Come l’intelligenza artificiale rivoluziona la ricerca farmacologica
Pensate all’intelligenza artificiale come a un investigatore instancabile e perspicace. Un segugio capace di analizzare una mole di dati inimmaginabile per un essere umano e di scovare connessioni sfuggenti. In questo caso, Insilico ha usato l’AI per scoprire un nuovo punto debole della fibrosi polmonare, e per generare una molecola in grado di picchiare duro su questo punto debole.
Lo ha fatto principalmente con due strumenti principali: PandaOmics, per identificare bersagli causanti malattie analizzando dati clinici e scientifici, e Chemistry42, che genera nuove molecole. “In sostanza, i nostri scienziati hanno fornito a Chemistry42 le caratteristiche specifiche che cercavano,” dice Zhavoronkov, “e il sistema ha generato una serie di molecole possibili, classificate in base alla loro probabilità di successo”.
Il risultato? INS018_055, 55° candidato nella serie di molecole generate: quello che ha mostrato l’attività più promettente.

Fibrosi polmonare, dal “farmaco AI” la prospettiva di una nuova speranza
Le attuali cure per la fibrosi polmonare idiopatica, pirfenidone e nintedanib, possono rallentare il peggioramento dei sintomi, ma non invertire i danni o fermare la progressione della malattia. Inoltre, presentano effetti collaterali spiacevoli, come nausea, diarrea, perdita di peso e appetito. La prospettiva di un farmaco più efficace e tollerabile come l’INS018_055 rappresenta quindi un barlume di speranza per questi pazienti.
“Se i nostri studi preliminari si confermeranno, l’INS018_055 abbatterà alcune delle limitazioni delle terapie attuali”, afferma Zhavoronkov.
INS018_055, prossimi passi nella sperimentazione
Se la Fase 2 di sperimentazione clinica avrà successo, il farmaco passerà alla Fase 2b, con un campione di partecipanti più ampio. Il traguardo finale, ovviamente, sarà l’approvazione del farmaco e la messa in commercio. Al momento, una delle principali sfide sarà quella di reclutare pazienti, in particolare per una malattia rara come la fibrosi polmonare idiopatica.
Nonostante le difficoltà, il team di ricerca è ottimista che nei prossimi anni questo farmaco sarà pronto per raggiungere il mercato e i pazienti che potrebbero beneficiarne. E forse da quel momento in poi inizieremo ad avere un po’ meno paura dell’intelligenza artificiale, o almeno a pesare bene rischi e opportunità.