Il governo degli Stati Uniti ha lanciato un programma chiamato SMART ePANTS, che punta a sviluppare indumenti connessi in rete. Questa iniziativa, promossa dall’Intelligence Advanced Research Projects Activity (IARPA), mira a integrare tecnologie avanzate negli abiti per migliorare la sicurezza e la funzionalità di soldati, soccorritori e altri professionisti.
L’investimento del governo USA negli indumenti connessi
Il mondo della moda e della tecnologia sta per collidere in un modo mai visto prima. La IARPA, l’ente che gestisce la ricerca e lo sviluppo per l’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale degli Stati Uniti, ha annunciato il lancio di un programma chiamato Smart Electrically Powered and Networked Textile Systems, più comunemente noto come SMART ePANTS.
E sembra prendere la cosa maledettamente sul serio: già lo scorso anno, l’ente ha emesso una Request for Information (RFI) per sollecitare proposte per la creazione di indumenti intelligenti attivi. Abiti che avranno la capacità di proteggere soldati, soccorritori e altri, “rilevando, elaborando e comunicando informazioni sulla posizione degli individui e sull’ambiente circostante (anche registrando audio e video)”.
La visione dietro SMART ePANTS
Il direttore del programma SMART ePANTS, il Dr. Dawson Cagle, ha delineato l’obiettivo del progetto in un video rilasciato a luglio. L’idea è di combinare quattro tecnologie consolidate – fonti di alimentazione, sensori, computer/memorie e interconnessioni/haptics – in un unico indumento. In altre parole, trasformare un normale paio di pantaloni in un dispositivo tecnologico avanzato.
Con contratti di ricerca già assegnati a colossi come SRI International, MIT, Nautilus Defense, Leidos e Areté, è chiaro che ci sono grandi aspettative per questo programma.
L’obiettivo tecnologico
L’obiettivo del programma SMART ePANTS non è semplicemente estendere l’interfaccia di un telefono agli indumenti che indossiamo. La IARPA vuole integrare componenti, simili a quelli presenti all’interno di un telefono, direttamente nel tessuto degli indumenti, e crede di poterlo rendere una realtà entro tre anni e mezzo.
Onestamente, non so se sarà così. La realizzazione di tessuti intelligenti presenta numerose sfide tecniche. Non saprei da cosa iniziare se dovessi fare un elenco degli ostacoli da superare: non so, la creazione di cablaggi e interconnessioni duraturi tra i componenti che possano resistere a stiramenti, piegamenti e lavaggi? Fonti di alimentazione adatte ai tessuti, interfacce aptiche che si comportino come un tessuto? Computer e memorie che possono essere posizionati su un substrato tessile anziché su una scheda rigida?
Continuate voi. Questo, però, vi dà anche la misura di quanto sia stimolante una sfida del genere.
Indumenti connessi: indossare il futuro
Lo sappiamo bene: purtroppo anche in questo caso il primo campo di applicazione è il “turpe” settore militare. È altrettanto vero, però, che l’obiettivo principale di dotare gli indumenti della capacità di catturare audio, video e dati sulla posizione avrà anche ricadute nel settore civile.
La IARPA prevede tra queste l’avvento di componenti informatici flessibili e lavabili, oltre che sensori indossabili. “Quando presi insieme, una piattaforma integrata come questa avrebbe enormi implicazioni per moltissimi settori. Penso quello medico, o sportivo.
Il “lavoro sporco” sugli SMART ePANTS prepara un futuro in cui i nostri vestiti non sono solo un mezzo per esprimere il nostro stile, ma diventano veri e propri dispositivi tecnologici. Ci permetteranno di conoscere meglio il nostro stato di salute, di misurare le nostre prestazioni. E ci proteggeranno in caso di incidente.
Il futuro è in arrivo. Per tutte le taglie.