Quando si parla di innovazione e longevità, l’ultimo nome che risuona nei corridoi della Silicon Valley è quello di Retro Biosciences. Dietro porte che fino a poco tempo fa erano chiuse al mondo, si nasconde un laboratorio unico nel suo genere. Qui, sotto la guida di Joe Betts-LaCroix (e il sostegno di un enorme investimento del CEO di OpenAI Sam Altman), un team di ricercatori audaci e visionari lavora con un obiettivo pratico e concreto. Quale? Quello di estendere la vita umana di dieci anni, sfruttando le più recenti scoperte nel campo della biotecnologia.
Un approccio innovativo alla ricerca
La filosofia di Retro Biosciences si discosta significativamente dalle convenzioni del settore biotecnologico. Invece di concentrarsi su una singola scoperta promettente, la startup ha deciso di seguire contemporaneamente cinque diversi percorsi di ricerca.
È una strategia ad alto rischio e molto costosa. Può reggere, al momento, solo in virtù del massiccio aiuto del suo principale investitore. Sam Altman ha messo a disposizione della startup 180 milioni di dollari, ed ora Retro ha la libertà di esplorare diverse strade parallele nella sua ricerca sulla longevità.
Quali sono i cinque filoni di ricerca di Retro Biosciences?
- Autofagia (Rimozione delle Cellule Danneggiate). Questo ambito di ricerca mira a comprendere e potenziare il processo naturale del corpo di eliminazione delle cellule danneggiate o disfunzionali.
- Ringiovanimento del Plasma Sanguigno. Questo filone si concentra sul ringiovanimento del plasma sanguigno, basandosi su studi che mostrano benefici per gli organismi più anziani quando infusi con plasma di organismi più giovani.
- Tre Programmi di Ricerca Legati alla Riprogrammazione Cellulare Parziale. La riprogrammazione cellulare parziale è un processo in cui le cellule di un organismo più anziano possono essere trattate per ritornare a uno stato più giovane. Retro Biosciences sta lavorando su tre diversi programmi in questo ambito, basandosi sulle scoperte scientifiche che hanno dimostrato la fattibilità di questo processo in esperimenti su animali. a. Riprogrammazione di T-Cellule per il Cancro. Un progetto specifico in questo ambito mira a reprogrammare le T-cellule per migliorare la loro efficacia nell’attaccare i tumori solidi. b. La Riprogrammazione delle Cellule Epatiche. Questo progetto si concentra sulla ringiovanimento delle cellule epatiche per riportarle a uno stato più giovane. c. Riprogrammazione del Sistema Immunitario. Guidato dalla scienziata Anastasia Shindyapina, questo programma mira a rinnovare il sistema immunitario umano, con l’obiettivo di migliorare la capacità del corpo di combattere le malattie e ripararsi più efficacemente, come avviene nella gioventù.
Questi filoni di ricerca riflettono un approccio ampio e diversificato da parte di Retro Biosciences, ma questa non è l’unica scelta “di rottura” fatta dalla startup.
La creazione di un laboratorio non convenzionale

L’urgente desiderio di Betts-LaCroix di avviare esperimenti ha portato alla nascita di un approccio inusuale. Invece della normale spesa di 15 milioni di dollari e tempi di costruzione estesi per un laboratorio di dimensioni simili, Retro Biosciences ha realizzato il suo laboratorio con soli 200.000 dollari.
Come? Utilizzando un edificio commerciale abbandonato a Redwood City in California e container per spedizioni che ben presto sarebbero stati utilizzati per ospitare esperimenti su topi in tempi rapidissimi.
Le ambizioni di Retro Biosciences
La ricerca di Retro Biosciences si concentra principalmente sulla riprogrammazione parziale delle cellule, un processo dimostrato in numerosi esperimenti sugli animali, in cui le cellule di un organismo anziano possono essere trattate con una combinazione di proteine o molecole e ringiovanite.
Un approccio serissimo, basato su conoscenze premiate con il Nobel, e considerato da Retro e da altre startup come la tecnologia di longevità più promettente finora emersa.

Silicon Valley spera da anni di ritardare l’invecchiamento, e in fondo di trovare una vera e propria “cura” per la morte. Dopo le epopee di Alphabet (con Calico) e Amazon (con Altos Labs che ha dietro 3 miliardi di fondi), Retro Biosciences e le sue controparti pensano che questa volta sia diversa. Molti ricercatori della startup ritengono che la scienza dietro la riprogrammazione cellulare sia ormai matura, e che le terapie siano ora un problema di pura organizzazione. Vedono il rallentamento della vecchiaia non solo come realizzabile, ma imminente. È vero?
Un futuro promettente, ma incerto
Nonostante l’enorme potenziale, la strada verso trattamenti sicuri e approvati è ancora lunga e piena di incognite. Anche le ricerche più promettenti nel campo biotecnologico hanno spesso incontrato ostacoli nel dimostrare i meriti e la sicurezza dei loro prodotti.
Retro Biosciences, con la sua strategia audace e il sostegno finanziario significativo, si posiziona all’avanguardia di questa sfida. Un’altra avanguardia che cercherà di decifrare e sfruttare i segreti del corpo umano per un futuro più lungo e più sano. Buona fortuna e buon lavoro.
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