Marte, il nostro vicino enigmatico nel sistema solare, si rivela sempre più intrigante con ogni nuova missione spaziale. La missione Mars Express dell’ESA, Agenzia Spaziale Europea, ha segnato un capitolo straordinario in questa continua esplorazione, scoprendo qualcosa che ha il potere di cambiare radicalmente la nostra comprensione del Pianeta Rosso.
Sotto la superficie arida e inospitale di Marte giace un tesoro nascosto di acqua ghiacciata, sufficiente per creare oceani. Questa scoperta solleva domande entusiasmanti sul passato del pianeta e apre nuove porte al futuro dell’esplorazione umana.
Cospicue riserve d’acqua su Marte
La sonda Mars Express dell’ESA ha rivelato la presenza di uno strato spesso di ghiaccio sotto l’equatore marziano. La scoperta (vi linko qui lo statement ESA), ci mostra un pianeta rosso molto diverso da quello che conosciamo, suggerendo un passato dove l’acqua era molto più abbondante.
I dati raccolti indicano che queste riserve di ghiaccio potrebbero coprire Marte con un oceano “profondo” (si fa per dire) fino a 2,7 metri.

Il rebus del clima marziano: pianeta rosso ed ex pianeta blu
Questa scoperta solleva interrogativi sul clima antico di Marte. Si ipotizza che in passato l’asse del pianeta rosso abbia subito variazioni significative, alterando la distribuzione di acqua e ghiaccio. Durante periodi di alta obliquità, quando i poli erano più inclinati verso il sole rispetto all’equatore, si formavano grandi quantità di ghiaccio in superficie, in seguito sepolte da cenere e polvere vulcanica.
La presenza di ghiaccio all’equatore apre nuove possibilità per l’esplorazione umana di Marte. L’accessibilità a queste gigantesche riserve d’acqua potrebbe fornire risorse vitali per future missioni umane sebbene l’estrazione non sia semplice, data la profondità del ghiaccio.
Ad ogni modo, la finestra è aperta. Queste riserve d’acqua sepolte sotto secoli di polvere e cenere potrebbero raccontarci storie sconosciute del Pianeta Rosso, offrendoci nuovi indizi sul suo passato misterioso e guidandoci nel futuro dell’esplorazione spaziale.