Vi siete mai chiesti come sarebbe una moto che può nascondersi in piena vista? Il designer Joey Ruiter l’ha fatto creando una moto invisibile che, quando parcheggiata, si trasforma in quello che sembra essere una anonima cabina elettrica coperta di graffiti.
Quando il brutto è (forse) bello
Diciamolo subito: Ruiter non ha mai avuto paura di creare oggetti che fanno discutere. E con Nomoto (un gioco di parole che evidentemente significa “No moto qui, amico, solo questa innocua infrastruttura pubblica”) ha davvero superato se stesso.
Immaginate di vedere quella che pensate essere una cabina elettrica imbrattata dai writer, e scoprire che in realtà è una moto pronta a sfrecciare via. Guarda che roba.

La moto invisibile di un designer che ama provocare
Non mi dispiace se qualcuno non apprezza il mio lavoro. Va benissimo così, voglio che sia polarizzante. Penso che la polarizzazione lo renda divertente.
ha dichiarato Ruiter durante il podcast Work Hard Play Hard nel 2021. E bisogna ammettere che con Nomoto ha centrato l’obiettivo: è difficile trovare qualcosa di più polarizzante di una moto che assomiglia a un cassonetto dell’ENEL in versione street art. È una moto invisibile, prima di svelarsi: dopo il disvelamento vorresti subito che tornasse invisibile prima che si può. La considero più abominevole anche del celeberrimo Motocompacto.

Come funziona questa “non-moto”
Il concept della moto invisibile è bizzarro: il mezzo è dotato di due scatole metalliche che, quando parcheggiate, si abbassano fino a toccare terra, eliminando la necessità del cavalletto. Una volta sbloccato un pannello a scomparsa, appaiono un paio di manubri basilari e un pulsante che solleva la carrozzeria rivelando parzialmente le ruote.
Tecnicamente, Nomoto è uno scooter elettrico essenziale, privo di specchietti e indicatori di direzione. I fari e le luci dei freni sono nascosti con la stessa eleganza con cui un teenager cerca di nascondere un brufolo – sono lì, ma preferiremmo non lo fossero.
Comfort? Non pervenuto. Se state cercando il lusso di una Goldwing, forse dovreste guardare altrove. Il sedile è un cuscinetto spesso mezzo centimetro che si rivela quando aprite il vano posteriore. Ci sono anche due piccoli spazi per la spesa, ma definirli “bagagliai” sarebbe un insulto a qualsiasi bagagliaio esistente. Guidatela per un po’ e le vostre chiappe vi malediranno per sempre.

Arte moderna
Nonostante sia arrivata fino alla mostra MOTO MMXX presso il Museum of Craft and Design di San Francisco nel 2020 e esista un prototipo funzionante, Nomoto sembra destinata a rimanere un progetto artistico. Forse è meglio così: se tutti iniziassero a produrre moto camuffate da arredi urbani, i ladri comincerebbero a rubare indiscriminatamente qualsiasi cosa assomigli a una cabina elettrica. Ad ogni modo, Ruiter ha dichiarato:
Sono costantemente deluso dalla mancanza di creatività nei prodotti che mi circondano.
Beh, con Nomoto ha sicuramente risolto questo problema. Nessuno potrà mai accusare questa moto di essere poco creativa. O poco brutta, a dirla tutta.
Moto invisibile, il paradosso finale
Mi diverte pensare ai ladri del futuro, confusi e frustrati, che passano le loro giornate cercando di capire quali cabine elettriche sono vere e quali potrebbero essere moto camuffate. Probabilmente finiremmo per vedere gente che cerca di rubare veri armadi delle telecomunicazioni, solo per scoprire che, per una volta, hanno trovato una vera cabina elettrica. E magari qualche tecnico della telefonia che, volendo fare manutenzione, si ritrova per errore in sella a una moto invisibile.
In fondo, forse è questo il vero genio di Ruiter: ha creato una moto così brutta che nemmeno i ladri la vorrebbero rubare. E questo, nel suo modo contorto, la rende perfetta.