Quando un paese intero piomba nell’oscurità, il primo sospetto cade sempre su possibili attacchi informatici. Nel caso del blackout di ieri in Spagna, questa teoria è stata smontata dalle autorità, ma la risposta ufficiale, anziché tranquillizzare, apre scenari forse più inquietanti.
Se non è stato qualcuno a sabotare deliberatamente la rete, significa che il sistema energetico spagnolo ha vulnerabilità strutturali finora ignorate. Ed è proprio qui che la questione si fa interessante. Solo una settimana prima, la Spagna aveva celebrato un traguardo storico: il 21 aprile aveva raggiunto il 100% di energia da fonti rinnovabili. Una coincidenza temporale che ha spinto molti esperti a chiedersi se esista una correlazione tra questi due eventi. La transizione verde potrebbe avere un costo nascosto in termini di stabilità della rete? Proviamo a capire.
Il mistero si infittisce
Eduardo Prieto, Direttore dei Servizi Operativi di Red Eléctrica Española (REE), lo ha dichiarato senza mezzi termini:
“Abbiamo potuto concludere che non c’è stato alcun tipo di intrusione nei sistemi di controllo di Red Eléctrica che avrebbe potuto causare l’incidente”.
Parole che da un lato rassicurano, e dall’altro alimentano nuove domande. Un sistema così critico ed essenziale può davvero collassare in questo modo senza un intervento esterno? A conti fatti, credetemi, è molto più grave che la rete sia fallita da sola piuttosto che a causa di un attacco informatico, perché l’impatto del blackout in Spagna è stato esteso e profondo.
Sapete cosa sono le unità di separazione dell’aria (ASU)? Sono impianti che dipendono da un’alimentazione elettrica continua per produrre ossigeno, azoto e argon. E sapete a cosa servono? A un mucchio di cose. In ambito medicale, industriale, metallurgico, chimico, ambientale, alimentare, elettronica, e per la stessa produzione di energia. Bene (per modo di dire): colossi del gas industriale come Air Liquide, Linde, Air Products e Nippon Gases mantengono impianti ASU in tutta la regione e hanno dovuto attivare procedure di spegnimento o di backup. E fosse solo questo.

Blackout in Spagna, l’ombra del solare
La Spagna ha espanso rapidamente la sua industria solare negli ultimi anni, con gran parte del paese che vanta una media di 3.000 ore di sole all’anno. Non posso fare a meno di notare la coincidenza: appena una settimana prima del blackout, il paese aveva raggiunto il 100% di energia rinnovabile. È del tutto comprensibile perché molti (e parlo di quelli che non vogliono speculare o strumentalizzare) si chiedano se questa crescente dipendenza abbia creato maggiore vulnerabilità nella rete.
Tanti esperti di energia, comunque, invitano a non trarre conclusioni affrettate. Il Professor Keith Bell, dell’Università di Strathclyde, sottolinea che eventi simili sono accaduti anche in sistemi alimentati da combustibili fossili, nucleare, idroelettrico:
Non importa da dove stai ottenendo l’energia, devi fare correttamente l’ingegneria per garantire forniture resilienti di elettricità.
Per quello che vale (niente), la mia posizione è esattamente la stessa. Questione di ingegneria, non di fonte energetica: è sempre stato così, e sarà sempre così perfino se e quando avremo fonti “illimitate” (come la fusione nucleare).
Un sistema europeo interconnesso
La crescente interconnessione del sistema europeo (e includerei anche il Regno Unito), presenta vantaggi e svantaggi. Da un lato, aiuta a bilanciare le variazioni di offerta e domanda, particolarmente importante durante la decarbonizzazione. Dall’altro, crea maggiore interdipendenza tra paesi e una più pesante dipendenza dall’elettricità in settori come trasporti, riscaldamento, raffreddamento e centri dati. Ne sanno qualcosa i portoghesi “colpiti di striscio” per diverse ore dal blackout in Spagna.
David Brayshaw, Professore di Scienza del Clima e Meteorologia Energetica all’Università di Reading, avverte che i cambiamenti tecnici significano che il sistema ha ora meno “inerzia”, quindi gli squilibri devono essere corretti più rapidamente. In parole povere? Quando si verificano (perché non è un “se”, ma un “quando”), gli eventi di interruzione rischiano di diventare più significativi e diffusi.
Si, ma alla fine quali sono le possibili cause del blackout in Spagna?
I blackout su larga scala come quello di cui parliamo possono essere causati da vari fattori, spesso in combinazione: eventi meteorologici estremi, guasti alle apparecchiature in componenti critici come trasformatori o generatori, e instabilità dell’intero sistema anche quando parti della rete perdono sincronizzazione.
Non possono essere esclusi fenomeni ambientali (anche se non voglio girarci intorno: sono molto rari) come rapidi cambiamenti atmosferici che causano oscillazioni fisiche nelle linee di trasmissione, possono essere una causa. Alcuni media hanno attributo un ruolo anche a questa ipotesi nell’attuale incidente Spagna-Portogallo.
La verità è che dovremo attendere l’esito di indagini più approfondita per conoscere le reali cause del blackout in Spagna. Ma una cosa è certa: impossibile costruire un futuro energetico più verde trascurando la robustezza e la resilienza delle infrastrutture che lo renderanno possibile.