L’industria degli eVTOL si popola di nuovi attori e promesse ogni giorno, ma quella di Altovolo suona particolarmente audace. La startup londinese ha presentato il suo Sigma, un aeromobile elettrico a decollo verticale che promette prestazioni da capogiro: 1.600 cavalli di potenza, tre posti a sedere, 800 chilometri di autonomia e una velocità di crociera di 350 km/h. Numeri che farebbero impallidire la concorrenza, se non fosse che al momento esistono solo in forma di rendering 3D.
Nel settore abbiamo imparato a nostre spese che tra il dire e il volare c’è di mezzo… beh, la fisica, le certificazioni e una montagna di finanziamenti. Ma se Altovolo mantenesse anche solo la metà delle sue promesse, potremmo essere davanti a una vera svolta.
Altovolo, dati che sfidano la gravità (e la credulità)
Quando leggo le specifiche del Sigma, non posso fare a meno di alzare un sopracciglio. Non solo promette un’autonomia di 800 chilometri, quasi cinque volte superiore a quella dell’Archer Aviation Midnight (il “meglio che c’è” al momento), ma lo fa mantenendo una velocità di crociera molto alta. Più alta di tutti.

Già, perché anche il confronto con altri competitor su questo parametro è impietoso. Persino il dimostratore a idrogeno di Joby, che l’anno scorso ha completato un volo di 842 chilometri, raggiunge “appena” i 320 km/h. E tutto questo mentre il Sigma produce l’80% di rumore in meno rispetto a un elicottero tradizionale. Se le promesse fossero mantenute, staremmo parlando di un velivolo capace di ridefinire completamente il concetto di mobilità aerea personale.
La “salsa segreta” di questo velivolo? Una combinazione di tecnologie: design brevettato di jet elettrici inclinabili, aerodinamica integrata, sistema ibrido che sfrutta le batterie per il decollo verticale e carburante liquido per il volo a lungo raggio. Suona quasi troppo bello per essere vero. O no?
Le dimensioni contano (soprattutto nel volo)
Altrettanto sorprendenti sono le specifiche dimensionali. Con una larghezza di appena 4,8 metri, il Sigma dovrebbe ospitare comodamente tre persone, offrendo un’esperienza di volo personale senza precedenti.
Il peso complessivo, passeggeri inclusi? Soli 980 chilogrammi. Numeri che fanno strabuzzare gli occhi, soprattutto considerando che stiamo parlando di un velivolo dotato di un sistema propulsivo da 1.600 cavalli, capace di funzionare anche in caso di guasto di uno dei jet.

Ancora una volta, ribadisco: se questi numeri fossero reali, la densità di potenza del Sigma sarebbe semplicemente straordinaria. Ma proprio qui sta l’inghippo: tradurre queste specifiche dalla carta al cielo è tutt’altro che semplice.
Dalla carta al cielo, un volo complicato
Altovolo afferma di aver completato i test di volo su prototipo e di essere pronta a costruire un dimostratore in scala reale. A luglio aprirà una lista d’attesa per i preordini del suo “jet ibrido verticale”.
Mi piacerebbe essere ottimista, ma l’esperienza insegna cautela. Non ho trovato molte informazioni sul fondatore Will Wood, e sappiamo quanto sia cruciale avere un team con esperienza consolidata in questo settore. Anche se l’azienda sostiene di aver fatto validare il design da un ingegnere aerospaziale esperto e di aver integrato tecnologie di volo autonomo dalla veterana Embention, rimango con i piedi per terra.
La strada dal rendering 3D al decollo reale è lunga e accidentata, costellata di ostacoli regolatori e tecnologici. Vediamo se Altovolo la fa tutta, e la fa bene. Solo allora potremo davvero vedere un’alternativa silenziosa e potente agli elicotteri privati nei nostri cieli urbani. Per ora, solo la promessa “vola alta”. Aspettiamo che lo faccia anche il velivolo.