C’è un dettaglio che non vi hanno mai raccontato sulle lesioni al midollo spinale: per decenni abbiamo saputo come ripararle, ma non avevamo gli strumenti giusti. Oggi quegli strumenti ci sono. Si chiamano cellule staminali pluripotenti indotte e sono state appena approvate per il primo trial clinico al mondo che punta a rigenerare completamente il midollo spinale danneggiato.
Non si tratta, badate bene, di miglioramenti marginali o terapie palliative. La metto giù semplice: parliamo di far ricrescere tessuto nervoso morto. Parliamo restituire il movimento a chi lo aveva perso per sempre.
Una svolta che arriva da dove (forse) non te l’aspetti
La protagonista di questa storia si chiama XellSmart, una biotech cinese che molti scopriranno solo oggi. Eppure questa settimana ha ottenuto qualcosa di straordinario: l’approvazione simultanea da parte della FDA americana e dell’autorità cinese NMPA per testare sull’uomo la prima terapia rigenerativa della storia contro le lesioni del midollo spinale.
Le cellule staminali pluripotenti indotte allogeniche sviluppate da XellSmart funzionano come un kit di riparazione universale. Non serve prelevare cellule dal paziente, non servono procedure invasive di preparazione. È letteralmente una terapia “pronta all’uso” che dovrebbe funzionare con chiunque abbia subito una lesione spinale.
Come sottolineiamo spesso, la medicina rigenerativa sta facendo passi da gigante. Ma questa volta parliamo di qualcosa di diverso: non stiamo riparando cartilagine o tessuti più semplici. Stiamo tentando di rigenerare il sistema nervoso centrale.
Come funziona il midollo spinale che ripara se stesso
Il midollo spinale si comporta come un’autostrada dell’informazione tra cervello e corpo. Quando c’è un “incidente” su questa autostrada, il traffico si blocca completamente. Ogni anno nel mondo si registrano oltre 180mila nuovi casi di lesioni spinali, la maggior parte dovuti a incidenti stradali, cadute o traumi sportivi.
Fino a oggi le opzioni terapeutiche erano drammaticamente limitate. Fisioterapia, farmaci per gestire il dolore, dispositivi di assistenza. Ma il tessuto nervoso danneggiato restava tale. Come hanno dimostrato recenti studi, alcune terapie sperimentali con cellule staminali hanno mostrato risultati promettenti, ma sempre parziali.
Il trattamento di XellSmart punta invece alla rigenerazione completa. Le cellule pluripotenti vengono iniettate nel sito della lesione dove dovrebbero differenziarsi esattamente nel tipo di tessuto nervoso necessario. Non si limitano a riparare: ricreano da zero le connessioni perdute.

Il midollo spinale che si rigenera davvero
La ricerca di XellSmart si basa su quattro anni di studi preclinici che hanno dimostrato come le cellule staminali pluripotenti possano effettivamente rigenerare il tessuto spinale danneggiato. Il meccanismo è affascinante: una volta iniettate, queste cellule “leggono” l’ambiente circostante e si specializzano automaticamente nel tipo di neuroni necessari per quella specifica zona del midollo spinale.
Mark Tuszynski e il suo team dell’Università della California hanno già dimostrato in laboratorio che è possibile riparare il fascio corticospinale, il circuito nervoso più importante per il controllo dei movimenti volontari. I risultati pubblicati su Nature Medicine rappresentano una prima assoluta: mai prima era stato possibile rigenerare questo tipo di connessioni neurali così critiche per il movimento.
La differenza è che ora abbiamo cellule “universali” che non richiedono compatibilità genetica. Le ricerche dell’Università di Pisa e Yale hanno inoltre identificato che non tutte le cellule staminali sono uguali: quelle con origine anatomica simile al tessuto ricevente si dimostrano molto più efficaci nel processo di rigenerazione.
Quando potremo dire addio alle sedie a rotelle
Il trial di Fase I, condotto in partnership con il Third Affiliated Hospital della Sun Yat-sen University in Cina, dovrebbe completarsi entro il 2026. Se i risultati confermeranno la sicurezza e l’efficacia preliminare, la Fase II potrebbe iniziare nel 2028.
Gli esperti stimano che, in caso di successo, la terapia potrebbe essere disponibile commercialmente entro 5-7 anni. Un tempo che può sembrare lungo, ma è relativamente breve per una tecnologia di questo tipo.
Altri approcci promettenti stanno emergendo anche negli Stati Uniti, dove la Mayo Clinic ha testato con successo cellule staminali derivate dal grasso dei pazienti su dieci volontari con lesioni traumatiche. Sette di loro hanno mostrato miglioramenti significativi nella sensibilità e nel movimento. I risultati pubblicati su Nature Communications hanno confermato la sicurezza dell’approccio e aperto nuove prospettive per la medicina rigenerativa applicata al sistema nervoso.
In Italia, l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza sta portando avanti trial innovativi con cellule staminali cerebrali per patologie neurodegenerative, dimostrando che il nostro paese è all’avanguardia in questo settore.
La strada è tracciata, la direzione, forse, è quella giusta.
Serve una buona dose di prudenza scientifica. I trial di Fase I servono soprattutto a verificare la sicurezza, non l’efficacia. Dovremo aspettare studi su popolazioni più ampie per capire se questa terapia mantiene davvero le promesse.
Per la prima volta nella storia della medicina, però, abbiamo un approccio che punta alla rigenerazione completa del midollo spinale, non solo al contenimento dei danni. Quindici milioni di persone nel mondo convivono con paralisi dovute a lesioni spinali. Per loro, questo trial rappresenta molto più di una sperimentazione medica: è la possibilità concreta di riscrivere il proprio futuro.
Il prossimo decennio potrebbe essere quello in cui smetteremo di considerare le lesioni al midollo spinale come condanne definitive, e inizieremo a vederle come problemi risolvibili. Sarà stupendo.