“Il dottore la visiterà nella cabina 3” potrebbe presto diventare una frase comune nelle farmacie, nei centri comunitari o nelle strutture di assistenza. No, non è l’inizio di un racconto di fantascienza distopica, ma la descrizione di un presente che si sta materializzando grazie alla cabina medica H3 Health Cube. L’azienda canadese UniDoc Health ha appena annunciato le prime consegne di questa innovativa soluzione sanitaria che permette consultazioni mediche complete a distanza, con tanto di strumenti diagnostici integrati. In un mondo dove la telemedicina si è affermata durante la pandemia (ma ha mostrato evidenti limiti), queste cabine potrebbero rappresentare il prossimo passo evolutivo dell’assistenza sanitaria accessibile.
Da progetto a realtà commerciale
Durante la pandemia abbiamo scoperto le potenzialità della telemedicina, ma anche i suoi limiti quando servivano strumenti diagnostici specifici. La cabina medica H3 nasce precisamente per colmare questa lacuna.
Da semplice progetto annunciato nel 2022, la H3 Health Cube è ora una realtà commerciale. A novembre 2024, UniDoc Health ha finalmente spedito le prime cabine mediche equipaggiate con intelligenza artificiale a tre clienti commerciali: la fondazione italiana Aiutamoli a Vivere, il Comune di Aliano in Italia, e l’ospedale pediatrico Okhmatdyt in Ucraina, il più grande del paese.
Queste spedizioni segnano un passaggio importante per l’azienda, che da fase di sviluppo passa ora alla commercializzazione. Mi ha colpito particolarmente la scelta strategica delle prime destinazioni: aree di conflitto e zone rurali dove l’accesso all’assistenza sanitaria è particolarmente difficile. Una chiara dichiarazione d’intenti su come questa tecnologia possa fare la differenza dove serve davvero.
Come funziona la cabina medica
La cabina medica H3 è progettata per essere una clinica virtuale autonoma all’interno di un chiosco privato, dove i pazienti possono sottoporsi a consultazioni complete come se fossero nello studio di un medico.
La H3 Health Cube contiene tutti i propri dispositivi diagnostici, ma è connessa a internet in modo che i pazienti possano conversare con i loro medici in tempo reale
Un aspetto che trovo particolarmente importante è l’accessibilità: la cabina è progettata per essere utilizzabile anche da persone in sedia a rotelle, rispettando gli standard di accessibilità: può essere installata sia all’interno che all’esterno, ed è particolarmente utile per persone con limitate opzioni di trasporto.
La varietà di strumenti disponibili è impressionante: oltre ai dispositivi base per controllare i segni vitali (stetoscopio, misuratore di pressione, termometro), la cabina può essere equipaggiata per procedure più complesse come TAC, colposcopie, ecografie addominali, elettrocardiogrammi e persino prelievi e analisi del sangue. Tutto questo mantenendo la privacy del paziente e garantendo la sanificazione tra un utilizzo e l’altro grazie a un sistema di sterilizzazione a luce ultravioletta UVC.
Intelligenza artificiale a supporto della diagnosi
La versione più recente della cabina medica H3 integra anche l’intelligenza artificiale per migliorare le capacità diagnostiche e l’efficienza delle consultazioni.
Le cabine ora dispongono di un software chiamato NEIL Connect® AI, che migliora la connettività tra pazienti e operatori sanitari. Questo permette non solo videoconferenze in HD con i medici, ma anche l’assistenza dell’AI nell’interpretazione dei dati diagnostici, offrendo risultati di test quasi istantanei e migliorando la precisione delle diagnosi. Mi chiedo quanto questa integrazione di AI possa davvero avvicinare l’esperienza a una visita medica tradizionale, soprattutto nelle aree dove gli specialisti sono rari o inaccessibili.

Progetti di espansione
I piani di espansione della cabina medica sembrano ambiziosi e già ben avviati. La fondazione Aiutamoli a Vivere ha ricevuto la prima di tre unità previste, con piani potenziali per espandere fino a 15 cabine da distribuire in regioni colpite da conflitti, incluse Ucraina e Striscia di Gaza.
Il Comune di Aliano, in provincia di Matera, ha ricevuto una singola unità da installare presso il Centro Sanitario Territoriale, per servire comunità rurali in una regione dove gli ospedali più vicini sono a oltre 100 chilometri di distanza. Una soluzione che potrebbe letteralmente cambiare la vita di chi vive in aree così remote.
Attraverso una partnership con HP Inc., una cabina medica è stata inviata anche all’ospedale pediatrico Okhmatdyt in Ucraina, in risposta all’urgente necessità di servizi sanitari dopo un recente attacco missilistico. Questa rappresenta la prima di 10 cabine iniziali ordinate da HP. A novembre 2024, infine la cabina medica è stata anche presentata alla 41ª Assemblea Annuale dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) a Torino, segnalando un interesse crescente anche da parte delle amministrazioni locali italiane.
Cabina medica: il futuro dell’assistenza sanitaria?
Chissà se queste cabine mediche rappresentano davvero il futuro dell’assistenza sanitaria o se sono solo una soluzione temporanea per situazioni di emergenza e aree remote.
La combinazione di accessibilità fisica, strumenti diagnostici avanzati e supporto dell’intelligenza artificiale potrebbe davvero superare molte delle barriere che limitano l’accesso all’assistenza sanitaria per milioni di persone. D’altra parte, l’esperienza umana della visita medica tradizionale ha un valore che va oltre la semplice diagnosi. La cabina medica, per quanto avanzata, può replicare solo in parte questa esperienza. È un compromesso accettabile? Per molte persone senza alternative, probabilmente sì.
Ad ogni modo, la telemedicina sta evolvendo rapidamente, e queste cabine potrebbero rappresentare solo l’inizio di una trasformazione più profonda del modo in cui concepiamo e accediamo all’assistenza sanitaria. Da progetto futuristico a realtà commerciale in pochi anni, la cabina medica H3 Health Cube è un segnale di quanto velocemente possa cambiare il panorama sanitario. Non vedo l’ora di scoprire quale sarà il prossimo passo.