Quante volte avete sentito dire che “il sangue non si può fabbricare”? Ebbene, quella convinzione sta per essere spazzata via dalla realtà. Mentre voi leggete queste righe, nei laboratori di ricerca più avanzati del pianeta gli scienziati stanno mettendo a punto sostituti del sangue che promettono di essere più sicuri, più duraturi e universalmente compatibili del sangue umano.
Giappone, Regno Unito, Stati Uniti: la corsa mondiale per creare il primo sangue sintetico efficace è iniziata da un po’, e i primi risultati sono molto più promettenti di quanto immaginate.
La polvere rossa che può cambiare tutto
ErythroMer sembra uscito da un film, ma è pura realtà scientifica. Questo sostituto del sangue, sviluppato presso l’Università del Maryland, si presenta come una polvere rossa che può essere conservata per anni a temperatura ambiente e ricostituita con semplice soluzione salina quando serve.
Allan Doctor e il suo team hanno risolto un problema che assillava i ricercatori da decenni: come impedire all’emoglobina libera di diventare tossica per l’organismo. La loro soluzione? Racchiudere l’emoglobina umana in membrane artificiali che ne controllano il rilascio, proprio come fanno i globuli rossi naturali.
I test sugli animali hanno dato risultati straordinari: ErythroMer non solo trasporta l’ossigeno efficacemente, ma lo fa con una precisione che il sangue tradizionale si sogna. Può essere somministrato a chiunque, indipendentemente dal gruppo sanguigno, e mantiene le sue proprietà per mesi senza refrigerazione.

Il Giappone punta tutto sul sangue universale
Dall’altra parte del mondo, i ricercatori del National Defense Medical College giapponese hanno sviluppato un approccio diverso ma altrettanto promettente. Il loro sangue artificiale combina mini sacche di emoglobina con particelle nanostatiche che mimano l’azione delle piastrine.
Manabu Kinoshita, l’immunologo che coordina la ricerca, non nasconde l’entusiasmo:
“È sempre difficile poter disporre di quantità di sangue sufficienti nelle regioni più remote. Con il sangue artificiale potremo salvare vite che altrimenti sarebbero perse”.
I test sui conigli con lesioni epatiche hanno mostrato un tasso di successo del 60%, equivalente a quello delle trasfusioni tradizionali. Ma qui arriva la parte interessante: questo sangue artificiale è universale, si conserva fino a un anno e può essere prodotto in quantità illimitate.
Sostituti del sangue, anche l’Europa si fa sentire con il progetto SynEry
Non poteva mancare l’Europa in questa corsa tecnologica. Il progetto SynEry, che coinvolge l’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza insieme a università di Belgio, Spagna e Francia, sta lavorando su vescicole lipidiche avanzate che replicano le caratteristiche dei globuli rossi.
Fabrizio Gelain, responsabile dell’Unità di Nanomedicina, spiega che l’obiettivo è creare cellule sintetiche con applicabilità in vivo. Il progetto, inserito nell’Innovation Radar dell’Unione Europea, rappresenta una delle ricerche più innovative del continente. E non è tutto qui: si lavora anche “poco fuori” dall’Europa, oltre la Manica. Già: perché è il Regno Unito ad aver fatto il passo più audace.
Il Regno Unito fa sul serio: primi test umani
Il trial RESTORE, condotto dall’NHS Blood and Transplant in collaborazione con l’Università di Bristol, ha iniziato a trasfondere globuli rossi cresciuti in laboratorio direttamente negli esseri umani.
Non si tratta di sangue completamente artificiale, ma di cellule reali prodotte da cellule staminali in condizioni controllate. La differenza? Questi globuli rossi sono tutti “giovani”, mentre quelli di un donatore naturale sono un mix di cellule a vari stadi della loro vita.
Il Professor Cedric Ghevaert, che guida la sperimentazione, è ottimista: “Speriamo che i nostri globuli rossi cresciuti in laboratorio durino più a lungo di quelli che provengono dai donatori di sangue”. Se i risultati, attesi per la fine del 2025, confermeranno le aspettative, potremmo assistere a una vera svolta.
Sostituti del sangue, i fantasmi del passato: quando tutto andò storto
Come potrete immaginare, non tutto è rose e fiori nella storia dei sostituti del sangue. Ricordate il caso di Hemopure, sviluppato dalla Biopure Corporation? Fu emblematico. Questo sostituto a base di emoglobina bovina sembrava promettente fino al 2008, quando uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association rivelò che i pazienti trattati con prodotti simili avevano il 30% di probabilità in più di morire.
Il problema? L’emoglobina libera causava gravi problemi cardiovascolari. Biopure fallì nel 2009, ma Zaf Zafirelis, ex CEO dell’azienda, ancora oggi sostiene che il prodotto venne valutato ingiustamente. “Hemopure ha salvato almeno dieci pazienti che conosco personalmente”, dice, riferendosi agli usi compassionevoli negli Stati Uniti. Vabbè. Torniamo al presente, anzi al futuro.
La strada odierna
Oggi la situazione è diversa. I nuovi sostituti del sangue hanno imparato dagli errori del passato e utilizzano tecnologie che allora erano impensabili. Le nanoparticelle, l’incapsulazione controllata dell’emoglobina e la produzione di cellule da staminali rappresentano un salto qualitativo enorme.
Come abbiamo raccontato in passato, il mercato dei sostituti del sangue potrebbe raggiungere i 16 miliardi di euro nei primi cinque anni dalla commercializzazione.
Non è solo una questione economica: con l’invecchiamento della popolazione mondiale e la crescente difficoltà nel reperire donatori, questi prodotti potrebbero diventare indispensabili. Ma per ora…
Sostituti del sangue? Occhio, non è ancora tempo di appendere le sacche al chiodo
Attenzione: nessuno degli scienziati coinvolti pensa che i sostituti del sangue sostituiranno completamente le donazioni tradizionali. Almeno non nell’immediato futuro. I costi di produzione sono ancora elevati e la complessità del sangue umano rimane difficile da replicare completamente.
Farruk Shah, direttore per le trasfusioni dell’NHS Blood and Transplant, è chiaro: “I globuli rossi artificiali non sostituiranno completamente i donatori, che continueranno a fornire la stragrande maggioranza del sangue”.
Ma per situazioni di emergenza, gruppi sanguigni rari o aree remote del mondo, i sostituti del sangue potrebbero fare la differenza tra la vita e la morte. E questo, francamente, è già più che sufficiente per giustificare tutti gli sforzi della ricerca mondiale.
La domanda non è più se avremo sostituti del sangue efficaci, ma quando. E a giudicare dai progressi degli ultimi anni, potrebbe essere prima di quanto pensiamo.