Mentre leggete queste righe, da qualche parte Elon Musk sta probabilmente ribadendo l’ennesimo annuncio su SpaceX e la conquista di Marte. Il copione è ormai collaudato: promesse audaci, timeline ambiziose, entusiasmo contagioso. L’ultima versione del sogno prevede umani sul pianeta rosso entro il 2028.
Piccolo dettaglio: Starship, il veicolo che dovrebbe portarci lassù, ha appena completato la sua terza esplosione consecutiva dell’anno. Non è che voglia rovinare la festa, ma forse è tempo di guardare i numeri con onestà. Gli esperti stanno perdendo la pazienza, e le critiche si fanno sempre più concrete.
Il problema delle promesse mancate
La storia di SpaceX su Marte è costellata di date mancate. Nel 2017, Musk prometteva missioni umane per il 2024. Poi è diventato il 2026. Ora il 2028. Come ha sottolineato Digital Trends, non si tratta di piccoli ritardi: stiamo parlando di promesse che vengono sistematicamente rimandate di anni, decenni.
Starship doveva atterrare sulla Luna nel 2022. Non è successo. La NASA sperava di riportare astronauti sulla Luna entro il 2024. Anche questo è sfumato. Eppure continuiamo a sperare (irragionevolmente) che SpaceX su Marte nel 2028 sia plausibile.
SpaceX su Marte, i test che non convincono
I recenti fallimenti di Starship raccontano una storia diversa dalle presentazioni patinate. Il test del 27 maggio 2025 si è concluso con il razzo che girava su se stesso prima di disintegrarsi. Il booster Super Heavy è precipitato in mare invece di atterrare con precisione.
SpaceX ha fatto progressi notevoli con i Falcon 9, questo è innegabile. Ma saltare da lanci orbitali terrestri a missioni umane interplanetarie è un salto quantico. Come evidenziato nel nostro precedente articolo, il rifornimento orbitale è ancora da testare, e senza quello non si va da nessuna parte.

Le sfide nascoste della colonizzazione
Mandare un razzo su Marte è “solo” il trasporto. Le vere sfide arrivano dopo. Ricerche scientifiche mostrano che gli astronauti subirebbero almeno 0.66 sieverts di radiazioni durante un viaggio di andata e ritorno. Per fare un paragone, è come sottoporsi a 300 radiografie del torace.
Su Marte non c’è magnetosfera che protegga dalle radiazioni cosmiche. L’atmosfera è 100 volte più sottile della nostra. Le temperature oscillano tra -140°C e 30°C. Atterrare carichi pesanti è incredibilmente complesso: l’atmosfera è troppo sottile per rallentare efficacemente, ma abbastanza densa da creare problemi aerodinamici.
SpaceX su Marte, tra sogni e realtà
Non fraintendetemi: vorrei tanto sbagliarmi. Vedere SpaceX su Marte nel 2028 (come chiunque altro) sarebbe il momento più bello della storia umana. Musk, checché se ne dica, ha comunque dimostrato anche di saper trasformare sogni impossibili in realtà concrete. Se Tesla ha cambiato l’industria automobilistica, SpaceX ha rivoluzionato i lanci spaziali.
Ma trasformare l’entusiasmo in cronoprogrammi credibili richiede onestà intellettuale. Gli esperti stimano che una missione umana su Marte realisticamente richiederà almeno altri 30 anni di sviluppo tecnologico.
Il finale che nessuno vuole sentire
Musk continuerà ad annunciare date sempre più vicine, i media continueranno a rilanciarle, e noi continueremo a sognare. Ma quando il 2028 arriverà e su Marte ci saranno ancora solo robot (SE ci saranno, perché anche questo non è scontato), ricordatevi di questo articolo.
E magari, la prossima volta che sentite promesse marziane, chiedete qualche dettaglio in più sui sistemi di supporto vitale. I sogni sono bellissimi, ma la fisica non negozia.