Quando guardiamo il cielo notturno, tendiamo a immaginare che le galassie siano enormi collezioni di stelle, gas e polveri. Ma la galassia nana UMa3/U1 sfida completamente questa concezione. Con una massa stellare totale di appena 16 masse solari e circa 60 stelle complessive, questa “galassia in miniatura” nell’Orsa Maggiore ha lasciato gli astronomi a bocca aperta. Pensate: è così piccola che tutte le sue stelle messe insieme sono meno luminose di una singola stella brillante come Rigel. La questione che sta facendo discutere gli astrofisici è se possiamo davvero considerarla una galassia o se sia semplicemente un ammasso stellare. La differenza può sembrare accademica, ma ha implicazioni profonde per la nostra comprensione dell’universo e della misteriosa materia oscura. Le osservazioni mostrano che, nonostante le dimensioni minuscole, UMa3/U1 si comporta come una vera galassia dominata dalla materia oscura.
Una questione di dimensioni
UMa3/U1 è davvero minuscola. Con un diametro di appena 20 anni luce, è grande circa quanto il celebre ammasso delle Pleiadi, ma con un numero di stelle drasticamente inferiore. Per capirci, la Via Lattea contiene circa 200-400 miliardi di stelle, mentre questa presunta galassia ne ospita solo 60. È come paragonare un villaggio di poche decine di abitanti a una megalopoli da miliardi di persone.
La scoperta, pubblicata su The Astrophysical Journal, ha colto di sorpresa la comunità scientifica. UMa3/U1 è risultata essere 15 volte meno massiccia della più piccola galassia nana precedentemente conosciuta, stabilendo un nuovo record di miniaturizzazione cosmica.
L’enigma della materia oscura
Occhio, che qui la storia diventa ancora più affascinante. Secondo le leggi della fisica, un gruppo così piccolo di stelle dovrebbe rapidamente disintegrarsi a causa delle forze gravitazionali esercitate dalla Via Lattea. Eppure UMa3/U1 esiste ancora, e le sue stelle si muovono insieme come un’unità coerente.
L’unica spiegazione plausibile, secondo gli scienziati, è che questa minuscola entità cosmica sia avvolta in un massiccio alone di materia oscura, con un rapporto massa-luce stimato attorno a 6.500 (o 1.900, escludendo una stella potenzialmente estranea). In parole semplici: la materia che vediamo rappresenterebbe solo una frazione infinitesimale della massa totale.
“Ci sono così poche stelle in UMa3/U1 che ci si potrebbe ragionevolmente chiedere se si tratti solo di un raggruppamento casuale di stelle simili”, ha affermato uno dei ricercatori coinvolti nello studio. Ma le misurazioni mostrano chiaramente che tutte le stelle si muovono alla stessa velocità nello spazio e sembrano condividere caratteristiche chimiche simili.

Galassia nana o ammasso?
La distinzione tra galassie nane e ammassi stellari si fa sempre più sfumata. Tradizionalmente, le galassie sono definite come sistemi gravitazionalmente legati dominati dalla materia oscura, mentre gli ammassi stellari ne contengono pochissima o nulla.
Se UMa3/U1 venisse confermata come galassia, rappresenterebbe un’importante scoperta per gli studi sulla materia oscura e sulla formazione delle galassie nell’universo primordiale. Alcune simulazioni suggeriscono che, se dotata di un alone di materia oscura sufficientemente denso, potrebbe sopravvivere alle forze disgregatrici della Via Lattea per miliardi di anni.
Per risolvere definitivamente questo enigma cosmico, sono necessarie ulteriori osservazioni spettroscopiche ad alta risoluzione per confermare l’effettivo contenuto di materia oscura. Il dibattito rimane aperto, ma una cosa è certa: che sia una piccola galassia o il più debole ammasso globulare mai scoperto, UMa3/U1 ci sta già insegnando molto sui limiti estremi delle strutture cosmiche.
La prossima volta che alzerete lo sguardo verso la costellazione dell’Orsa Maggiore, ricordate che là fuori, invisibile agli occhi ma non ai nostri telescopi, si trova uno degli oggetti più enigmatici e affascinanti dell’universo conosciuto.