Avete mai provato a strizzare una spugna bagnata tra le mani? I coaguli di sangue funzionano più o meno allo stesso modo. Solo che, se li strizzate male, si spezzano in mille pezzi e creano danni peggiori.
I ricercatori di Stanford hanno inventato un marchingegno che risolve questo problema in modo geniale: invece di rompere i coaguli, li comprime come se fossero palloncini che si sgonfiano. Il risultato? Riescono a rimuovere anche i coaguli più ostinati nel 90% dei casi al primo tentativo. Una percentuale che fa girare la testa, soprattutto se pensate che con i metodi attuali ci riuscivano solo nell’11% dei casi.
Come funziona il nuovo dispositivo per i coaguli
Il dispositivo si chiama Milli-spinner ed è fondamentalmente un tubo cavo che gira molto velocemente. Ha delle alette e delle fessure che creano una specie di aspirazione localizzata vicino al coagulo. Quando inizia a girare, applica due forze contemporaneamente: compressione e taglio rotatorio.
Renee Zhao, professoressa di ingegneria meccanica a Stanford e autrice senior dello studio pubblicato su Nature, spiega bene il concetto:
Ciò che rende unico il Milli-spinner è che applica forze di compressione e taglio per rimpicciolire l’intero coagulo, riducendo drasticamente il volume senza causare rotture.
Per farvi capire – Pensate a una palla di cotone idrofilo sciolto. Se la premete tra i palmi delle mani e strofinate in modo circolare, le fibre si aggrovigliano formando una sfera più piccola e densa. Il milli-spinner fa esattamente questo con i filamenti di fibrina nel coagulo.

La fibrina si arrotola come un gomitolo
I coaguli sono composti principalmente da globuli rossi intrappolati in una rete di fibrina, una proteina che forma lunghi filamenti simili a fili. I metodi tradizionali cercano di aspirare o trascinare via tutto insieme, spesso spezzando la fibrina e causando frammenti pericolosi.
Il Milli-spinner invece usa l’aspirazione per comprimere il coagulo contro l’estremità del tubo, mentre la rotazione rapida crea il taglio necessario per arrotolare i filamenti di fibrina. I ricercatori sono riusciti a ridurre i coaguli fino al 5% delle dimensioni originali. I globuli rossi si liberano e tornano a circolare normalmente, mentre la pallina di fibrina compatta viene aspirata via.
Jeremy Heit, responsabile di neuroimaging e neurointervento a Stanford e coautore dello studio, riassume i risultati:
Per la maggior parte dei casi, stiamo più che raddoppiando l’efficacia della tecnologia attuale, e per i coaguli più difficili (che rimuoviamo solo nell’11% delle volte con i dispositivi attuali) riusciamo ad aprire l’arteria al primo tentativo nel 90% dei casi.
Una scoperta nata per caso
Il progetto (come talvolta accade) è nato quasi per sbaglio. Zhao stava lavorando su nanorobots per dispensare medicine, e la struttura rotante con alette era pensata come sistema di propulsione. Ma quando il team si accorse che creava anche aspirazione localizzata, decisero di testarlo sui coaguli di sangue.
Sorpresa: il coagulo cambiava colore da rosso a bianco e si riduceva drasticamente di volume. Zhao ammette: “All’inizio non capivamo il meccanismo. Sembrava magia”. Ora è prospettiva.

Oltre l’ictus, nuove applicazioni
I test sui maiali hanno confermato l’efficacia del dispositivo, che ora si prepara per i trial clinici. Il team ha già avviato una società per commercializzare la tecnologia.
Le applicazioni vanno oltre l’ictus. Il milli-spinner potrebbe trattare infarti, embolia polmonare e altre patologie legate ai coaguli. I ricercatori stanno già testando l’aspirazione localizzata per rimuovere frammenti di calcoli renali.
Come abbiamo sottolineato in precedenti articoli, le tecnologie per gestire i coaguli stanno evolvendo rapidamente. Se questa tecnica con vortici ultrasonici puntava sulla velocità, il milli-spinner punta sulla precisione.
Il futuro della rimozione dei coaguli
Ogni minuto conta, quando un coagulo blocca l’ossigeno al cervello. Più velocemente si rimuove, più cellule cerebrali sopravvivono. Con tassi di successo che passano dall’11% al 90% per i coaguli più difficili, questo dispositivo potrebbe salvare migliaia di vite.
La prossima sfida sarà adattare la tecnologia al corpo umano e superare i trial clinici. Ma l’idea di “collassare” i coaguli invece di spezzarli segna una svolta concettuale che potrebbe ridefinire il trattamento dell’ictus.