Il mercato dei “chili di troppo” è una giungla, lo sappiamo. Un posto dove si muovono fortune e dove la concorrenza si fa agguerrita. Non c’è solo l’Ozempic a dettare legge, anzi. Spuntano sfidanti da ogni dove, persino dall’estremo oriente, come quel certo farmaco cinese che si dice prometta faville. In questo scenario da Far West medico-farmaceutico, la Novo Nordisk, che non ci sta a farsi soffiare la scena, ha calato un tris. Tre nuovi farmaci dimagranti, presentati quasi in contemporanea, a dimostrare che il monopolio (o quasi) sui vostri rotolini non lo cede tanto facilmente. Una mossa che sa di assedio. O di resa, a seconda di chi siete.
Tre nuovi farmaci dimagranti sul ring
Avete presente quella corsa all’oro che si è scatenata appena Ozempic e Wegovy hanno mostrato i muscoli (o meglio, fatto perdere massa)? Ecco, preparatevi. Novo Nordisk, la stessa casa farmaceutica che ha trasformato il semaglutide da farmaco per diabetici a fenomeno globale anti-obesità, ha deciso di non dormire sugli allori. In un weekend, hanno pubblicato dati scientifici su ben tre nuovi candidati. Non uno, non due, ma tre distinti approcci terapeutici. Sembra quasi vogliano dire: “Se non vi va bene questo, abbiamo quest’altro. Anzi, eccone un terzo. Scegliete voi. Basta che il portafoglio resti qui”.
Questo mercato, diciamocelo chiaro, muove cifre da capogiro. Parliamo di profitti che superano i 10 miliardi di dollari, con quasi la metà arrivata solo nell’anno scorso. Capite perché nessuno vuole restare indietro? E la mossa strategica di Novo Nordisk pare chiara: con questi nuovi farmaci dimagranti non vogliono limitarsi a chi ha un’obesità grave, ma puntare a chi ha “solo” qualche chilo di troppo (magari per la “manutenzione” dopo aver perso peso) e, sorpresa delle sorprese, a chi le iniezioni proprio non le sopporta.

Cagrisema, il successore che fa (quasi) miracoli
Il primo della lista, quello che sembra il cavallo di razza destinato a raccogliere l’eredità di Ozempic e Wegovy, si chiama CagriSema. Diciamo subito, la sua storia non è iniziata benissimo. I primi dati a febbraio avevano fatto tremare le borse e, si mormora, sono costati il posto all’amministratore delegato. Ma i dati completi dello studio di fase IIIa (quello bello grosso) sono usciti, e su carta, beh, fanno impressione.
CagriSema è una combinazione di semaglutide (quello di Ozempic) e cagrilintide, un analogo dell’amilina. In parole povere, se la semaglutide agisce sul senso di sazietà e rallenta lo svuotamento dello stomaco, il cagrilintide picchia duro sul segnale della fame nel cervello, potenziando l’effetto. Risultato? Nello studio REDEFINE 1, con 3417 partecipanti in sovrappeso o obesi, dopo 68 settimane si è registrata una perdita media del 20,4% del peso corporeo. Pensate, quasi il 20% dei partecipanti ha perso il 30% o più del proprio peso. Numeri che fanno impallidire la semaglutide da sola (attorno al 15% nello stesso lasso di tempo).
E c’è di più. CagriSema sembra essere leggermente più bravo nel far perdere grasso rispetto alla massa muscolare, un dettaglio non da poco per chi sta combattendo la bilancia seriamente. Certo, gli effetti collaterali ci sono, principalmente disturbi gastrointestinali (nausea, stitichezza, vomito) che hanno portato il 6% dei partecipanti a mollare lo studio. Ma, dicono, sono per lo più transitori e lievi-moderati. La Novo Nordisk punterà a farlo approvare come iniezione settimanale per il 2026. Staremo a vedere. Come ha detto il dottor Timothy Garvey, uno dei ricercatori principali (Università dell’Alabama a Birmingham), in questo studio “CagriSema ha fornito una perdita di peso nel range più elevato di efficacia osservato con gli interventi esistenti per la perdita di peso”. Una prospettiva confermata anche da altri studi sul mercato dei chili di troppo.
Amicretina, i farmaci dimagranti che potremmo ingoiare
Questo è l’altro asso nella manica, forse quello che potrebbe cambiare le regole del gioco per molti: Amicretina. Il suo punto di forza? Oltre alla versione iniettabile settimanale, ne stanno sviluppando una in pillola da prendere ogni giorno. Addio siringhe, almeno per qualcuno?
L’Amicretina è una molecola diversa, una singola entità che agisce sia sui recettori GLP-1 (quelli ‘vecchi’) che su quelli dell’amilina (quelli ‘nuovi’), combinando l’effetto in un’unica sostanza. L’obiettivo è lo stesso di CagriSema: potenziare il senso di sazietà e il controllo dell’appetito rispetto al solo semaglutide.
I primi studi sull’Amicretina sono promettenti, anche se i numeri non raggiungono le vette di CagriSema (almeno per ora). Nello studio con iniezioni settimanali, la dose da 20 mg ha portato a una perdita media del 13,1% in 36 settimane. Un sottogruppo che ha provato dosi maggiori ha avuto perdite “fino al 24,3%”, ma su un campione ridotto. Anche qui, effetti collaterali gastrointestinali comuni ma gestibili.
La vera novità, e forse la mossa più attesa dal mercato (e da chi ha paura degli aghi), è la versione orale. In uno studio di 12 settimane, chi ha preso la dose più alta (100 mg al giorno) ha perso in media il 5,3% del peso. Numeri più bassi, vero, ma è una pillola! Pensateci. Non richiede catena del freddo per lo stoccaggio, è facile da portare in giro, e per chi non ha un’obesità clinica ma solo un sovrappeso, potrebbe essere un’opzione allettante. Martin Holst Lange, vicepresidente esecutivo dello sviluppo alla Novo Nordisk, ha espresso soddisfazione, dicendo che questi risultati riflettono la loro solida pipeline e il focus sull’innovazione per offrire più opzioni ai pazienti. Una pipeline ricca, come vi avevo accennato qui.
Che dire: se son rose fioriranno. Se son chili…caleranno.