Esistono invenzioni destinate a cambiare il mondo, e altre che sembrano troppo belle per essere vere: Seaflute appartiene a entrambe le categorie.
Questa turbina eolica canadese sfida tutto quello che sappiamo sull’energia del vento: nessuna pala rotante, nessun rumore assordante, nessuna manutenzione costosa. Al loro posto, un design elegante che sfrutta elettrostatica ed elettromagnetismo per generare energia. Il bonus? Mentre produce energia pulita, Seaflute crea melodie programmabili che trasformano ogni parco eolico in una sinfonia naturale. Troppo bello per essere vero, eh?
Il progetto che ha fatto sognare nel 2018
Aziz Khalili ha guardato una turbina eolica tradizionale e ha pensato: “Deve esserci un modo migliore”. I suoi figli Iman e Puya erano d’accordo. Così la famiglia di Vancouver ha fatto quello che i bravi ingegneri fanno quando sono stufi: hanno buttato tutto e ricominciato da zero.
Il risultato presentato al concorso Land Art Generator del 2018 per Melbourne, sembrava una bottiglia di champagne vuota che ha deciso di diventare una macchina per l’energia. Non è un caso: la forma è tutto. Seaflute funziona secondo l’effetto Bernoulli, la stessa fisica che fa volare gli aerei. Il vento entra nella stretta apertura e crea un vuoto sul retro. Risultato: un flusso d’aria costante senza bisogno di pale gigantesche che tagliano il cielo.
Il progetto originale era pensato per il St Kilda Triangle di Port Phillip, in Australia, e su carta sembrava perfetto. Ma da allora? Silenzio.

La fisica del silenzio (che rimane teorica)
Nel “collo” della bottiglia c’è un generatore ionico elettrostatico. L’aria che passa attraverso il campo elettrico si trasforma in una nuvola di elettroni carichi. Questi elettroni incontrano il nucleo ferromagnetico e generano corrente continua per induzione elettromagnetica.
Tradotto: niente ingranaggi, niente parti mobili, niente rumori meccanici. Solo fisica pulita che converte direttamente il vento in elettricità. Secondo i dati di Ionics Research + BETTER, ogni unità dovrebbe produrre 1.200 MWh annui. Abbastanza per 120 famiglie australiane, sempre che qualcuno lo costruisca davvero.
Seaflute: sette anni dopo, ancora solo promesse
Qui la storia si fa interessante, ma non nel modo che speravo. Dal 2018 a oggi, Seaflute è rimasto fermo al concetto iniziale. Non ci sono prototipi costruiti, test sul campo, o aggiornamenti tecnici dalla famiglia Khalili. Gli articoli più recenti del 2024 e 2025 riportano ancora le stesse promesse del progetto originale, spesso con la stessa frase: “l’invenzione è ancora in fase di test”.
Ma di test concreti, nemmeno l’ombra. Niente brevetti depositati, niente finanziamenti annunciati, niente comunicazioni dalla società Ionics Research + BETTER. È come se il progetto si fosse cristallizzato nel 2018, diventando più un’idea affascinante che una tecnologia in sviluppo.
Il flauto di Pan che non suona mai
Seaflute non si limita a produrre elettricità: dovrebbe anche suonare. Le frequenze generate sarebbero programmabili, trasformando ogni installazione in uno strumento musicale gigante. Un po’ come se il flauto di Pan avesse deciso di mettersi a fare energia rinnovabile.
Non è solo una questione estetica. Le turbine tradizionali uccidono uccelli e pipistrelli, disturbano i vicini con il loro drone costante, e richiedono manutenzione continua perché tutto si muove, si usura, si rompe. Seaflute eliminerebbe questi problemi semplicemente non avendo parti mobili. Zero manutenzione, zero mortalità aviaria, zero inquinamento acustico. Solo melodie dolci e elettricità pulita.
Il condizionale è d’obbligo, visto che per ora resta tutto sulla carta.

Quando l’arte rimane un concept
Come abbiamo visto con altre tecnologie eoliche innovative, il settore sta davvero cercando alternative alle torri sempre più gigantesche. Ma c’è una differenza fondamentale tra presentare un’idea e trasformarla in realtà.
Seaflute appartiene a quella categoria di progetti che catturano l’immaginazione ma non riescono mai a fare il salto dalla presentazione al prototipo. Forse i costi di sviluppo sono troppo alti, forse la fisica non funziona come sperato, forse mancano i finanziamenti. Il fatto è che dopo sette anni, siamo ancora fermi al concept del 2018.
Seaflute e il problema delle idee bellissime
Immaginate parchi eolici che cantano al vento, paesaggi punteggiati da opere d’arte che producono energia. Non è male come prospettiva, ma rimane appunto una prospettiva. Nel frattempo, l’industria eolica continua a crescere con tecnologie più convenzionali ma funzionanti.
Seaflute resta una bella dimostrazione che l’ingegneria può essere elegante. E che forse il futuro dell’energia pulita non deve per forza essere brutto da vedere. Ma finché non si materializza qualcosa di concreto, resta nel limbo dei progetti che promettevano di cambiare il mondo e si sono persi per strada.
Sette anni sono tanti, anche per sviluppare una tecnologia davvero innovativa. Il silenzio di Seaflute è diventato più eloquente delle sue melodie promesse.