Il 2025 è l’anno in cui tutti stanno cercando di farci indossare degli occhiali. Ma non da sole: smart, con schermo, con assistenti, con AI dentro. C’è Meta con i suoi Ray-Ban a mezzo servizio. C’è Xreal (ex Nreal), che ha stretto la mano a Google per sviluppare esperienze AR su Android XR. E poi c’è il fantasma di Samsung, che secondo indiscrezioni sarebbe pronta a scendere in campo da un momento all’altro. In mezzo a tutto questo fermento, Snap ha annunciato (con enfasi e pochissimi dettagli) che i suoi prossimi Specs AR, “leggeri” e “immersivi”, arriveranno nel 2026. L’annuncio è stato dato durante l’AWE 2025, la fiera internazionale dove ogni cosa, dal badge all’aria condizionata, sembra voler dire “realtà aumentata”.
Secondo Snap, sarà una rivoluzione nel modo in cui viviamo la tecnologia. Un nuovo tipo di personal computer, che non sta sulla scrivania e nemmeno in tasca, ma sul naso.
Pesi piuma, promesse pesanti
A detta del CEO Evan Spiegel, i nuovi Specs saranno il punto di svolta. Non si sa ancora quanto pesano, che forma abbiano, se somiglino più a degli occhiali o a un visore da escape room, ma una cosa è certa: per Snap rappresentano il futuro della computazione umana. Sottile. Indossabile. Connessa. E, si spera, più elegante della versione attuale che sembra pensata più per Halloween che per un aperitivo al parco.
Oltre a essere leggeri, saranno anche intelligenti. L’integrazione con Gemini (l’AI di Google) e ChatGPT di OpenAI promette “esperienze multimodali”. In parole povere: guardi qualcosa, lo descrivi, e loro ti rispondono. Se tutto va bene, anche correttamente.

Snap, occhiali che parlano. Ora tocca capire se ascoltano pure.
Snap non è nuova all’ambizione. Spiegel nel 2019 disse che gli occhiali smart erano “a dieci anni dalla massa”. Siamo nel 2025, e qualcosa è effettivamente cambiato. Ma non abbastanza.
La concorrenza è già operativa. Meta sta lavorando a una nuova generazione di Ray-Ban, con display integrato per mostrare notifiche, indicazioni e messaggi in tempo reale. Parallelamente porta avanti Project Orion, un progetto a metà tra visore e occhiale, che unisce la potenza dei dispositivi VR alla portabilità degli occhiali da sole.
Anche Google si sta muovendo: la sua partnership con Xreal potrebbe portare sul mercato occhiali Android XR nei prossimi due anni. I prototipi sono in fase di test, ma il mercato si sta preparando.
“Cosa sono quelli?” — “Sono AI”
Snap OS, il sistema operativo che alimenterà i nuovi Specs, sarà equipaggiato con fotocamere e AI generativa. L’idea è replicare (e magari superare) quello che Meta sta già tentando: una realtà aumentata capace di reagire a ciò che vedi. Guardare un paio di scarpe e chiedere “Che marca sono?” è uno degli esempi più banali, ma anche tra i più richiesti.
La promessa è quella di un assistente visivo che interpreta l’ambiente, risponde, suggerisce, a volte traduce. E magari, se c’è tempo, ti dice anche dove trovare un bagno. Il problema è che queste esperienze, finora, hanno oscillato tra il brillante e il frustrante. Se Snap riuscirà davvero a trovare l’equilibrio, potrebbe portarsi a casa un pezzo grosso del mercato.
Snap, il futuro è leggero. Ma deve reggere il peso della realtà.
Snap ci crede. Spiegel lo dice da anni. Gli utenti, almeno quelli più tech-friendly, lo sperano. Ma finora i veri occhiali AR (quelli sottili, comodi, usabili ogni giorno) restano una creatura mitologica. I prototipi, anche i più avanzati, sembrano sempre sul punto di arrivare. Poi arrivano… a metà.
Il 2026 potrebbe essere l’anno giusto. Ma Snap dovrà dimostrare che i suoi Specs non sono solo leggeri a parole. Perché il mercato si sta muovendo. E se arrivi tardi con gli occhiali, rischi di trovare il futuro già seduto al tavolo.