La prossima volta che un recidivo della velocità proverà a sfrecciare a 160 km/h in una zona da 80, potrebbe trovarsi una brutta sorpresa. Il suo acceleratore semplicemente non risponderà. Merito del limitatore GPS, una tecnologia che sta per trasformare radicalmente il modo di guidare negli Stati Uniti.
Gli stati di Washington e Virginia hanno deciso di dire basta agli spericolati cronici installando dispositivi satellitari che leggono i limiti e bloccano chi li supera. Un approccio drastico, ma (forse) necessario. Voi che ne pensate? Magari me lo scriverete sui vari social di Futuro Prossimo, ma intanto fatevi dire.
Come funziona il limitatore GPS
Il dispositivo, che ricorda molto gli alcol-test obbligatori per chi guida in stato di ebbrezza, si installa tramite la porta OBD-II dell’auto e dialoga costantemente con i satelliti GPS. Sa sempre dove vi trovate, conosce il limite di velocità di quella specifica strada e interviene elettronicamente quando provate a superarlo.
Mari Leavitt, la deputata che ha promosso la legge BEAM Act nello stato di Washington, lo ha testato personalmente: “Se sono in una zona residenziale con limite a 40 km/h e provo ad andare oltre i 50, letteralmente non posso farlo. Posso premere l’acceleratore quanto voglio, ma non succede nulla”. Il sistema però non è completamente rigido: concede tre override al mese per situazioni di emergenza o sorpassi necessari. Molte grazie.
Chi dovrà installarlo
Non stiamo parlando di una misura generalizzata. Almeno per ora. Il limitatore GPS, come detto, sarà obbligatorio solo per i recidivi della velocità: chi ha accumulato troppe infrazioni o chi viene condannato per guida spericolata sopra i 160 km/h.
In Virginia, che sarà il primo stato ad attivare il sistema nel luglio 2026, il dispositivo scatta automaticamente per chi viene beccato a oltre 160 km/h. Lo stato di Washington seguirà nel gennaio 2029 con criteri simili: eccesso di velocità di 32 km/h oltre il limite (se superiore a 64 km/h) o 16 km/h oltre (se inferiore a 64 km/h).
Il prezzo della velocità
Come ho scritto nel titolo, chi sfreccia, paga. Letteralmente. I guidatori dovranno sostenere tutti i costi: installazione, rimozione e un canone mensile di 21 dollari. Tentare di manomettere il dispositivo è un reato che può costare fino a un anno di carcere. Un deterrente non da poco.
Il governatore Bob Ferguson di Washington è stato chiaro: “L’obiettivo è molto semplice: salvare vite”. I numeri gli danno ragione: negli Stati Uniti l’eccesso di velocità causa il 29% di tutte le morti stradali, uccidendo oltre 33 persone al giorno. Ancora una volta, l’equazione è quella: sicurezza in cambio di libertà.

La tragedia che ha cambiato tutto
Dietro questa legge c’è una storia dolorosa. Il BEAM Act prende il nome da Boyd Buster Brown, Eloise Wilcoxson, Andrea Smith Hudson e Matilda Wilcoxson: quattro persone morte in un incidente causato da Chase Jones, un diciottenne che aveva già totalizzato tre auto in altrettanti incidenti per eccesso di velocità. Jones è stato condannato a 17 anni di carcere, ma per le famiglie delle vittime è troppo poco, troppo tardi.
Limitatore GPS, un esperimento che guarda al futuro
Come spesso accade con le innovazioni controverse, gli Stati Uniti stanno sperimentando quello che l’Europa ha già reso obbligatorio: dal luglio 2024, tutte le auto nuove vendute nell’Unione Europea devono avere sistemi di assistenza intelligente alla velocità. Sono sicuro che non tutti lo sapevate.
La differenza? In Europa il sistema si limita ad avvisare. In America, per i recidivi, il sistema interviene fisicamente. È un approccio più duro ma forse più efficace. Secondo l’Insurance Institute for Highway Safety, un aumento di appena 8 km/h nei limiti di velocità causa l’8,5% di morti in più sulle autostrade.
Altri stati stanno osservando con interesse. Georgia, Maryland, New York e California hanno progetti simili in cantiere. La California ha già bocciato una proposta simile, ma potrebbe ripensarci visti i risultati.
Il limitatore GPS è uno degli scenari, forse il più probabile, nel futuro della sicurezza stradale durante la lunga transizione verso la guida autonoma: meno controlli umani, più controlli tecnologici.
Per i velocisti seriali, i tempi del “multa e via” sono finiti. Il satellite ora fa il poliziotto, per ora solo con i “cattivi”. E non perdona.