6 minuti. Tanto è durato il terremoto che nel 2011 ha devastato il Giappone, causando 15mila morti e il disastro di Fukushima. Oggi, dei piccoli droni anfibi giapponesi promettono anticipare di 7 giorni quei minuti di terrore. Come? Volando fino al punto esatto sopra la faglia sottomarina, tuffandosi in acqua e “ascoltando” i movimenti millimetrici del fondale che precedono i grandi sismi.
È la prima volta nella storia che un dispositivo così piccolo e versatile riesce a unire la precisione delle navi da ricerca con la velocità e l’economia dei droni.
Droni anfibi: la nuova frontiera del monitoraggio sismico
I ricercatori dell’Università di Tokyo, guidati da Yuto Yoshizumi, hanno sviluppato un sistema che fa sembrare obsolete le tradizionali navi oceanografiche. Il loro drone anfibio di tipo idrovolante può volare sulla superficie dell’oceano a 6 km/h, quindi atterrare sull’acqua e comunicare acusticamente con stazioni poste sul fondale marino a oltre 1000 metri di profondità.
La tecnologia si basa sul sistema GNSS-A (Global Navigation Satellite System-Acoustic), che combina il posizionamento satellitare con comunicazioni acustiche subacquee. I risultati, pubblicati sulla rivista Earth and Space Science, mostrano una precisione di rilevamento di appena 1-2 centimetri, paragonabile a quella ottenuta con costose imbarcazioni specializzate.
Come spiega Yusuke Yokota, coautore dello studio:
Queste misure di posizionamento del fondale marino sono le prime mai ottenute utilizzando un drone. Abbiamo raggiunto un errore quadratico medio orizzontale di circa 1-2 cm, facilmente paragonabile a quello dei sistemi navali esistenti.
La minaccia della Fossa di Nankai
Il contesto rende questa innovazione ancora più cruciale. La Fossa di Nankai, al largo della costa meridionale del Giappone, è una delle zone sismiche più pericolose del pianeta. C’è una probabilità del 70% che un terremoto devastante di magnitudo 8 o 9 colpisca quest’area nei prossimi 30 anni.
Le stime governative giapponesi sono agghiaccianti: un evento del genere potrebbe distruggere 2,35 milioni di edifici e causare fino a 298.000 vittime. Il conseguente tsunami renderebbe il bilancio ancora più drammatico, ricordando la tragedia del 2011 quando onde alte oltre 10 metri investirono la costa orientale.
I terremoti megathrust, come quello che potrebbe verificarsi nella Fossa di Nankai, si generano lungo le faglie tra placche tettoniche e rappresentano i sismi più potenti della Terra. Il Giappone si trova nel punto di convergenza di quattro placche: eurasiatica, nordamericana, filippina e pacifica.

Droni anfibi vs navi tradizionali: la sfida economica
Il vantaggio economico dei droni anfibi rispetto alle missioni navali è significativo. Le spedizioni oceanografiche tradizionali richiedono navi specializzate che costano migliaia di euro al giorno, equipaggi numerosi e sono limitate dalle condizioni meteorologiche marine.
Il drone idrovolante, invece, può essere dispiegato rapidamente e operare in condizioni che renderebbero difficoltosa la navigazione tradizionale. Durante i test al largo della costa di Izu, nella prefettura di Shizuoka, il sistema ha dimostrato di poter condurre osservazioni frequenti e verificate come accurate.
I primi esperimenti sono stati condotti in vasche d’acqua controllate, dove il sistema ha mostrato una precisione nel rilevamento delle distanze di 2,1 centimetri. Successivamente, i test in mare aperto hanno confermato queste performance anche in condizioni reali.
Come sottolineano i ricercatori:
“I risultati indicano che il sistema ha il potenziale per ottenere una capacità di risposta immediata che è stata difficile da raggiungere con le piattaforme marine convenzionali”.
Il futuro dei droni anfibi nella prevenzione sismica
L’applicazione di questa tecnologia va ben oltre il Giappone. Zone sismicamente attive come la California, il Cile, l’Indonesia e il Mediterraneo potrebbero beneficiare di sistemi simili. La capacità di monitorare continuamente il fondale marino rappresenta un salto qualitativo nella previsione dei terremoti.
Gli sviluppi futuri includeranno algoritmi che valutano la qualità dei dati di osservazione in tempo reale e formulano percorsi di osservazione ottimali a seconda delle condizioni ambientali. Come abbiamo raccontato in precedenza, l’intelligenza artificiale sta già dimostrando capacità predittive sui terremoti con accuratezza del 70% e 7 giorni d’anticipo.
I ricercatori sperano che il loro drone anfibio possa essere utilizzato insieme ai sistemi di rilevamento attuali, creando una rete di monitoraggio più densa e tempestiva. La possibilità di risposta immediata potrebbe fare la differenza tra un’evacuazione ordinata e una catastrofe umanitaria.
La strada da percorrere è ancora lunga, ma dispositivi come questo gettano le basi per un futuro in cui la tecnologia sarà sempre più al servizio della vita umana. Mentre la Terra continua a tremare sotto i nostri piedi, almeno ora abbiamo iniziato ad ascoltarla con maggiore attenzione.
Non possiamo fermare i terremoti, ma forse stiamo finalmente imparando a prevederli. E quando si tratta di salvare 300mila vite, ogni minuto di preavviso conta.