Mi sono sempre chiesto come faccia un medico a guardare dentro la mente di una persona. La schizofrenia, con i suoi sintomi sfuggenti e le sue manifestazioni soggettive, ha sempre rappresentato una delle sfide più complesse della psichiatria moderna. Almeno fino a ieri.
Oggi, un gruppo di ricercatori taiwanese ha sviluppato un’intelligenza artificiale capace di riconoscere i segni della schizofrenia direttamente dalle scansioni cerebrali. Si chiama BrainProbe e promette di cambiare per sempre il modo in cui diagnostichiamo questo disturbo.
Se la macchina vede quello che l’occhio umano non riesce a cogliere
Il Taipei Veterans General Hospital ha presentato mercoledì scorso quella che definisce la prima piattaforma AI al mondo progettata per assistere nella diagnosi di schizofrenia. Albert Yang, vicedirettore del Medical AI Development Center dell’ospedale, ha spiegato che BrainProbe raggiunge un’accuratezza del 91,7% nel riconoscere questo disturbo mentale.
Per capire la portata di questa innovazione, basta pensare al metodo tradizionale. La schizofrenia colpisce circa l’1% della popolazione mondiale, ma la sua diagnosi si basa ancora su colloqui clinici e osservazioni comportamentali. Un approccio che lascia ampio spazio all’interpretazione soggettiva e agli errori umani.
“Il campo della psichiatria ha sempre sperato di identificare marcatori biologici oggettivi che possano aiutare a quantificare i sintomi delle malattie mentali”, ha dichiarato Yang durante la conferenza stampa.

La rivoluzione delle scansioni cerebrali intelligenti
BrainProbe utilizza le scansioni di risonanza magnetica e algoritmi di deep learning per quantificare le anomalie cerebrali legate alla schizofrenia. Il sistema è stato addestrato con dati raccolti dal 2012 su oltre 1.500 partecipanti locali, includendo sia individui sani che persone con diagnosi di schizofrenia.
La prima versione operativa è stata impiegata già nel 2019 per aiutare a diagnosticare i pazienti. Ma come funziona nella pratica? Yang ha citato il caso di un paziente di 30 anni che si era presentato in ospedale con allucinazioni uditive e deliri paranoici.
“BrainProbe è stato in grado di rilevare segni di degenerazione nella funzione e struttura del suo cervello, in particolare nelle regioni più profonde come l’insula e il lobo temporale”, ha spiegato il ricercatore.
Le anomalie associate alla schizofrenia hanno suggerito ulteriori valutazioni, e l’uomo è stato successivamente confermato affetto dalla malattia.
L’AI che monitora l’invecchiamento del cervello nella diagnosi di schizofrenia
La capacità più importante di BrainProbe, secondo Yang, è quella di tracciare i cambiamenti del cervello mentre invecchia. La piattaforma ha stabilito un indice di previsione dell’invecchiamento cerebrale e un meccanismo per monitorare i cambiamenti patologici nella struttura e funzione del cervello.
Questo significa che l’AI non si limita a fare una diagnosi istantanea, ma può seguire l’evoluzione del disturbo nel tempo. Una prospettiva che apre scenari completamente nuovi per il trattamento personalizzato e la prevenzione.
Come vi ho già raccontato in un precedente articolo, l’intelligenza artificiale sta evolvendo verso forme più interattive e collaborative con i medici.
Schizofrenia, limiti attuali e le prospettive future
BrainProbe è ancora in fase di revisione da parte della Food and Drug Administration di Taiwan, ma le persone possono accedere alla piattaforma presso il TVGH su base di pagamento autonomo attraverso un programma di sperimentazione clinica.
Il team di Yang sta collaborando con istituzioni mediche all’estero per incorporare dati da altre popolazioni. “Speriamo che questa piattaforma possa essere applicata a diversi gruppi etnici per consentire ricerche più accurate”, ha aggiunto Yang.
La sfida principale rimane quella di validare lo strumento su popolazioni diverse e culture differenti. La schizofrenia, infatti, può manifestarsi in modi leggermente diversi a seconda del contesto sociale e genetico.
Verso una psichiatria più precisa
Questa innovazione taiwanese rappresenta un passo significativo verso quella che potremmo chiamare “psichiatria di precisione”. Altri studi recenti hanno dimostrato come l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata per analizzare diversi aspetti della schizofrenia, dalla previsione della malattia alla valutazione dei metodi di prevenzione attuali.
La strada è ancora lunga, ma BrainProbe ci mostra un futuro in cui la diagnosi di schizofrenia potrebbe diventare rapida, oggettiva e incredibilmente precisa. Un futuro in cui le macchine, paradossalmente, potrebbero aiutarci a comprendere meglio la mente umana di quanto non siamo mai riusciti a fare da soli.