C’è un momento preciso in cui la storia ha un sussulto. Per le startup biomediche europee, quel momento è arrivato quando un chirurgo di Manchester ha impiantato il primo chip di grafene nel cervello di un paziente. Non accadrà in un futuro lontano: è già accaduto, pochi mesi fa, mentre l’Europa riversava 1,4 miliardi di euro in aziende che stanno riscrivendo le regole della medicina.
Sissignori. Dal grafene che legge i pensieri all’intelligenza artificiale che progetta farmaci in giorni invece che anni, le startup biomediche del vecchio continente hanno già creato valore per centinaia di miliardi di euro. E questo è solo l’inizio.
Startup biomediche, la rivoluzione silenziosa dell’Europa
Secondo l’ultimo report di VivaTech, le startup biomediche europee stanno spingendo avanti la ricerca riducendo drasticamente tempi e costi di sviluppo per nuovi farmaci e trattamenti. Il dato più impressionante? Hanno generato oltre 520 miliardi di euro di valore ricevendo solo il 5% dei fondi totali dell’UE per l’innovazione. Un rendimento dell’investimento che farebbe impallidire qualsiasi fondo di venture capital.
Il programma EIC Accelerator 2025 destinerà 634 milioni di euro a startup e PMI innovative, con sovvenzioni fino a 2,5 milioni di euro e investimenti tra 0,5 e 10 milioni. Alle early stage in settori come l’intelligenza artificiale e la mobilità del futuro sono destinati ulteriori 250 milioni.
L’European Innovation Council ha appena selezionato 71 aziende nel round più competitivo di sempre, con 1.211 proposte presentate e solo il 6% che ha ottenuto finanziamenti. Le startup biomediche vincitrici riceveranno complessivamente fino a 161 milioni in grant e circa 226 milioni in investimenti equity attraverso l’EIC Fund. Il 79% delle aziende selezionate beneficerà dell’opzione di finanziamento misto, che combina sovvenzioni e investimenti azionari. In questo post ve ne elenco 5 che a mio modesto avviso faranno davvero scalpore.
Inbrain Neuroelectronics: quando il grafene incontra il cervello umano

Inbrain Neuroelectronics, startup di Barcellona fondata nel 2020, ha segnato un momento storico nella medicina: la prima procedura al mondo di impianto di un’interfaccia cervello-computer basata sul grafene. Durante un’operazione per la rimozione di un tumore cerebrale al Salford Royal Hospital di Manchester, il chip ha dimostrato di poter distinguere tra tessuto sano e canceroso con precisione micrometrica.
Come spiega Carolina Aguilar, CEO e co-fondatrice: “Stiamo catturando l’attività cerebrale in aree dove i metalli tradizionali faticano con la fedeltà del segnale”. Il grafene, secondo IEEE Spectrum, può trasmettere 200 volte più carica rispetto ai chip metallici convenzionali senza creare reazioni faradiche dannose. La startup ha recentemente chiuso un round di Serie B da 50 milioni di dollari e ha ricevuto la Breakthrough Device Designation dalla FDA americana per il trattamento del Parkinson. Ne riparleremo.
“L’integrazione di grafene e AI con la tecnologia avanzata dei semiconduttori ha permesso a INBRAIN di pioneere una nuova generazione di terapeutiche BCI minimamente invasive progettate per il trattamento personalizzato dei disturbi neurologici”
Jose A. Garrido, co-fondatore e Chief Scientific Officer di INBRAIN.
.lumen: gli occhi artificiali per 338 milioni di non vedenti

La startup rumena .lumen, fondata nel 2020, sta sviluppando occhiali AI che aiutano le persone con disabilità visive a muoversi autonomamente. Secondo il report di EIT Health, attualmente esistono solo 28.000 cani guida per 338 milioni di persone con disabilità visive nel mondo.
Il sistema di navigazione spaziale AI di .lumen combina vibrazioni gentili per guidare gli utenti in sicurezza, mappando il mondo circostante in tempo reale: se volete saperne di più, ne ho parlato lo scorso gennaio in questo articolo. La startup ha raccolto oltre 16 milioni di euro, inclusi 2,2 milioni dall’EIC e 5 milioni in un round del 2025 con partecipazione dell’EIC Fund.
Bioptimus: l’AI che decifra la biologia a ogni scala

Bioptimus, startup francese emersa nel 2024 con 35 milioni di dollari in seed funding da Sofinnova Partners e Bpifrance, sta creando modelli AI capaci di interpretare dati biologici complessi. Lo scorso aprile, la società ha rilasciato H-optimus-0, un modello AI open-source addestrato su oltre 500.000 vetrini istologici, per un totale di centinaia di milioni di immagini.
Il modello ha dimostrato prestazioni eccellenti nell’identificare cellule cancerose e rilevare anomalie genetiche nei tumori.
Chipiron: risonanze magnetiche accessibili come un prelievo del sangue

La parigina Chipiron, fondata nel 2020, ha una missione ambiziosa: rendere le risonanze magnetiche accessibili quanto un esame del sangue. La startup sta sviluppando una delle prime macchine MRI full-body leggere ed economiche senza compromettere la qualità dell’immagine.
Il loro approccio potrebbe rendere disponibili scansioni MRI salvavita in regioni emergenti dove l’accesso a questa tecnologia è attualmente impossibile. Nel maggio 2025, Chipiron ha chiuso un round Serie A da 15 milioni di euro guidato da Blast, con partecipazione dell’EIC Fund.
Polygon: terapie innovative per l’infarto miocardico
Polygon Therapeutics sta sviluppando terapie per pazienti ad alto rischio di infarto miocardico acuto. La startup francese ha ottenuto 7,5 milioni di euro in seed funding e lancerà il suo primo trial clinico su umani nel corso di quest’anno, con l’obiettivo di portare avanti terapie promettenti sia in Europa che negli Stati Uniti.
Il loro approccio innovativo consiste nell’utilizzare nanoparticelle inalabili per veicolare i farmaci direttamente al cuore, in modo non invasivo e mirato, riducendo effetti collaterali tipici delle terapie sistemiche. Potrebbe cambiare radicalmente il trattamento delle patologie cardiache acute (e non solo).
L’Europa sfida la Silicon Valley nella corsa alle startup biomediche
Con oltre 3.700 aziende biotech attive, l’Europa sta emergendo come hub globale per la biotecnologia sanitaria. Come evidenziato in questa analisi, i progressi medici stanno accelerando a un ritmo senza precedenti. Germania, Francia e Regno Unito guidano la carica, ma l’intero ecosistema europeo sta beneficiando di un mix unico di eccellenza accademica, supporto governativo e investimenti privati crescenti.
Il successo delle startup biomediche europee dimostra che l’innovazione non è monopolio della Silicon Valley. Con tecnologie come il grafene che apre nuove frontiere nelle interfacce cervello-computer e l’AI che accelera la scoperta di farmaci, l’Europa sta scrivendo il futuro della medicina.
E con 1,4 miliardi di euro pronti per essere investiti, questa è solo la prima pagina di una storia destinata a cambiare la vita di milioni di persone.