Lo schermo si accende. Sarah si trova in una città del 2035 dove ogni muro mostra il suo “punteggio sociale” in tempo reale. Non è un videogame, ma un esperimento scientifico per capire come reagiremmo davvero a un sistema di credito sociale. Mentre lei interagisce virtualmente con questa realtà distopica, i ricercatori raccolgono dati sui suoi comportamenti. È lo “sci-fi-sci”, un metodo che trasforma le speculazioni della fantascienza in esperimenti controllati. L’obiettivo? Prevedere l’impatto sulla società delle tecnologie future ed emergenti, prima che sia troppo tardi per fermarle.
Il metodo che trasforma Black Mirror in scienza
Lo “science fiction science” è un approccio sviluppato da Iyad Rahwan del Max Planck Institute for Human Development, insieme a Azim Shariff dell’Università della British Columbia e Jean-François Bonnefon della Toulouse School of Economics. Sci-fi-sci, come detto, applica il metodo scientifico alle speculazioni tecnologiche del futuro.
In sintesi: invece di aspettare che le tecnologie emergenti si diffondano per studiarne gli effetti, i ricercatori creano simulazioni immersive. I partecipanti vengono esposti a scenari futuri attraverso realtà virtuale, intelligenza artificiale e ambienti controllati. Durante queste esperienze, vengono raccolti dati quantitativi su comportamenti, atteggiamenti e reazioni emotive.
Il risultato? Possiamo prevedere se una tecnologia causerà dipendenza, ansia o comportamenti antisociali prima che milioni di persone ne subiscano le conseguenze. Come sottolineano i ricercatori nello studio pubblicato su arXiv, questo approccio potrebbe aver evitato molti dei problemi che oggi associamo, ad esempio, ai social media: doomscrolling e altri disastri, per intenderci.

Tecnologie future già in fase di test
Nei laboratori sparsi tra Germania, Canada e Francia, molti volontari stanno già interagendo con tecnologie future che non esistono ancora. Un gruppo di partecipanti guida auto completamente autonome in città virtuali, mentre i ricercatori monitorano i loro livelli di stress e fiducia. Altri sperimentano sistemi di credito sociale che valutano ogni loro azione, dai acquisti alle relazioni sociali.
I primi risultati sono illuminanti. La maggior parte delle persone sviluppa ansia quando interagisce con sistemi di monitoraggio totale, anche se questi promettono maggiore sicurezza. Le auto autonome generano fiducia solo quando i passeggeri possono mantenere un certo controllo sul veicolo. Questi pattern comportamentali suggeriscono che molte tecnologie future potrebbero incontrare resistenza sociale imprevista.
Un esperimento particolarmente interessante simula l’interazione con assistenti di intelligenza artificiale dotati di personalità e emozioni apparenti. I volontari tendono a sviluppare forti legami emotivi verso questi sistemi, anche sapendo che si tratta di simulazioni. Questo fenomeno potrebbe avere implicazioni profonde per le future tecnologie emergenti nell’ambito della compagnia artificiale.

Le sfide del predire tecnologie emergenti
Naturalmente, simulare il futuro presenta sfide metodologiche enormi. Come si può essere certi che una simulazione rifletta accuratamente l’esperienza reale di una tecnologia che nemmeno è stata ancora sviluppata? I ricercatori affrontano quello che definiscono un “problema di validità prospettica”: la differenza tra come le persone pensano di reagire a una tecnologia e come reagiscono davvero.
Per minimizzare questo rischio, gli esperimenti sci-fi-sci utilizzano tecniche sempre più sofisticate. Alcune simulazioni durano settimane, permettendo ai partecipanti di abituarsi gradualmente alle nuove tecnologie. Altre utilizzano neuroimaging per misurare risposte inconsce che i partecipanti non riescono a controllare o falsificare.
I ricercatori hanno scoperto che le simulazioni funzionano meglio quando si concentrano su tecnologie “moderatamente innovative” piuttosto che su cambiamenti radicali. È ovviamente più facile prevedere l’impatto di un miglioramento degli smartphone che quello di una superintelligenza artificiale generale.
Quando il futuro diventa presente
Il metodo sci-fi-sci non è solo un esercizio accademico. Alcune aziende tecnologiche stanno già utilizzando versioni primitive di questo approccio. Prima di lanciare nuove funzionalità sui social media, testano l’impatto psicologico su gruppi ristretti di utenti. I produttori di auto stanno usando simulatori avanzati per capire come i guidatori reagiscono ai diversi livelli di automazione.
Predire l’impatto sociale e comportamentale delle tecnologie future, prima che vengano realizzate, ci permetterebbe di guidare il loro sviluppo e la loro regolamentazione prima che questi impatti si consolidino.
Il vero potenziale del metodo si rivela quando consideriamo le tecnologie emergenti più controverse. Sistemi di sorveglianza biometrica, modificazioni genetiche per il potenziamento umano, interfacce cervello-computer: tutte tecnologie che potrebbero trasformare radicalmente la società nei prossimi decenni.
Attraverso simulazioni controllate, potremmo scoprire che alcune di queste innovazioni creano divisioni sociali inaspettate, mentre altre generano benefici che compensano i rischi percepiti. L’obiettivo non è fermare l’innovazione, ma guidarla verso direzioni più consapevoli delle conseguenze umane.
Tecnologie future: il laboratorio del domani, ma oggi
Mentre Sarah completa il suo esperimento virtuale nella città del futuro, i ricercatori hanno già raccolto terabyte di dati sui suoi movimenti oculari, battito cardiaco e decisioni comportamentali. Questi dati, moltiplicati per migliaia di partecipanti, iniziano a disegnare una mappa dettagliata di come la nostra specie potrebbe adattarsi alle tecnologie emergenti del futuro.
Lo sci-fi-sci rappresenta un cambio di paradigma: da vittime passive dell’innovazione tecnologica a co-progettisti consapevoli del nostro futuro. Molte tecnologie fantascientifiche sono già diventate realtà, spesso con conseguenze impreviste.
Forse è arrivato il momento di accendere i laboratori virtuali e iniziare a testare il domani, prima che il domani testi noi.