Era il 31 ottobre 2023 quando Practical Move collassò dopo un normale galoppo mattutino. Un purosangue americano in perfetta forma, almeno in apparenza. La necroscopia rivelò morte cardiaca improvvisa, una tragedia che accade più spesso di quanto immaginate. Ma se vi dicessi che la morte di Practical Move potrebbe contribuire a salvare vite umane? Non sto scherzando.
All’Università di Surrey, un team di ricercatori sta trasformando queste tragedie equine in opportunità scientifiche straordinarie, dimostrando che cavalli e umani condividono molto più di quanto pensiate.
Morte improvvisa: quando cuore umano ed equino si somigliano
La storia di Fabrice Muamba che collassa durante una partita di calcio o di Christian Eriksen durante Euro 2020 ha scioccato il mondo. Ma per ogni atleta d’élite il cui arresto cardiaco finisce sui giornali, ci sono innumerevoli altri casi che passano inosservati. Sia umani che animali. I cavalli da corsa soffrono delle stesse patologie cardiache degli esseri umani: aritmie, arresto cardiaco improvviso, problemi di conduzione elettrica. Come gli atleti d’élite, spingono il loro sistema cardiovascolare al limite assoluto.
Il professor Kamalan Jeevaratnam, direttore della Scuola di Medicina Veterinaria dell’Università di Surrey, guida un approccio rivoluzionario chiamato One Health. La loro fisiologia straordinaria li rende un modello unico e sottoutilizzato per studiare come il cuore funziona e talvolta fallisce sotto stress fisico estremo. A differenza di molti animali da laboratorio, i cavalli condividono anatomia cardiaca e pattern di malattie che rispecchiano fedelmente i nostri.
Dalla scuderia al laboratorio: la ricerca che salva vite
Come cardiologo elettrofisiologo specializzato nell’attività elettrica del cuore sia umano che animale, Jeevaratnam vede ogni anno casi di cavalli che collassano durante o dopo le gare per problemi cardiaci non diagnosticati. La morte improvvisa associata all’esercizio fisico è notoriamente difficile da prevedere e devastante quando colpisce. Non solo per i cavalli e i loro gestori, ma per l’intero mondo delle corse.
Insieme al suo team di ricerca, sta lavorando per identificare sottili anomalie elettriche nel cuore equino che potrebbero fungere da segnali di allarme precoce. L’obiettivo è comprendere cosa causa questi eventi cardiaci improvvisi e, alla fine, prevedere quali cavalli sono più a rischio. Quello che impariamo dai cuori equini potrebbe aiutare a trasformare la medicina cardiaca umana, specialmente negli atleti o in altre persone sotto intenso stress cardiovascolare.
La capacità dei cavalli di passare da frequenze cardiache a riposo di appena 20 battiti al minuto a oltre 200 durante lo sforzo offre un modello naturale di adattabilità cardiaca estrema. Se riusciamo a riconoscere, gestire e prevenire i disturbi del ritmo nei cavalli ad alte prestazioni, potremmo trovare nuovi modi per prevenire l’arresto cardiaco improvviso nelle persone.
One Health: abbattere le barriere tra medicina umana e veterinaria
L’approccio One Health riconosce che la salute umana, animale e ambientale sono profondamente interconnesse. Richiede collaborazione tra medici, veterinari, scienziati, responsabili politici ed esperti ambientali per affrontare sfide condivise. Se siamo seri nel migliorare i risultati sanitari tra le specie, dobbiamo ripensare la divisione artificiale tra medicina animale e umana.
I benefici della ricerca equina vanno ben oltre il cuore. Gli studi sulla fisiologia dei cavalli stanno anche fornendo informazioni sulla salute intestinale, la risposta immunitaria e il metabolismo. Come animali da preda, i cavalli sono finemente sintonizzati con il loro ambiente. La loro sopravvivenza è dipesa a lungo dalla capacità di rilevare e reagire rapidamente alle potenziali minacce, il che ha portato a un sistema nervoso altamente sensibile.
Questa reattività elevata si estende al loro tratto gastrointestinale, rendendoli particolarmente vulnerabili a problemi intestinali legati allo stress. Cambiamenti ambientali, stress emotivo e interruzioni sociali possono tutti scatenare problemi digestivi nei cavalli, inclusi coliche e ulcere gastriche. A causa di questa sensibilità, i cavalli sono emersi come un modello sorprendentemente prezioso per studiare l’asse intestino-cervello.

Intelligenza artificiale e morte improvvisa: verso la prevenzione
I ricercatori di Surrey hanno sviluppato un sistema chiamato MouseGoggles per studiare i topi, ma stanno anche innovando strumenti per analizzare i cavalli. Hanno creato uno strumento che può segnalare cavalli a rischio di sviluppare fibrillazione atriale, un’aritmia comune. Questo si basa su una precedente innovazione: uno strumento premiato che utilizza l’apprendimento automatico per analizzare gli elettrocardiogrammi dei cavalli e rilevare anomalie del ritmo cardiaco.
La ricerca ha già attirato l’attenzione con il lavoro traslazionale in corso. Jeevaratnam ha ricevuto un finanziamento Confidence in Concept dal Medical Research Council per estendere il suo lavoro sui cavalli agli esseri umani. Ora sta reclutando pazienti umani con e senza fibrillazione atriale in Inghilterra. L’approccio One Health non è solo una filosofia accademica: è una necessità pratica per salvare vite.
Come sottolinea Michael Garrett, coautore dello studio:
“Imparando come i nostri segnali viaggiano nello spazio, otteniamo preziose intuizioni su come proteggere lo spettro radio per le comunicazioni e progettare futuri sistemi radar”.
I metodi sviluppati per modellare e rilevare questi segnali deboli possono essere utilizzati anche in astronomia, difesa planetaria e monitoraggio dell’impatto della tecnologia umana sul nostro ambiente spaziale.
Troppo spesso, la salute animale viene trattata come separata o addirittura secondaria rispetto alla salute umana. È un errore. Il nostro benessere è strettamente legato alla salute degli animali di cui ci prendiamo cura e agli ambienti che condividiamo. Un rinnovato focus sul benessere equino non migliora solo i risultati per i cavalli: affina la nostra comprensione della fisiologia, rafforza la salute pubblica e aiuta a prevenire morti evitabili, dentro e fuori dalla pista.
Se vogliamo ridurre il rischio di morte cardiaca improvvisa negli atleti o in chiunque spinga il proprio corpo ai limiti, dobbiamo allargare l’obiettivo. Significa riconoscere il valore della ricerca in medicina veterinaria. Significa puntare lo stetoscopio verso la scuderia. Perché quando un cavallo collassa in pista, è più di una tragedia: è un’opportunità mancata per comprendere, prevenire e salvare.