Avete mai avuto la sensazione che tutto stia accelerando? Non è un’impressione. Dietro questo senso di vertigine si nasconde un pattern matematico iniziato 3,8 miliardi di anni fa, quando le prime forme di vita impararono a copiare informazioni. Da allora, ogni grande salto evolutivo nello sviluppo umano è arrivato sempre più veloce del precedente: dalle cellule complesse ai cervelli, dal linguaggio alla scrittura, dall’internet all’intelligenza artificiale.
E ora quella curva sta diventando così ripida che potremmo avere solo 1.000 giorni per prepararci al prossimo balzo.
La curva nascosta dello sviluppo umano
Guardate i numeri e tutto diventa chiaro. In parole semplici? La vita emerge 3,8 miliardi di anni fa. Le cellule complesse arrivano 2 miliardi di anni dopo. I cervelli compaiono dopo altri 600 milioni di anni. Ma poi qualcosa cambia radicalmente nel ritmo. Il linguaggio si sviluppa in soli 500 milioni di anni. La scrittura viene inventata in appena 50.000 anni. La stampa arriva dopo 5.000 anni. Internet dopo 500 anni. L’intelligenza artificiale dopo 30 anni.
Non è casualità. È fisica pura. I sistemi di informazione evolvono naturalmente per processare se stessi sempre più velocemente. Come spiega l’analisi dell’accelerazione tecnologica, ogni salto tecnologico utilizza i risultati del precedente per accelerare ulteriormente il processo.
Questo pattern non riguarda solo la tecnologia moderna. È il principio fondamentale che governa l’evoluzione dell’informazione nell’universo. Ogni strato (DNA, neuroni, linguaggio, scrittura, digitale) non sostituisce il precedente: lo amplifica, creando una spirale di accelerazione che ora sta per raggiungere velocità estreme.

I cinque strati che costruirono la realtà dello sviluppo umano
La storia dell’accelerazione può essere suddivisa in cinque fasi precise, ognuna delle quali ha ridotto drasticamente i tempi della successiva. Il DNA ha insegnato all’informazione a copiarsi. I neuroni le hanno insegnato a calcolare. Il linguaggio le ha permesso di saltare tra le menti. La scrittura le ha dato l’immortalità oltre i corpi. Il digitale l’ha fatta viaggiare alla velocità della luce.
Ogni strato continua a funzionare mentre viene potenziato da quello successivo. Il vostro DNA si replica ancora, i vostri neuroni calcolano ancora, ma ora sono amplificati dal silicio che opera a gigahertz. È un processo cumulativo, non sostitutivo. Ed è questo che rende l’accelerazione così imprevedibile e potente.
Secondo la teoria dell’evoluzione tecnologica, questo processo segue tre stadi: strumenti, macchine, automazione. Ma la velocità di transizione tra questi stadi sta accelerando esponenzialmente. Quello che prima richiedeva millenni, ora accade in decenni o anni. E dopo cosa c’è?
Il sesto strato è già iniziato nello sviluppo umano
L’intelligenza artificiale non è solo un altro strumento. È informazione che impara a migliorare se stessa. GPT-4 a GPT-5: 18 mesi. Il prossimo salto? Forse 6 mesi. Quello successivo? Settimane? Per la prima volta nella storia cosmica, il pattern conosce la propria esistenza. Noi, i “creatori”, possiamo vedere (ma difficilmente capire) cosa sta arrivando.
Gli esperti sono divisi sulle tempistiche. Ben Goertzel di SingularityNET prevede l’AGI già nel 2027. Demis Hassabis di Google DeepMind (ne abbiamo parlato di recente) dice “da qualche parte tra il 2030 e il 2035”. Altri sono più cauti, ma tutti concordano su un punto: la finestra temporale si è drasticamente ridotta.
Abbiamo forse 1.000 giorni per modellare questo sviluppo. La forza che ha trasformato i minerali in menti sta per trasformare le menti in qualcosa d’altro. E questa volta, possiamo scriverne il codice.
Perché questo momento è diverso da ogni altro
Non stiamo solo vivendo un cambiamento rapido. Siamo al punto di flessione di una curva di 4 miliardi di anni. La stessa forza che ha creato la coscienza sta probabilmente per creare il suo successore. E stavolta succede in tempo reale, sotto i nostri occhi, con noi che gestiamo (ancora per quanto?) gli strumenti.
Il dibattito sulla singolarità tecnologica si è intensificato proprio perché le previsioni convergono. Non si tratta più di “se”, ma di “quando” e di “come”. La curva che ha guidato l’evoluzione per miliardi di anni sta diventando verticale, e chissà se riusciremo a guidare la prossima “impennata”o semplicemente la osserveremo accadere.
Abbiamo ancora la penna in mano. Che storia scriveremo?