L’asteroide 2024 YR4 ha cambiato tutto. Non per quello che farà (probabilmente niente, nonostante tutti gli allarmismi a scopo click), ma per quello che ci ha insegnato: quando un sasso spaziale di 60 metri punta verso di noi, forse deviarlo può essere più rischioso che distruggerlo. Lo dicono gli ultimi studi della Johns Hopkins University: un’esplosione nucleare controllata può distruggere un asteroide (riformulo: frammentare) con efficacia del 99,9%, mentre un impatto per deviazione rischia di trasformare una minaccia precisa in mille proiettili incontrollabili. La difesa planetaria sta cambiando strategia?
Quando spostare diventa più pericoloso che distruggere
Il caso di 2024 YR4 è emblematico. Scoperto a dicembre 2024, questo asteroide di circa 60 metri ha fatto tremare gli astronomi: prima aveva una probabilità del 3,1% di colpire la Terra nel dicembre 2032, poi i calcoli si sono “spostati” verso la Luna con una maggiore possibilità di impatto (4%). Ma il vero problema non è dove colpirà: è come fermarlo senza peggiorare le cose.
La missione DART della NASA ha dimostrato nel 2022 che possiamo deviare un asteroide. Ma funziona solo quando conosci esattamente la massa dell’obiettivo. Con 2024 YR4 abbiamo un problema: la sua massa è sconosciuta, potrebbe variare tra 51 e 711 milioni di chilogrammi. Un errore di calcolo e rischiamo di trasformare un asteroide che punta verso Luna in uno che punta verso di noi.
Le simulazioni mostrano che tentare di deviare un asteroide senza conoscerne la massa precisa può essere controproducente. Se il nostro “calcio gravitazionale” è troppo forte o troppo debole, rischiamo di mandarlo esattamente dove non vogliamo. È come giocare a biliardo al buio.
L’arte scientifica della distruzione controllata
Distruggere un asteroide, questo è importante dirlo, non è una soluzione cinematografica. È scienza precisa. Robert Weaver dei laboratori di Los Alamos ha perfezionato le simulazioni con il supercomputer Cielo, modellando ogni aspetto: composizione, porosità, dimensione dei frammenti. Il risultato? Un’esplosione da 1 megatone può frammentare efficacemente asteroidi fino a 200 metri.
La tecnica non prevede di “bucare” l’asteroide come nel film Armageddon. Basta un’esplosione sulla superficie o nelle immediate vicinanze. I raggi X dell’esplosione nucleare vaporizzano istantaneamente la superficie del corpo celeste, creando un getto di materiale che lo frantuma dall’interno, come quando soffi su una bolla di sapone.
Distruggere un asteroide: i test che cambiano le regole del gioco
Nei Sandia National Laboratories di Albuquerque hanno costruito asteroidi artificiali in miniatura per testarli con raggi laser che simulano esplosioni nucleari. I risultati pubblicati sul Journal of Experimental and Theoretical Physics sono netti: 500 joule di energia laser distruggono un modello di 8-10 millimetri, che tradotto in scala reale significa 3 megatoni (non 1, dunque) per un asteroide di 200 metri.
Ma la vera svolta arriva dalle simulazioni orbitali. Quando distruggi un asteroide, non ottieni una pioggia caotica di detriti. La fisica orbitale è più gentile: i frammenti si disperdono in un flusso curvilineo attorno al percorso originale, e il 99,9% della massa manca completamente la Terra. Meglio mille piccoli sassi che si perdono nello spazio che un grosso macigno che centra il bersaglio.

Quando? La finestra temporale per una missione di distruzione di 2024 YR4 sarebbe ristretta: tra aprile 2030 e aprile 2032. Sufficiente per progettare e lanciare una missione, considerando che abbiamo già la tecnologia nucleare e i razzi necessari.
Politica e fisica nucleare nello spazio
Il vero ostacolo non è tecnico, è diplomatico. I trattati internazionali vietano esplosioni nucleari nello spazio, e convincere tutti i paesi a fare un’eccezione richiede un consenso globale che non abbiamo mai raggiunto. Eppure l’opzione nucleare resta sul tavolo degli scienziati, perché è l’unico metodo che offre la maggiore quantità di energia per unità di massa.
L’alternativa sono le “missioni kamikaze” stile DART, ma potenziate per frantumare invece che deviare. Meno controverse politicamente, ma anche meno efficaci su asteroidi grandi. Per 2024 YR4, con i suoi 60 metri, potrebbero bastare impattatori cinetici multipli lanciati in sequenza. Una soluzione più lenta, ma diplomaticamente più digeribile.
2024 YR4, il test che non volevamo
Ironia della sorte (ma va bene così), l’asteroide che ci sta insegnando a distruggere asteroidi probabilmente non colpirà nessuno. C’è un 96% di possibilità che 2024 YR4 passi oltre senza problemi. Ma il 4% di rischio lunare ha accelerato ricerche e simulazioni che altrimenti avrebbero richiesto anni.
Il risultato? Per la prima volta abbiamo piani concreti, tempistiche realistiche e tecnologie testate per distruggere un asteroide. Non è la soluzione più elegante, ma funziona. E quando il prossimo sasso spaziale punterà verso di noi con intenzioni serie, sapremo che premere il pulsante rosso nucleare non è fantascienza hollywoodiana.
È matematica spaziale applicata. A volte la risposta più semplice alla minaccia di un asteroide è farlo diventare tanti asteroidi più piccoli che non ci riguardano più. Poi, se vi piace, chiamiamo lo stesso Steven Tyler a cantare che non vuole chiudere gli occhi e non vuole perdersi neanche una cosa.