Cosa succederebbe se le pareti di casa iniziassero a purificare l’aria invece di inquinarla? È quello che stanno sperimentando in Germania con pannelli isolanti naturali fatti di micelio: funghi che crescono su scarti di paglia, diventano materiale edile e continuano ad assorbire CO2 per tutta la loro vita. Una tecnologia che trasforma il concetto stesso di isolamento, da problema ambientale a soluzione climatica attiva.
Il progetto si chiama Mycobuild e viene dall’Università di Scienze Applicate di Hof: ha qualcosa di magico, ma funziona con la logica spietata della natura. I ricercatori tedeschi prendono paglia secca, ci aggiungono micelio (la rete sotterranea dei funghi) e aspettano. In tre giorni il materiale si auto-assembla, formando pannelli compatti che respirano, isolano e fanno quello che nessun polistirolo al mondo sarebbe mai capace di fare: migliorano l’ambiente invece di danneggiarlo.

Come funziona l’isolante naturale che cresce da solo
Il Professor Robert Honke, che guida il progetto, ha spiegato il processo di produzione di questi “nuovi” isolanti naturali con una precisione che nasconde anni di tentativi. Come detto, lrima si prepara un substrato con residui vegetali locali (principalmente paglia secca). Poi si introduce il micelio selezionato tra specie native tedesche (funghi ostrica, pleurotus, bolete) che crescono a temperatura ambiente senza bisogno di riscaldamento o raffreddamento.
Il micelio si diffonde attraverso il materiale in pochi giorni, legando i componenti come un collante naturale. Una volta raggiunta la densità desiderata, il processo si ferma con l’essiccazione e il riscaldamento controllato che inattiva il fungo e stabilizza la struttura. Il risultato? Pannelli rigidi, leggeri e sorprendentemente resistenti.
I test di laboratorio hanno dimostrato che il micelio supera le prestazioni di fibra di vetro, lana minerale e polistirolo estruso sia per isolamento termico che acustico. Secondo la dottoressa Katharina Wellmanns, la conducibilità termica raggiunge valori di 0,024 W/mK, paragonabili ai migliori isolanti sintetici ma con un vantaggio inaspettato: il processo di produzione è carbon-negative.

Il problema della muffa risolto con la mineralizzazione
C’è un dettaglio che fa la differenza. I ricercatori tedeschi hanno capito che il micelio, per quanto naturale, ha un punto debole: l’umidità può favorire la formazione di muffe indesiderate. La soluzione è arrivata dalla collaborazione con Johann Bergmann GmbH & Co. KG, azienda specializzata in materiali edili.
Hanno sviluppato un rivestimento minerale che protegge i pannelli dall’umidità senza compromettere le proprietà isolanti. Un po’ come mettere un impermeabile a un fungo, ma lasciandogli la capacità di respirare. Di più: i test mostrano che questo strato non solo protegge il materiale, ma ne aumenta anche la resistenza meccanica.
La Wellmanns ha sottolineato che la selezione del substrato è cruciale:
“Il materiale deve fornire abbastanza nutrienti per la crescita ottimale del micelio, ma non troppi zuccheri che potrebbero favorire germi indesiderati”.
Oltre i pannelli, in Repubblica Ceca c’è una intera casa-fungo
Chi segue questo sito ne avrà sentito parlare. È uno di quei progetti che seguiamo dall’inizio, si è creato anche un bel rapporto epistolare con gli autori: in Repubblica Ceca sono andati oltre le semplici pareti in micelio SAMOROST House è il primo edificio al mondo costruito interamente in micelio, progettato dall’architetto Tomasz Kloza. Due strutture a forma di fungo gigante, una per la zona giorno e una per la camera da letto, tutte realizzate con questi isolanti naturali.

Il progetto ceco dimostra che non si tratta solo di una curiosità da laboratorio. Le prove condotte nel 2023 e 2024 confermano che il micelio può sostituire completamente i materiali sintetici per isolamento termico, acustico e persino strutturale. È bioedilizia che cresce letteralmente da sola.
Anche la ricerca internazionale conferma il potenziale. Uno studio pubblicato su Advanced Sustainable Systems evidenzia che i compositi di micelio possono assorbire fino al 75% del suono a frequenze inferiori a 1,5 kHz, rendendoli ideali per l’isolamento acustico. Ancora: la Nanyang Technological University di Singapore ha sviluppato piastrelle di micelio che imitano la pelle degli elefanti per il raffreddamento passivo degli edifici.
Produzione industriale entro il 2026. Forse.
Tornando in Germania, il team di Hof punta alla produzione industriale entro il 2026, supportato dal programma DATIpilot del governo tedesco. Ma Honke è onesto sui limiti:
“Molte persone potrebbero essere scettiche su un isolante basato sui funghi, temendo problemi di muffa nelle loro case”.
È una preoccupazione comprensibile, considerando che stiamo parlando di mettere funghi nelle pareti. La produzione richiede infatti condizioni sterili rigorose e controllo preciso dei parametri di crescita. Anche una piccola contaminazione può rovinare un’intera coltura. È come coltivare orchidee: bello quando funziona, frustrante quando va storto.
Ma i vantaggi sono evidenti, anche in termini ecologici. Il costo di produzione del micelio è significativamente inferiore ai materiali sintetici, soprattutto perché utilizza scarti agricoli come materia prima. È economia circolare applicata: quello che prima finiva in discarica ora diventa isolamento termico di qualità.
Se i pannelli isolanti naturali di micelio riusciranno a scalare la produzione industriale…
avremo case che non solo non inquinano, ma purificano attivamente l’ambiente.
Un futuro dove le pareti respirano, crescono e si prendono cura dell’aria che respiriamo. Non male per qualcosa che inizia come scarti di paglia e funghi del sottobosco. O no?