La Salmonella entra nel tumore come un infiltrato. Si moltiplica, raggiunge la massa critica, poi innesca il conto alla rovescia: un meccanismo di autodistruzione sincronizzato che rilascia proteine immunostimolanti esattamente dove servono.
È quello che hanno fatto i ricercatori dell’Università di Singapore trasformando uno dei batteri più temuti in medicina in un’arma contro il cancro colorettale. I primi test sui topi mostrano risultati incredibili, con diversi esemplari guariti completamente. Il batterio che ci avvelena ora potrebbe salvarci la vita: un paradosso che ha una sua logica spietata.
L’impresa di un trojan biologico
Il team guidato da Xiaoyuan Chen della NUS Medicine e Pengfei Rong della Central South University cinese ha pubblicato la ricerca su Science Translational Medicine. La strategia è semplice: prendere un ceppo indebolito di Salmonella typhimurium (già testato come sicuro nell’uomo per altri tumori) e installare quello che chiamano un “circuito di lisi sincronizzato”. Un po’ come mettere una bomba a orologeria dentro un cavallo di Troia, ma con una differenza sostanziale: la bomba esplode per guarire, non per distruggere.
I batteri modificati cercano naturalmente i tumori, attratti dall’ambiente povero di ossigeno e ricco di nutrienti. Una volta arrivati a destinazione, iniziano a moltiplicarsi. Quando la densità batterica raggiunge una soglia predefinita, scatta il meccanismo: tutti i batteri si autodistruggono simultaneamente, rilasciando una proteina chiamata LIGHT. Questa si lega ai recettori HVEM delle cellule immunitarie, scatenando una cascata di attivazione che trasforma il tumore in un campo di battaglia immunologico.
La chiave del successo è nel potenziamento delle strutture linfoidi terziarie mature (mTLS), veri e propri hub immunitari che si formano vicino ai tumori. Come abbiamo raccontato, il microbioma intestinale gioca un ruolo cruciale nel cancro colorettale giovanile. Questa terapia sfrutta proprio questa connessione batteri-immunità per ribaltare il tavolo a favore del paziente.

Quando il sistema immunitario si sveglia davvero
I ricercatori hanno testato la terapia su due modelli murini di cancro colorettale: uno genetico (topi che sviluppano naturalmente tumori intestinali) e uno indotto chimicamente. I risultati sono stati sorprendenti. La Salmonella normale riusciva a stimolare la formazione di strutture linfoidi terziarie, ma non abbastanza per combattere efficacemente il tumore. La versione ingegnerizzata invece non solo aumentava queste strutture, ma le “aggiornava” a versioni mature con zone organizzate di cellule B e T.
Il meccanismo funziona attraverso un percorso specifico: LIGHT-HVEM. Questo segnale attiva le cellule linfoidi innate di gruppo 3 (ILC3), cruciali per mantenere la salute nei tessuti di barriera come l’intestino. Normalmente, lo sviluppo del cancro colorettale converte queste cellule protettive ILC3 in ILC1 meno utili. La terapia batterica inverte questo processo: le ILC3 aumentano, le ILC1 diminuiscono.
Le cellule T killer (CD8+) diventano più aggressive, producendo interferone-gamma e granzima B. Il risultato? Crescita tumorale significativamente ridotta, sopravvivenza migliorata e, in alcuni casi, controllo completo del tumore.
Salmonella kamikaze, una medicina che respira ma ha dei limiti
Come ogni innovazione che si rispetti, anche questa ha i suoi punti interrogativi. Prima di tutto, al momento funziona sui topi, ma i sistemi immunitari umani e il microbioma intestinale potrebbero rispondere diversamente.
Secondo: quando i batteri ingegnerizzati si autodistruggono, rilasciano molti fattori contemporaneamente, non solo la proteina LIGHT. Bisognerà isolare gli effetti specifici.
E poi c’è la questione sicurezza: qualsiasi terapia batterica vivente porta con sé il rischio di infezioni impreviste, infiammazioni o interazioni imprevedibili con la flora intestinale del paziente. Non è certo un farmaco da banco, insomma.
Il cancro colorettale rappresenta la seconda causa di morte per tumore al mondo. In Italia, secondo i dati AIOM 2024, sono stati diagnosticati 48.706 nuovi casi di tumore colon-retto. Le immunoterapie tradizionali spesso non funzionano bene su questo tipo di cancro, rendendo approcci innovativi come questo particolarmente promettenti.
Salmonella “OGM” e altre medicine viventi, il futuro che bussa alla porta
Se i risultati si confermeranno nell’uomo, questa strategia potrebbe aprire una nuova era terapeutica. Batteri ingegnerizzati che colonizzano i tumori e rilasciano farmaci direttamente sul posto. Un approccio che potrebbe integrarsi con le terapie esistenti come gli inibitori dei checkpoint o i vaccini antitumorali, rendendo i tumori colorettali più “visibili” al sistema immunitario.
La stessa strategia potrebbe essere adattata per altri tumori solidi difficili da trattare, semplicemente cambiando il “carico” che i batteri trasportano. Come spiega Rong:
“Questo approccio potrebbe aprire la strada a medicine viventi programmabili che rimodellano l’ambiente tumorale dall’interno”.
I ricercatori continueranno a testare la terapia con l’obiettivo di portarla ai trial clinici umani. La Salmonella che ci rovina la digestione potrebbe presto diventare quella che ci salva la vita. Un’ironia della scienza che ha il sapore del futuro. E forse, per una volta, il futuro ha un buon sapore.